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Coccidiosi nel cane

La coccidiosi nel cane è una patologia che si riscontra con una certa frequenza. Si tratta di una malattia sostenuta da parassiti intestinali microscopici (coccidi, soprattutto del genere Isospora); frequente anche nei gatti, interessa perlopiù i cuccioli (il cui sistema immunitario non è ancora del tutto maturo) e gli adulti immunocompromessi.

I coccidi

I coccidi sono un gruppo eterogeneo di Protozoi parassiti obbligati (cioè possono vivere solo compiendo il ciclo vitale, o una sua parte,  come parassiti) che comprende, fra gli altri, il genere Eimeria (responsabile della coccidiosi negli erbivori), il genere Isospora (responsabile della coccidiosi nei carnivori), il genere Plasmodium (responsabile della malaria), il genere Toxoplasma (responsabile della toxoplasmosi), il genere Giarda (responsabile della giardiasi).

I coccidi possono essere presenti nell’acqua, nel terreno, sul pelo dell’animale; vengono espulsi dalle feci dell’animale infestato. Potrebbero però essere presenti anche nell’intestino di animali morti, quindi nelle carcasse.

La trasmissione

La trasmissione della coccidiosi avviene per via oro-fecale; dall’intestino del cane infetto, attraverso le feci, i parassiti contaminano l’ambiente esterno dove diverranno infestanti nel giro di alcuni giorni. Gli animali si contaminano sia ingerendo i coccidi che si trovano nel terreno sia leccando o annusando le mucose di altri animali. È possibile anche la trasmissione della malattia per via aerea.

Una volta che sono stati ingeriti, i parassiti si replicheranno all’interno delle cellule intestinali.

La malattia ha un’incubazione di circa 10-15 giorni; tende a diffondersi con una certa rapidità negli ambienti sovraffollati (rifugi e canili).

La coccidiosi non è una zoonosi e quindi non può essere trasmessa agli esseri umani.

Forme di coccidiosi

La coccidiosi nel cane viene solitamente distinta in due forme; una subclinica (quella maggiormente diffusa) e una clinica.

Nel primo caso, il cane è infetto, ma è praticamente asintomatico o paucisintomatico (lievemente sintomatico).

Nel secondo caso, invece, la patologia si manifesta con vari segni e sintomi e può creare non pochi problemi all’animale; nei cani immunocompromessi i danni causati dalla malattia possono essere particolarmente gravi e, in alcuni casi, possono essere anche fatali.

Segni e sintomi di coccidiosi nel cane

La coccidiosi nel cane si manifesta con i classici segni e sintomi che caratterizzano le infiammazioni intestinali; le principali manifestazioni cliniche sono:

  • diarrea più o meno intensa, generalmente molto liquida
  • muco e/o sangue nelle feci
  • dolori addominali
  • perdita dell’appetito
  • astenia
  • dimagramento
  • vomito
  • opacità del mantello
  • disidratazione
  • ipotermia (rara l’insorgenza di febbre)
  • difficoltà più o meno gravi nella deambulazione
  • ritardo nello sviluppo

Diagnosi

I segni e i sintomi elencati in precedenza sono comuni a molte patologie; una diagnosi precisa è possibile soltanto in seguito a un esame delle feci che mostrerà l’invasione dei coccidi. È possibile che l’esame debba essere ripetuto perché sono possibili anche esiti negativi in quanto l’eliminazione dei parassiti nelle feci può essere intermittente.

Trattamento della coccidiosi nel cane

coccidiosi nel caneLa terapia è basata sulla somministrazione di sulfamidici (farmaci coccidiostatici, ovvero che impediscono la riproduzione dei coccidi) eventualmente associati ad altri farmaci (possono rendersi necessari anche gli antibiotici nel caso si sviluppino sovrainfezioni batteriche).

Nel caso di infestazioni particolarmente serie, è possibile che dopo il primo giorno di terapia si noti un peggioramento delle condizioni generali di salute. La durata della terapia è di circa 2-3 settimane a seconda degli specifici casi.

Dal momento che la coccidiosi può causare una notevole perdita di liquidi (a causa della diarrea e del vomito) potrebbe rendersi necessaria una terapia di supporto per contrastare la disidratazione.

L’eradicazione dei parassiti non è sempre agevole e il successo del trattamento deve essere confermato ripetendo gli esami delle feci.

Fondamentale è l’igiene dell’ambiente in cui vive il cane; la coccidiosi, infatti, si trasmette facilmente in quelle zone dove le feci non vengono raccolte. Quando il cane si trova all’aperto si deve fare attenzione che non entri in contatto con feci di altri cani.

Se si possiede più di un cane, è opportuno che l’animale che si ritiene essere colpito da una patologia trasmissibile sia isolato.

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