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Corrispondenze (Baudelaire)

Corrispondenze è il titolo di uno dei componimenti poetici più noti di Charles Baudelaire ed è considerato uno dei manifesti della poetica simbolista (vedasi L’Ottocento). Fa parte della sezione Spleen e ideale, la prima delle sei che compongono I fiori del male (1857).

La natura è vista come un tempio vivente, una foresta di simboli che solo il poeta, grazie alla sua sensibilità e veggenza, può decifrare.

Traduzione

Corrispondenze ha la struttura di un sonetto in versi alessandrini con rime ABBA CDDC EFE FGG.

La Nature est un temple où de vivants piliers

Laissent parfois sortir de confuses paroles;

L’homme y passe à travers des forêts de symboles

Qui l’observent avec des regards familiars.

Comme de long échos qui de loin se confondent 5

Dans une ténébreuse et profonde unité,

Vaste comme la nuit et comme la clarté,

Les pafums, les couleurs et les sons se répondent.

Il est des parfums frais comme des chairs d’enfants,

Doux comme del hautbois, verts comme les prairies, 10

– Et d’autres, corrompus, riches et triomphants,

Ayant l’expansion des choses infinies,

Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,

Qui chantent les transports de l’esprit et des sens.

Traduzione

 

La Natura è un tempio dove incerte parole

mormorano pilastri che sono vivi,

una foresta di simboli che l’uomo

attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano

tendono a un’unità profonda e buia

grande come le tenebre o la luce

i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.

Profumi freschi come la pelle d’un bambino,

vellutati come l’oboe e verdi come i prati,

altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine – così

l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino

a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.

Corrispondenze – Analisi

Secondo Baudelaire, la realtà che vediamo ne nasconde una più profonda, in cui ogni elemento è legato reciprocamente.

Nella prima quartina di Corrispondenze vengono utilizzate due metafore: quella del tempio, luogo del sacro e del divino, e quella della foresta, luogo in cui ci si può smarrire. Baudelaire presenta la Natura come un tempio vivente formato da pilastri parlanti che l’uomo dotato di chiaroveggenza, cioè il poeta, attraversa e ne coglie messaggi e legami.

I colori, i suoni, i profumi del mondo sono legati tra loro in una sorta di dialogo: nella seconda quartina queste manifestazioni sono paragonate a echi prolungati che partono da lontano e convergono verso lo stesso centro. Il poeta può percepire, grazie alla propria intuizione, i legami tra gli elementi della Natura, ma non conoscerli nel profondo: essi sono infatti fusi in una «unità profonda e oscura / vasta come le tenebre o la luce» (vv. 6-7).

Nelle due terzine il poeta si concentra sulle sensazioni olfattive: da una parte profumi che trasmettono purezza e innocenza (vv. 9-10), dall’altra profumi intensi e invasivi (l’ambra e il muschio sono associati a profumi femminili; il benzoino è una resina esotica da cui si estrae un’essenza pregiata; l’incenso è utilizzato in campo religioso). Centrale è in questo procedimento il ricorso alla figura retorica della sinestesia, che associa due sfere sensoriali differenti.

corrispondenze - Baudelaire

Charles Baudelaire (1821-1867) è considerato il padre dei simbolisti e della poesia moderna in generale

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