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Annegamento

a cura di Davide Corvi

Questa volta siamo alle prese con un altro tipo di evento tragico: l’annegamento.

Supponiamo di aver visto una persona galleggiare in acqua priva di sensi e di averla portata a riva. La differenza tra annegato e quasi annegato sta nel fatto che nel primo le vostre manovre rianimatorie non avranno alcun successo. Quindi, al momento presente non è possibile sapere se si ha di fronte un annegato (cioè un morto) o un quasi annegato. Anche se l’aspetto della persona è cadaverico, non dobbiamo mai essere noi a constatare la morte di una persona, ma il medico; si deve quindi tentare di rianimarla senza mai porsi il problema se i nostri sforzi siano o meno inutili.

Il modo di comportarsi nei confronti di un annegato (o quasi annegato) rispecchia fedelmente quello che abbiamo imparato nelle lezioni II, III e IV per l’adulto incosciente: quindi non si deve pensare al fatto che chi si ha davanti è un annegato: l’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco. Si deve chiamare il prima possibile il 118 e procedere secondo le indicazioni BLS (Basic Life Support): se la vittima non respira (verificarlo con la manovra GAS), eseguire il massaggio cardiaco e le respirazioni nel classico rapporto 30:2.

Nelle linee guida recenti non hanno invece alcuna indicazione certe manovre, viste spesso nei film, eseguite per rimuovere l’acqua dai polmoni. Infatti, tentare di far uscire l’acqua dai polmoni con i metodi usati in passato è inutile in quanto:

  1. non sempre gli annegati hanno molta acqua nei polmoni (vi è un riflesso di laringospasmo che blocca l’aspirazione di acqua);
  2. la cosa può far perdere secondi preziosi di rianimazione;
  3. la cosa può scatenare il vomito.

Dato che in queste vittime il vomito è frequente, se in qualunque momento dovesse verificarsi questa evenienza è necessario girare il viso da un lato e rimuovere il vomito in qualche modo affinché non venga inalato. Una vittima incosciente che respira va posta nella posizione di sicurezza (sempre che non si sospetti un trauma, sospetto lecito se, per esempio, la vittima ha eseguito un tuffo; in questo caso è meglio tenere sempre la colonna cervicale in asse rispetto al busto). Chi si dovesse trovare nella condizione di dover salvare una persona mentre è ancora in acqua tenga presente questi consigli dell’European Resuscitation Council: meglio cercare, se possibile, di salvare la vittima senza entrare in acqua; se è necessario entrare in acqua, meglio cercare di avere con sé qualche rimedio galleggiante di supporto o una corda.

annegamentoMeno importanti le seguenti informazioni, che vengono fornite solo per approfondire il discorso:

  • solo gli esperti (per esempio i bagnini) possono anche tentare una rianimazione in acqua mentre si porta a riva la vittima; questa rianimazione si esegue solo con le respirazioni (il massaggio sarebbe inefficace) che, nel caso dovesse risultare scomoda la respirazione bocca-a-bocca, saranno “bocca-naso” (si tappa la bocca e si insuffla nel naso).
  • Sarebbe meglio far uscire la vittima dall’acqua in posizione orizzontale (sollevarlo in verticale può causare, se non è ancora in arresto cardiaco, una grave ipotensione se non l’arresto cardiaco stesso).
  • Chi non è impegnato nella rianimazione può pensare a togliere i vestiti bagnati e coprire con molte coperte per prevenire le gravi ipotermie conseguenti alla lunga immobilità in acqua.

Termina qui la parte più importante del nostro mini-corso di rianimazione. Si raccomanda di dedicare particolare attenzione allo studio delle puntate II, III, IV, V e IX. Le altre sono meno importanti. Memorizzando bene le puntate essenziali avremo una base fondamentale per non sentirci totalmente impotenti di fronte a questi eventi drammatici.

Il concetto riassuntivo di tutto il corso

Se dovessimo riassumere tutto il corso in poche parole potremmo dire che:

se una persona è svenuta e non respira bisogna rianimarla con massaggio cardiaco: 30 colpi alternati a 2 respirazioni artificiali oppure, se le respirazioni non sono possibili, con il  solo massaggio cardiaco in continuo. Il 118 va avvisato subito.

Crediti

Dott. Davide Corvi

Anestesista-rianimatore presso: Istituto Ortopedico Galezzi

20161 Milano

Bibliografia e fonti

European Resuscitation Council: Le linee guida (in lingua inglese)

Manuale di Educazione, Sicurezza e Primo Soccorso sulla strada, M. G. Balzanelli; CIC Edizioni Internazionali, Roma 2004.

Torna all’inizio del corso: Rianimazione.

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