Il tennis è uno sport dalle origini antiche (alcuni lo fanno risalire addirittura all’epoca medievale); è anche molto diffuso (e pure molto seguito) a livello mondiale; nel nostro Paese è il quarto sport per numero di praticanti (è preceduto, nell’ordine, da calcio, pallavolo e basket).
Gli incontri di tennis possono vedere opposti due giocatori (uno contro uno, incontro di singolare) oppure quattro (due contro due, incontro di doppio).
Il tennis si pratica in un campo diviso a metà da una rete; gli sfidanti, posizionati nella propria metà campo, sono muniti di una racchetta con la quale devono colpire una pallina; lo scopo del gioco è quello di colpire la pallina indirizzandola nella metà campo avversaria cercando di fare in modo che lo sfidante (o gli sfidanti nel caso di un incontro di doppio) non sia (siano) in grado di ribatterla oppure, in caso di ribattuta, di costringerlo (costringerli) a commettere fallo.
Le organizzazioni che gestiscono il gioco del tennis a livello internazionale sono l’ITF (ovvero la Federazione Internazionale Tennis, organizzazione alla quale aderiscono più di 200 associazioni tennistiche a livello nazionale), l’ATP Tour e il WTA Tour.
L’ITF gestisce le principali manifestazioni tennistiche a squadre del mondo (Coppa Davis per uomini, Fed Cup per le donne e Hopman Cup per le squadre di misto) nonché i quattro tornei del cosiddetto Grande Slam ovvero Australian Open, Internazionali di Francia (torneo più noto come Roland Garros), Torneo di Wimbledon e US Open.
L’ATP Tour (per gli uomini) e il WTA Tour (per le donne) controllano invece la gran parte dei tornei professionistici di alto livello.
Tennis: campo, palla e racchetta
Il campo da gioco – Il campo da tennis è un rettangolo le cui dimensioni variano a seconda che si giochi un incontro di singolare oppure un incontro di doppio; nel primo caso le misure sono 23,77 metri di lunghezza per 8,23 metri di larghezza; nel secondo caso la larghezza è di 10,97 metri mentre la lunghezza rimane invariata. Come accennato in precedenza il campo è diviso da una rete sospesa da una corda o a un cavo metallico; l’altezza della rete è di poco inferiore al metro (914 mm).
Le linee che si trovano al fondo del campo da gioco vengono dette linee di fondo, mentre quelle che si trovano ai lati sono denominate linee laterali. Sul campo sono presenti anche due linee, dette linee di battuta, tracciate fra le linee laterali del singolare e si trovano a 6,4 metri dalla rete da ognuna delle due parti di campo.
Il campo da tennis può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico.
La palla – La pallina da tennis è una pallina di gomma rivestita da uno strato di feltro; ne esistono diverse tipologie il cui diametro è generalmente compreso tra i 6,54 e i 6,86 cm; fanno eccezione le palle “lente”, che sono un po’ più grandi (diametro da 7 a 7,30 cm). Il peso di una pallina è di poco inferiore ai 60 g.
La racchetta – Nel corso del tempo la racchetta da tennis ha subito diverse trasformazioni; quelle attuali si caratterizzano per le loro notevolissime leggerezza e resistenza. I requisiti tecnici relativi alle racchette sono contemplati dal regolamento delle varie organizzazioni tennistiche nazionali.
Il punteggio nel tennis
Gli incontri di tennis sono suddivisi in set (termine che in questo caso possiamo tradurre con partite); a seconda del tipo di torneo, gli incontri vengono giocati al meglio dei 3 oppure dei 5 set (nel primo caso si aggiudica l’incontro chi vince 2 partite, nel secondo chi ne vince 3). Un set è costituito da 6 o più game (giochi); a partire dal 1976, nel caso gli sfidanti si trovino sul punteggio di 6 a 6, se il regolamento del torneo lo prevede, è necessario disputare un gioco decisivo che viene detto tie-break al fine di conseguire la vittoria per 7 a 6, tranne che, solitamente, non ci si trovi a disputare il quinto set. Sono solo cinque, e soltanto a livello maschile, i tornei che utilizzano il sistema dei 3 set al meglio dei 5: i 4 tornei del Grande Slam e la Coppa Davis. Il tie-break in questi tornei non è contemplato tranne che nell’US Open ove è previsto lo svolgimento del tie-break al quinto set.
I punti vengono assegnati seguendo una particolare denominazione: 15 (primo punto), 30 (secondo punto), 40 (terzo punto) e game (gioco). Nel caso in cui gli sfidanti si trovino sul punteggio di 40-40 si “va ai vantaggi” e per conseguire la vittoria nel game è necessario superare l’avversario di due punti. Chiariremo meglio con un breve esempio: A e B si trovano sul 40-40; A realizza un punto (vantaggio A), se A realizza un altro punto ottiene la vittoria nel game, se invece il punto viene realizzato da B siamo nella situazione di “vantaggio pari” e si prosegue a oltranza fino al momento in cui uno dei due non riesce a distanziare l’avversario di due punti. Fino a poco tempo fa la regola dei vantaggi era la stessa sia per il singolare che per il doppio, ma adesso, negli incontri di doppio, è in vigore il cosiddetto killer point (pittoresca espressione che sta per punto assassino, paragonabile, se vogliamo, al golden goal previsto talvolta in alcuni tornei del gioco del calcio): in situazione di parità chi fa punto si aggiudica il game. In caso di killer point, i due giocatori che sono alla risposta possono decidere chi sarà deputato a rispondere.
Negli incontri di doppio non esiste più il terzo set, il quale è stato sostituito da un long tie-break a 10 punti, fatta eccezione che per gli incontri dei tornei del Grande Slam e della Coppa Davis dove il terzo set è ancora in vigore. La motivazione della cancellazione del terzo set dalla maggior parte dei tornei è essenzialmente dovuta al fatto che si voleva evitare che gli incontri avessero una durata eccessiva tale da diminuire l’interesse degli spettatori.
Tennis: una valutazione salutistica
Il tennis è un bellissimo sport e molti amici del sito ci hanno chiesto di approfondirne la valutazione salutistica. Per farlo è necessario definire una serie di variabili che caratterizzano l’utilità di questo sport per la nostra salute; infatti, come per il calcio, e a differenza della corsa, del ciclismo o del nuoto, non basta praticarlo spesso e con impegno perché sia salutisticamente una buona scelta.
La frequenza – La disponibilità del campo e dell’avversario possono limitare molto un piano di allenamento decente; qualunque sport salutisticamente accettabile non può essere praticato a sprazzi.
Il livello di gioco – Se è basso, è veramente difficile che serva a qualcosa perché si passa il 70% del tempo a raccogliere le palle.
Lo stile di gioco – In campo amatoriale molti tennisti sopperiscono con la tecnica alle carenze atletiche, cioè “corrono” veramente poco; altri sono convinti che la forza sia l’arma vincente e finiscono per potenziarsi oltre misura. I primi, in genere, non sono nemmeno motivati ad affiancare il tennis con altre attività più allenanti (come la corsa); i secondi, a causa dello sviluppo di grandi masse muscolari, sono comunque penalizzati ogniqualvolta si tratti di eseguire allenamenti alternativi aerobici di resistenza o anche semplicemente anaerobici prolungati (non a caso sono quei tennisti che dopo uno scambio lungo e intenso hanno i muscoli pieni di acido lattico, un fiatone terribile e perdono lucidità).
Lo stile di gioco più salutistico è quello che unisce tecnica e forza resistente, come si trova in molti (ma non in tutti) grandi giocatori. Un tennista salutisticamente ben preparato dovrebbe essere almeno un buon interprete degli 800 m, cioè
dovrebbe esserci un fattore inferiore a 12 fra il suo tempo sui 100 m e quello sugli 800 m.
L’agonismo – Anche se praticato a livello amatoriale, c’è una grande differenza fra chi fa gare e chi si limita a giocare con gli amici, anche se lo fa spesso. Negli agonisti è ben presente il concetto di allenamento e la conoscenza di validi mezzi allenanti complementari al tennis.
La preparazione dell’agonista parallela alla pratica del tennis consente, anche con 4-5 ore settimanali sul campo, di avere potenzialmente un buon allenamento. L’amatore che si diverte giocando senza aggiungere altre attività dovrebbe arrivare almeno a 8-10 ore per avere un carico di lavoro salutisticamente valido.
La coordinazione – Alcuni sottolineano l’importanza della coordinazione, dell’attenzione e della concentrazione che nel tennis devono essere massime. Paradossalmente si deve dire che sono qualità che servono molto di più in età avanzata che da ragazzi o da adulti. Pensiamo al ping pong o agli scacchi, dove praticamente lo sforzo fisico è assente: per un ventenne hanno una valenza salutistica minima, mentre per un sessantenne consentono di preservare molte e importanti funzioni nervose e neuromuscolari. Infatti, con l’avanzare dell’età si dovrebbe fare l’opposto di quanto normalmente fanno i runner: accorciare le distanze e privilegiare allenamenti che non deprimano velocità, coordinazione, flessibilità ed elasticità.
La prova
Tempo fa, ci è stato proposto il seguente esperimento: un runner da 41’20” sui 10000 m (3 allenamenti di corsa e un’ora di tennis alla settimana) avrebbe sospeso la corsa per tre mesi portando il tennis a quattro ore settimanali (partite con lo stesso avversario, tennista puro, più o meno dello stesso livello medio del runner).
Risultato: dopo tre mesi il soggetto (a fronte di un modesto aumento ponderale, da 74 a 76,2 kg) correva i 10000 m in 43’15”. Anche considerato che i 2 kg in più, se fossero di tutto grasso, peserebbero per circa 50″-1′ sui 10000, il peggioramento in soli tre mesi di circa 1′ deve fare riflettere, soprattutto considerando il fatto che ci vuole circa un anno per perdere tutti i benefici della corsa (cioè il peggioramento realisticamente sarebbe continuato e, a mio avviso, sarebbe arrivato attorno ai 3-4′). Alcune ipotesi:
- evidentemente il tennis non cura abbastanza la parte aerobica del soggetto; il nostro tester ha calcolato che in un’ora non percorreva più di 5 km, gran parte dei quali al passo;
- ciò ha ripercussioni evidenti anche sul peso forma da runner che risulta più difficile da mantenere;
- probabilmente entra in gioco anche un certo deallenamento alla sofferenza fisica che, nel tennis, non è mai esagerata.
Sembra quindi giustificata la morale riportata sopra. Come molti altri sport (calcio in primis), il tennis ha una valenza salutistica tanto maggiore quanto più è praticato a livello professionistico, mentre a livello amatoriale può essere solo concepito come addizionale (a fini ludici, quindi non integrativo) a un programma aerobico più performante.
Approfondimenti sul tennis
- Tennis: il metodo di apprendimento
- Tennis: quante sedute settimanali?
- Tennis e mal di schiena
- Scegliere la racchetta da tennis
- Scegliere le corde per la racchetta da tennis
- Scegliere le scarpe da tennis
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