Le perdite verdi in gravidanza sono una manifestazione clinica che non deve essere mai trascurata perché, generalmente, è indice di un’infezione batterica. Tutte le infezioni del tratto genito-urinario devono essere curate adeguatamente perché esiste il rischio concreto che causino una corioamnionite, una grave patologia che può essere causa di aborto spontaneo oppure di danni fetali o materni.
Le perdite verdi in gravidanza devono indurre quindi la gestante a consultare quanto prima possibile il proprio medico curante o lo specialista ginecologo di fiducia per individuare la causa sottostante il problema e intervenire di conseguenza.
Nota – La colorazione delle perdite può anche essere verde-giallastra.
Perdite verdi in gravidanza – Cause e sintomi associati
Le perdite verdi in gravidanza sono in genere un segno clinico di infezione vaginale; vari possono essere i microrganismi coinvolti; tra questi si segnalano in particolare i seguenti:
- Trichomonas vaginalis
- Neisseria gonorrhoeae
- Chlamydia trachomatis
Altre possibili cause di perdite verdi in gravidanza possono essere le infezioni da Enterococcus faecalis e da Proteus spp.
Tipi di Trichomonas. Il Trichomonas vaginalis è responsabile di infezioni del tratto urogenitale
Alle perdite verdi possono essere associati altri segni e sintomi tra cui cattivo odore, prurito, bruciore e dolore.
Il Trichomonas vaginalis è un protozoo che causa una malattia nota come tricomoniasi; solitamente si trasmette attraverso rapporti intimi non protetti; nelle donne può essere causa di vaginite, cervicite e uretrite; oltre alle perdite vaginali schiumose e maleodoranti di colore verdastro, si hanno prurito intenso e bruciore; possono essere presenti anche lievi perdite di sangue.
Perdite verdi in gravidanza possono essere anche causate da Neisseria gonorrhoeae, batterio responsabile della gonorrea, una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse. Nella donna le manifestazioni cliniche sono più sfumate che nell’uomo; oltre alle secrezioni vaginali, in genere non particolarmente abbondanti, si possono manifestare anche arrossamento e disturbi sporadici della minzione. Il distretto più comunemente colpito è la cervice uterina (cervicite gonococcica).
Anche il batterio Chlamydia trachomatis può essere responsabile di perdite verdi in gravidanza, anche se più spesso la colorazione è bianco-giallastra. In genere l’infezione interessa l’uretra e la cervice uterina. Oltre alle secrezioni vaginali si possono manifestare bruciore e prurito intimi, aumento della frequenza delle minzioni, arrossamento delle parti intime nonché difficoltà nell’espulsione dell’urina e dolore durante e dopo la minzione (stranguria).
Non sempre l’Enterococcus faecalis si trasforma in microrganismo patogeno; quando lo fa può diventare pericoloso dal momento che è in grado di causare malattie più o meno gravi fra cui endocardite, cistite, uretrite, prostatite ecc. Le infezioni del tratto urinario in una donna in gravidanza causate da tale batterio possono dar luogo a numerosi sintomi e segni; oltre a perdite vaginali di colore verdastro o, più frequentemente, giallastro, si possono avere difficoltà nella minzione, dolore e bruciore nella minzione, dolori a livello pelvico e lombare, urine maleodoranti, lievi perdite di sangue ecc.
Le perdite vaginali in gravidanza sono un’evenienza comune; la loro colorazione è importante perché può indirizzare la diagnosi verso certe patologie piuttosto che verso altre
Perdite verdi in gravidanza – Cosa fare
Le perdite verdi in gravidanza sono il segno che è in corso un processo infettivo; è quindi necessario consultare il proprio medico curante che prescriverà gli esami clinici che ritiene più opportuni per individuare il microrganismo patogeno responsabile; una volta individuata con certezza la causa si può procedere con la terapia; le infezioni batteriche si trattano con gli antibiotici; per individuare il medicinale più adatto si ricorre a un antibiogramma, un test di sensibilità batterica agli antibiotici normalmente eseguito dopo l’individuazione e l’isolamento di un agente batterico.
Anche Trichomonas vaginalis, un protozoo, è trattato con farmaci antibiotici, di solito i nitroimidazoli.