Ulisse è un componimento poetico di Umberto Saba che fu pubblicato per la prima volta su L’Unità il 15 settembre 1946; fu posta a conclusione della raccolta Mediterranee, che uscì nel dicembre dello stesso anno, e anche dell’edizione del Canzoniere del 1948.
Il titolo rimanda alla figura dell’eroe omerico, ma nella poesia è il poeta che si presenta come un moderno Ulisse, navigatore instancabile tra le onde dell’esistenza.
Si tratta di una strofa costituita da endecasillabi sciolti.
Testo
Nella mia giovanezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole 5
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto 10
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Ulisse (Saba) – Parafrasi
Di seguito la parafrasi dell’Ulisse di Saba.
Durante la mia giovinezza ho navigato
lungo le coste della Dalmazia. Emergevano
isolotti a pelo d’acqua, coperti di alghe,
scivolosi, splendenti come smeraldi al sole,
dove raramente un uccello si fermava
in attesa di pesci da predare. Quando l’alta marea
e la notte li facevano scomparire, le barche
mosse dal vento si spostavano al largo,
per evitare di incagliarsi. Oggi il mio regno
è quel luogo inabitato. Il faro
del porto rimane acceso per altri; quanto a me,
il mio spirito indomito e il mio tormentato amore per la vita
mi spingono a prendere il largo.
Ulisse (Saba) – Analisi
Il titolo della poesia è un riferimento all’Ulisse dantesco che, spinto dall’insaziabile curiosità, ha attraversato terre e mari, a costo della vita. Nel corso dei secoli egli è divenuto un simbolo dell’uomo che oltrepassa i limiti della realtà superficiale per scoprire la verità più profonda delle cose.
Saba, in questo componimento, si paragona a Ulisse per la sua volontà di spingersi «al largo» (v. 11), nel mare dell’esistenza, compiendo scelte dettate dal proprio «non domato spirito» (v. 12) e da «doloroso amore» (v. 13) per la vita e lasciando «ad altri» l’approdo rassicurante del porto. Quest’ultimo rappresenta infatti lo spazio scelto da chi si accontenta della realtà così come appare e da chi non è curioso di avventurarsi tra gli ostacoli e gli imprevisti dell’esistenza.
Il fatto che il componimento sia posto in chiusura di raccolta lo rende una sorta di testamento poetico: Saba ha spesso compiuto scelte coraggiose per poter offrire una poesia che scavasse nel fondo delle cose e potesse mostrarne l’autenticità, anche a costo di rimanere solo («Oggi il mio regno / è quella terra di nessuno», vv. 9-10).
Ulisse è un componimento poetico di Umberto Saba. Il titolo rimanda alla figura dell’eroe omerico, ma nella poesia è il poeta che si presenta come un moderno Ulisse, navigatore instancabile tra le onde dell’esistenza.
Figure retoriche
Per quanto riguarda le figure retoriche, oltre alle metafore che paragonano la navigazione al viaggio della vita, le scelte audaci allo spingersi al largo e la quiete dell’abitudine al porto, si notano i numerosi enjambement, la sineddoche al v. 7 («vele» sta per barche) e l’anastrofe finale («della vita il doloroso amore»).