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Cataratta nel cane

La cataratta è una patologia oculare piuttosto seria abbastanza comune nel cane; si tratta di disturbo che consiste in una perdita, progressiva e irreversibile, della trasparenza del cristallino* e che causa una riduzione della capacità visiva del nostro amico; il deficit visivo può essere più o meno marcato, arrivando, nel peggiore dei casi, a essere totale.

Tutti i cani possono sviluppare una cataratta, ma è ormai certo che vi sono razze nelle quali l’incidenza della malattia è decisamente più elevata; alcuni studi hanno infatti dimostrato che vi sono razze canine particolarmente predisposte allo sviluppo della malattia; fra queste si ricordano l’american cocker spaniel, il barboncino nano, il golden retriever, il labrador retriever, il pastore tedesco e lo schnauzer nano.

Cause di cataratta nel cane

Le cause di cataratta nel cane sono diverse; fra quelle più comuni vanno ricordate la predisposizione genetica, il diabete mellito, le infezioni e le lesioni oculari e anche i deficit nutrizionali nell’età infantile.

Esistono vari modi di classificare il disturbo (si distinguono cioè forme della malattia in base a criteri quali localizzazione, stadio evolutivo, tendenza all’estensione, cause, fase della vita in cui la malattia si manifesta).

Basandosi sull’ultimo criterio citato (fase della vita in cui la patologia si manifesta) si possono citare due forme di cataratta molto comuni: congenita e senile.

Nel primo caso, il disturbo è generalmente legato a una predisposizione genetica ereditaria, ma non mancano casi di esposizioni del feto a patologie infettive o a sostanze tossiche. Molto spesso la cataratta congenita è associata a microftalmia (condizione caratterizzata da ridotte dimensioni del bulbo oculare). Solitamente il problema interessa entrambi gli occhi, ma non necessariamente in modo contemporaneo.

La cataratta che si manifesta nei cani che hanno più di 6 anni è detta invece cataratta senile. È un processo patologico più raro nei cani che nell’uomo, ma comunque abbastanza diffuso. Non deve essere confuso con un’altra condizione, più comune, che ha manifestazioni simili, la sclerosi nucleare, disturbo legato al fisiologico invecchiamento del cristallino che tende a diventare più duro rendendo più difficoltosa la messa a fuoco.

Segni e sintomi di cataratta nel cane

Fra i segni più caratteristici della malattia vi è il cambiamento della colorazione dell’occhio colpito; inizialmente si osserva un colorito bluastro che vira verso il grigio per poi tendere al biancastro con il passare del tempo.

cataratta nel cane

Altre manifestazioni che si osservano spesso sono il rossore oculare e un’abbondante lacrimazione. Non è infrequente notare il nostro amico che continua a sfregarsi gli occhi come se avvertisse prurito.

Il deficit visivo incide, ovviamente, anche sul comportamento dell’animale che può apparire più irritabile o triste; tipica la riluttanza a svolgere attività che prima effettuava regolarmente. È abbastanza comune il riscontro di una certa goffaggine che è chiaramente dovuta al fatto che il cane non percepisce più con chiarezza gli ostacoli.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi richiede un esame con una lampada a fessura previa dilatazione della pupilla da effettuarsi con un apposito collirio.

Se il veterinario sospetta una causa metabolica, tossica o nutrizionale, può richiedere l’esecuzione dell’emocromo, dell’esame delle urine e del profilo biochimico.

Se si pensa che il disturbo abbia invece un’eziologia traumatica è necessario eseguire test in grado di individuare la presenza di eventuali ulcere (test della fluorescina e test di Schirmer).

A seconda dei casi, potrebbero essere effettuati altri tipi di esame quali l’ecografia e l’elettroretinografia.

Rimedi per la cataratta nel cane

l trattamento della cataratta è chirurgico (il ricorso a terapie farmacologiche non è usuale, se non nel caso di cataratta legata a diabete mellito).

L’obbiettivo dell’intervento chirurgico è quello di eliminare l’opacità e riportare alla normalità il potere diottrico tramite l’inserimento di un cristallino artificiale.

Le tecniche chirurgiche che si hanno a disposizione sono diverse; alcune prevedono l’asportazione totale della lente (tecniche intracapsulari), mentre altre prevedono l’asportazione di una buona parte del cristallino, lasciando in sede la capsula posteriore (tecniche extracapsulari).

L’operazione chirurgica prevede l’anestesia totale.

Il tasso di successo dell’intervento chirurgico è molto elevato (95% circa), ma nel 5% circa dei casi si registrano complicazioni che possono essere molto gravi e richiedere addirittura un nuovo intervento.

Fra le complicazioni più gravi vi è sicuramente il distacco totale della retina; in alcuni casi, questa problematica viene risolta con un secondo intervento, ma non sempre è possibile salvare la vista.

Altre complicazioni possibili sono forte infiammazione oculare, congiuntivite e sviluppo di glaucoma.

Per circa due settimane dopo l’intervento, gli occhi del cane dovranno essere ben protetti. È molto importante, oltre al ricorso al collare elisabettiano, ridurre al minimo indispensabile l’attività motoria del cane.

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* Il cristallino è la lente naturale dell’occhio, il cui compito è quello di focalizzare sulla retina la luce che ha superato la cornea.

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