Goal è un componimento poetico di Umberto Saba che risale al 1933-1934 e che conclude il gruppo delle Cinque poesie per il gioco del calcio, parte della sezione Parole all’interno del Canzoniere.
Umberto Saba, tifoso della Triestina, racconta il calcio quale manifestazione di partecipazione e coesione collettive.
Si tratta di tre strofe di sei endecasillabi. Il terzo verso è in rima baciata con il quarto, mentre il sesto verso con il primo della strofa successiva.
Testo
Di seguito il testo di Goal.
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con mano, a rilevarsi, 5
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli, 10
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola. 15
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.
Goal (Umberto Saba) – Parafrasi
Di seguito la parafrasi di Goal.
Il portiere, caduto nell’ultimo inutile tentativo
di difendere la propria porta, nasconde a terra
la faccia, per non vedere la luce piena di amarezza.
Il compagno in ginocchio che,
con le parole e con la mano, lo invita a rialzarsi,
scopre i suoi occhi pieni di lacrime.
La folla dei tifosi – uniti dall’entusiasmo – sembra riversarsi
nel campo. I compagni di squadra si gettano
al collo del giocatore che ha segnato.
A coloro che sono consumati dall’odio e dall’amore [gli uomini]
è concesso di vedere, durante la loro vita,
pochi momenti belli come questo.
L’altro portiere è rimasto
vicino alla rete non colpita dal goal. Ma i suoi pensieri
non sono rimasti fermi insieme al corpo.
La sua gioia sembra voler esprimersi con una capriola
e con baci che manda da lontano.
Anch’io – dice – prendo parte alla festa [per la vittoria].
Goal è un componimento poetico di Umberto Saba che risale al 1933-1934 e che conclude il gruppo delle Cinque poesie per il gioco del calcio
Goal (Umberto Saba) – Analisi
Umberto Saba, in questa poesia, coglie come in una fotografia un momento decisivo durante una partita di calcio: una delle due squadre in campo segna un goal e questo provoca, chiaramente, sentimenti differenti.
Le tre strofe riflettono tre sensazioni diverse sperimentate dalle parti in gioco: nella prima l’attenzione è rivolta al dolore del portiere della squadra sconfitta, nella seconda all’entusiasmo dei tifosi della squadra che ha segnato il goal, nella terza alla gioia del portiere della squadra vincitrice, che festeggia solitario.
La prima strofa – con il portiere battuto – è dunque in antitesi rispetto all’ultima, dove soggetto è il portiere della squadra vincitrice: le due figure incarnano la tristezza della sconfitta e la gioia della vittoria che, però, è vissuta in maniera non convenzionale (con l’«anima» e non con «la persona», cioè il corpo) dal portiere, che non raggiunge i compagni (i «fratelli», v. 9) per unirsi all’abbraccio con il «vincitore» (v. 8), colui che ha segnato il goal, ma è costretto a rimanere in difesa della propria porta.
Nella seconda strofa questo episodio calcistico diventa metafora della vita, con gli uomini («quanti l’odio consuma e l’amore», v. 11) che a volte hanno gli occhi «pieni di lacrime» (v. 6) e altre volte fanno capriole di gioia (v. 16) e sono uniti da una «ebbrezza» senza pari.
Il portiere rimasto fermo può essere interpreato come metafora del poeta stesso, che pur distinguendosi, per il proprio ruolo, all’interno della collettività, ne è partecipe.