L’iperbato è una figura retorica che consiste nella separazione, mediante una o più parole, di due parti del discorso rispetto al loro ordine sintattico consueto. Solitamente questa figura conferisce risalto e significato al discorso o sottolinea un concetto-chiave.
Iperbato – Esempi
Di seguito alcuni esempi di iperbato presenti in grandi opere della letteratura italiana:
- Un esempio tratto dai vv. 19-21 della poesia Trieste di Umberto Saba: «Intorno / circola ad ogni cosa / un’aria strana». L’ordine sintattico normale sarebbe stato: “Intorno ad ogni cosa circola un’aria strana”.
- Altro esempio lo si trova ai vv. 7-8 de La cavalla storna di Giovanni Pascoli: «nelle froge avea del mar gli spruzzi / ancora»; il verso ordinato sarebbe: “nelle froge avea ancora gli spruzzi del mar”.
- Anche il v. 3 del sonetto Solo et pensoso i più deserti campi di Francesco Petrarca è un esempio di iperbato: «e gli occhi porto per fuggire intenti», che avrebbe dovuto essere “e porto gli occhi intenti per fuggire”.
- Al v. 15 del canto XIII dell’Inferno, Dante, mentre spiega il paesaggio e l’atmosfera della selva dei suicidi, afferma: «fanno lamenti in su li alberi strani», che ordinato sintatticamente sarebbe stato “fanno lamenti strani in su li alberi”.
- Questo esempio è invece tratto da Il sabato del villaggio (Leopardi): Siede con le vicine / Su la scala a filar la vecchierella. Il verso ordinato sarebbe “La vecchierella siede con le vicine su la scala a filar”.
Una figura simile all’iperbato è l’anastrofe; anche in essa si ha un’inversione del consueto o naturale ordine di due o più termini della frase, ma nell’anastrofe non è contemplato l’inserimento di un inciso.
La definizione di iperbato è: figura retorica che consiste nella separazione, mediante una o più parole, di due parti del discorso rispetto al loro ordine sintattico consueto
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