• HOME
  • ALBANESI
    • Chi siamo
    • I nostri libri
    • Video
    • Pubblicità
    • Rassegna stampa
    • Contatti
  • Tu
    • Felicità
    • Intelligenza
    • Manuale della cultura
    • Il gioco della vita
    • Test e quiz
    • Gocce di vita
  • Salute
    • Medicina
    • Sintomi
    • Farmaci
    • Esami
    • Benessere
    • Fitoterapia
  • Nutrizione
    • Alimentazione
    • Dieta
    • Cucina e ricette
    • Cucina ASI
    • Alimenti (cibi)
    • Qualità dei cibi
  • Scuola
  • Sport
    • Corsa
    • Running
    • Maratona
    • Altri sport
    • Integratori
    • Medicina sportiva
  • Società
    • Ambiente
    • Diritto
    • Economia
    • Lavoro
    • Politica
    • Religione
  • Casa
    • Casa
    • Giardino
    • Orto
  • Animali
    • Patologie e sintomi
    • Consigli
    • Dal veterinario
    • Razze di cani
    • Gatti e altri amici
  • Scacchi
  • News
Ti trovi qui: Home / Scuola / Italiano / Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare è l’incipit di uno dei più noti sonetti di Dante Alighieri, che si trova nella Vita nova. Quest’opera, la prima unitaria dello scrittore, composta tra 1292 e il 1294, è un prosimetro, cioè un componimento in cui si alternano parti in prosa e parti in versi. Essa è suddivisa in 42 capitoli e raccoglie 31 testi lirici inseriti all’interno di una narrazione biografica in prosa, che ruota attorno all’innamoramento di Dante per Beatrice, figura presente in tutta la scrittura dantesca.

I momenti più importanti della suddetta vicenda amorosa sono il primo incontro (a 9 anni), il secondo (a 18 anni) cui si accompagna il saluto di Beatrice, l’episodio della donna-schermo (cioè una donna che Dante sceglie come amata per non alimentare le maldicenze e le chiacchiere relative al suo amore per Beatrice), la negazione del saluto di Beatrice in seguito alla presunta disonestà di Dante, la poetica della lode, la morte di Beatrice, l’episodio della «donna pietosa» che sembra distrarlo dal suo antico amore e la conclusiva «mirabile visione» che suggerisce a Dante di trattare più degnamente la figura di Beatrice in futuro (e che risulta il primo presagio del progetto della Commedia).

Tanto gentile e tanto onesta pare – Testo

Il sonetto «Tanto gentile e tanto onesta pare» si trova nel XXVI capitolo, quello della lode per la donna amata, che Dante introduce con queste parole:

«volendo ripigliare lo stilo de la sua loda, propuosi di dicere parole, ne le quali io dessi ad intendere de le sue mirabili ed eccellenti operazioni […]. Allora dissi questo sonetto, lo quale comincia: Tanto gentile».

«Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,

che dà per li occhi una dolcezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova:

e par che de la sua labbia si mova

un spirito soave pien d’amore,

che va dicendo a l’anima: Sospira».

Tanto gentile e tanto onesta pare – Analisi

tanto gentile e tanto onesta pare - Testo - Analisi - ParafrasiQuesto sonetto è costituito da rime incrociate nelle quartine (ABBA – ABBA) e invertite nelle terzine (CDE – EDC), com’è tipico della poesia stilnovistica.

Si descrive Beatrice, l’amata del poeta, nell’atto di salutare: ciò consiste nell’augurare e promettere la salvezza a chi la incontra, in quanto la donna è strumento e manifestazione miracolosa della divinità, come esplicitano i versi 7 e 8 («e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare»). Il verso 8 mostra anche la figura retorica dell’allitterazione in m («miracolo mostrare»).

Il tema del saluto di madonna, era caro a Guido Guinizzelli, precursore dello Stilnovismo, ma in questo sonetto troviamo anche la descrizione delle caratteristiche proprie della donna virtuosa cantata dagli altri poeti stilnovisti: la gentilezza, l’onestà, l’umiltà, la dolcezza.

La donna passeggia per le vie di Firenze e chi la guarda sembra essere di fronte a una visione miracolosa, tanto che rimane senza parole e intimorito al guardarla. Si tratta del motivo dell’ineffabilità della bellezza della donna (che torna anche al verso 11), affiancato a quello del tremore come manifestazione dell’amore.

I due aggettivi riferiti alla donna nel primo verso, «gentile» e «onesta», fanno entrambi riferimento alla sua nobiltà: il primo riguarda soprattutto la nobiltà interiore, il secondo invece il decoro esteriore.

Al verso 12 è presente la figura retorica della sineddoche, per cui il termine «labbia» sta per «volto».

Al verso 13 torna la figura retorica dell’allitterazione, questa volta in s: «spirito soave».

Il verbo “parere” è il termine-chiave del componimento e significa non “sembrare”, ma “si manifesta nella sua evidenza”, “si rivela”, a indicare la rivelazione della perfezione della donna.

Il verbo “saluta” ha invece doppia valenza: sta sia per “rivolge il saluto” che per “rivela segni di salvezza”.

Chiunque assista alla visione di Beatrice è coinvolto dalla sua dolcezza e dalla sua semplicità, che non sono comprensibili a parole per chi non partecipa direttamente al suo “miracolo”: di conseguenza, il sonetto ammette il proprio essere insufficiente a esprimere la materia trattata.

Tanto gentile e tanto onesta pare – Parafrasi

Di seguito la parafrasi del testo:

«La mia signora, quando saluta qualcuno,

si rivela tanto nobile e tanto dignitosa,

che ogni lingua diviene muta per il tremare,

e gli occhi non osano guardarla.

Ella procede, sentendosi lodare,

quasi vestita di benevolenza e di umiltà,

e si rivela un essere venuto

dal cielo a mostrare sulla terra la sua natura miracolosa.

Si mostra così bella a chi la guarda,

che trasmette attraverso gli occhi una tale dolcezza al cuore,

che chi non la sperimenta non può capire:

ed è chiaro come dal suo volto emani

uno spirito dolce pieno d’amore

che dice all’anima: Sospira».

Frasi celebri, motti e modi di dire – Frasi di Dante Alighieri

Condividi:
  • Share via Facebook
  • Share via Twitter
  • Share via Email

I BEST SELLER

  • Manuale di cultura generale
  • La felicità è possibile
  • Il manuale completo della corsa
  • Correre per vivere meglio
  • Il metodo Albanesi
  • Il manuale completo dell'alimentazione
  • Guida agli integratori alimentari
  • Migliora la tua intelligenza
  • Capire gli scacchi
  • Il manuale completo della maratona
  • Gli altri nostri libri...



Privacy Policy - Cookie Policy - Cambia impostazioni privacy - Ulteriori informazioni sul GDPR

ATTENZIONE - Le informazioni contenute e descritte in questo sito sono solo a scopo informativo; non possono essere utilizzate per formulare una diagnosi o per prescrivere o scegliere un trattamento, non vogliono né devono sostituire il rapporto personale medico-paziente o qualunque visita specialistica. Il visitatore del sito è caldamente consigliato a consultare il proprio medico curante per valutare qualsiasi informazione riportata nel sito.


L'IDEA REGALO

manuale della cultura Il Manuale di cultura generale è una grande opportunità per chi studia, prepara un concorso, seleziona il personale o, semplicemente, un'idea per un regalo a uno studente o a una persona di cultura. Da poche ore a pochi giorni per costruirsi un’eccellente cultura generale nella materia preferita fra le 43 trattate.

BUONUMORE

barzellette

Ogni giorno una delle nostre barzellette divertenti



I NOSTRI SOCIAL NETWORK

Twitter FacebookYouTubeFeed

modernità Il gruppo Facebook dei nostri più affezionati amici


Thea – San Martino Siccomario (PV) © 2000 - 2021 | P.IVA 01527800187 | Tutti i diritti riservati