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SIDS (sindrome della morte in culla)

La SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) o, più popolarmente, sindrome della morte in culla, è un fenomeno abbastanza raro le cui cause ancora non sono conosciute.

La sindrome della morte in culla è stata definita come entità nosologica a sé stante a partire dal 1969-

Si tratta, come si intuisce dalla terminologia, di un decesso inaspettato relativo a soggetti di età inferiore ai 12 mesi che, perlomeno in apparenza, sono sani. Di fatto, la morte di un neonato viene attribuita alla SISD quando è possibile escludere, attraverso determinate indagini (ivi compresa l’autopsia), tutte le altre cause attualmente note per spiegare il decesso, da malformazioni, a patologie fino ad arrivare a eventi dolosi; quella della SIDS, quindi, è una diagnosi di esclusione.

SIDS

Al mondo, l’incidenza della SIDS è di circa 1,7 ogni mille nati vivi

Come detto, la SIDS è un evento abbastanza raro; l’incidenza media, per quanto concerne i cosiddetti Paesi industrializzati, è di circa un caso ogni 2.000 bambini nati vivi; nel nostro Paese si registrano circa 300 casi annui.

Al momento attuale la morte in culla risulta essere la prima causa di morte nel periodo compreso tra 1 e 12 mesi di età; i neonati di sesso maschile risultano essere quelli più colpiti (60% dei casi); il picco di decessi si registra tra i 2 e i 4 mesi di vita; la gran parte delle morti (90% dei casi circa) avviene entro i primi sei mesi. A partire dal sesto mese di vita, il rischio si riduce in modo graduale.

Il decesso avviene durante il sonno, senza segni di sofferenza.

SIDS: le cause

Come detto, le cause della sindrome della morte in culla sono ignote; la gran parte degli autori però ritiene che alla base del fenomeno vi siano vari fattori scatenanti, alcuni fisici, altri ambientali. Fra quelli fisici (fattori da soli non sufficienti a giustificare il decesso) vengono ricordate alcune anomalie cerebrali congenite (presenza di cellule nervose, legate al meccanismo comunicativo della serotonina, non funzionali) e la nascita pretermine (ricordiamo che viene definito pretermine o prematuro il bambino che viene alla luce prima della 37ma settimana di gestazione; vedasi per approfondimenti Bambino prematuro); i fattori ambientali sono decisamente più numerosi:

  • posizione prona (pancia appoggiata sul letto) o posizione sul fianco durante il sonno (si tratta di due posizioni che non consentono una respirazione adeguata in quanto si verificano più facilmente ostruzioni respiratorie; il bambino dovrebbe dormire in posizione supina)
  • riposo su superfici morbide come per esempio un divano o culla troppo morbidi, un letto ad acqua ecc. (“affondare” nella superficie dove si dorme può creare difficoltà respiratorie)
  • condivisione del letto coi genitori (il rischio è legato soprattutto al fatto che nel sonno uno degli adulti potrebbe assumere una posizione tale da creare difficoltà respiratorie al bambino)
  • esposizione al fumo passivo (secondo quanto riportato nello S. Surgeon General’s Report, il fumo passivo ha connessioni con la SIDS; i bambini morti per SIDS, infatti, tendono ad avere maggiore concentrazione di nicotina e cotinine nei polmoni rispetto a bambini deceduti per altre cause)
  • fumare o essere esposti al fumo passivo nel corso della gravidanza (l’esposizione della madre al fumo, attivo o passivo, predispone a diversi problemi fra cui aborto spontaneo, parto pretermine, basso peso alla nascita, anomalie congenite, SIDS ecc.).
  • uso di alcol e sostanze stupefacenti durante la gravidanza (le statistiche mostrano che le morti per SIDS sono più frequenti nel caso di madri che abusavano di alcol o droghe durante la gestazione)
  • eccessivo abbigliamento e/o eccessivo utilizzo di coperte (se il bambino è eccessivamente vestito e/o troppo coperto, potrebbe andare incontro a ipertermia, ovvero a un eccessivo aumento della temperatura corporea; secondo diversi autori ciò può causare difficoltà respiratorie tali da causare il decesso del neonato).

Altri fattori di rischio considerati statisticamente significativi sono il sesso maschile (come detto, la SIDS interessa maggiormente i maschi), l’età della madre (nel caso di madri di età inferiore ai 20 anni, le morti per SIDS risultano superiori), la razza (in alcune razze, quella nera, quella eschimese e quella degli indiani d’America, si registrano maggiori decessi per SIDS).

I vaccini previsti per l’età neonatale NON rappresentano un fattore di rischio per la sindrome della mortein culla; vi sono al contrario alcuni studi che mostrano come la vaccinazione vaccinazione antidifterite-tetano-pertosse risulti correlata con una riduzione della SIDS.

L’evento

La stragrande maggioranza delle morti improvvise neonatali si verifica durante il sonno notturno (tra la mezzanotte e le 9 del mattino), ma l’evento può verificarsi anche nel corso del riposo diurno del piccolo.

La SIDS è un evento molto particolare, “silenzioso”; non vi sono, infatti, segni premonitori (pianti, segni di sofferenza, comportamenti insoliti); si ritiene che l’evento sia molto rapido.

Le indagini cliniche

Una morte inaspettata in un bambino sano è suggestiva di SIDS, ma ovviamente sono necessari determinate indagini fra cui si devono ricordare:

  • analisi di laboratorio post-mortem (per diagnosticare una SIDS è necessario che vengano esclusi al 100% problemi di natura patologica quali virus, infezioni batteriche ecc.)
  • autopsia (devono essere verificate le condizioni degli organi interni per escludere la presenza di anomalie o problemi fisici potenzialmente fatali)
  • analisi della storia clinica e familiare del neonato (deve essere esclusa la presenza di una predisposizione a patologie respiratorie ecc.)
  • analisi delle circostanze della morte (deve essere escluso l’infanticidio).

La prevenzione della SIDS?

Non esiste la possibilità di prevenire con certezza la SIDS; tuttavia, considerando quanto esposto nel paragrafo Cause, è forse possibile ridurre la percentuale di rischio; è per esempio decisamente importante verificare la posizione del bambino durante il sonno (il piccolo dovrebbe riposare in posizione supina) e la temperatura della stanza dove il piccolo riposa (che dovrebbe attestarsi tra i 16 e i 20 °C circa); si devono poi mettere in atto tutte le precauzioni atte a non indurre ipertermia, si deve cioè fare attenzione a non vestire troppo il bambino così come non si deve coprirlo eccessivamente con coperte o piumoni; vanno assolutamente evitate le coperte riscaldanti e si deve anche evitare di posizionare il lettino o la culla a una distanza troppo vicina a fonti di calore (stufa, termosifone, camino ecc.).

Il materasso del lettino deve essere piuttosto rigido; si deve infatti evitare che il bambino “affondi” nella superficie in cui riposa. Il letto del bambino, inoltre, deve essere tenuto sgombro da oggetti che potrebbero influire con la respirazione del neonato (peluche, giocattoli vari ecc.).

Il fumo va bandito (sia quello attivo che quello passivo). Lo stesso può dirsi per il consumo di sostanze stupefacenti e l’abuso di bevande alcoliche o superalcoliche.

Impatto sui genitori

Com’è facilmente intuibile, la morte del figlio neonato può avere per i genitori un impatto devastante dal punto di vista psicologico tant’è che non sono infrequenti i casi di genitori che sviluppano depressione e sensi di colpa.

In genere, in questi casi, il medico di famiglia consiglia, oltre alla frequentazione di gruppi di supporto composti da famiglie che sono andate incontro a episodi simili, il ricorso a uno psicoterapeuta specializzato in materia.

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