Il significato di ortoressia è ossessione maniacale per i cibi sani; chi soffre di ortoressia (ortoressico) preferisce “morire di fame” piuttosto che mangiare cibi che ritiene contaminati o che comunque possano nuocere alla sua salute.
L’ortoressia è stata descritta come problema sociale da un ex-ortoressico, il dietologo Steven Bratman; per quanto Bratman consideri l’ortoressia come una psicopatologia (egli correla determinati comportamenti alimentari a una paura, talvolta maniacale, di ingrassare o di non essere in perfetta salute), tale condizione non è ufficialmente riconosciuta come patologia o comunque menzionata in alcun modo nel DSM 5, il manuale per la diagnostica e la categorizzazione dei disturbi mentali.
Nei casi lievi e in genere transitori di ortoressia (come quelli causati in passato dalle informazioni sulla BSE, il morbo della mucca pazza) il soggetto non arriva a comportamenti dannosi; nei casi più gravi e permanenti, invece, il soggetto affetto da ortoressia cambia a poco a poco stile di vita, si isola per difendersi da chi non vede i “suoi” pericoli e in genere lo irride, vive in uno stato di pericolo che supera con la convinzione che le sue scelte siano assolutamente le uniche “giuste”.
Chi soffre di ortoressia, in genere, non è dotato di una buona cultura che gli consenta di capire le vere cause dei problemi, ritiene giusto solo ciò che comprende e capisce solo teorie semplicistiche e infantili. Questa comprensione gli dà però la forza di andare anche contro un premio Nobel, anzi la scienza ufficiale è spesso vista come qualcosa di demoniaco proprio perché incomprensibile e quindi falso. Anche quando il soggetto è culturalmente elevato (come nel caso di Bratman), preferisce rinnegare ciò che ha appreso perché nella semplicità di poche regole trova la serenità e la pace. In particolare trova geniale la conclusione che “tutto dipende dal cibo“.
Ortoressia – Definizione estesa
Per fortuna pochi sono gli ortoressici classici; purtroppo però la crescente importanza dell’alimentazione nei confronti della salute ha fatto sì che molti modelli alimentari perdessero il senso dell’equilibrio nel tentativo di arrivare in modo automatico al benessere psico-fisico. Motivazioni alimentari, psicologiche, etiche, supportate a volte da tradizionalismo o spinte commerciali, hanno creato un’infinità di modelli differenti, spesso in conflitto tra loro.
Ampliando la definizione di Bratman, definiamo
ortoressico chiunque abbia una posizione integralista in alcuni aspetti della propria alimentazione.
Per una trattazione dell’ortoressia in forma estesa rimandiamo all’articolo Perché non essere ortoressici, dove vengono esaminati nel dettaglio i modelli alimentari più comuni.
Ortoressia è un termine che deriva dal greco orthos -corretto- e orexis -appetito-.
Quando un modello alimentare è ortoressico?
Nell’articolo Perché non essere ortoressici si spiega perché i principali modelli alimentari correnti sono ortoressici. È giusto però considerare anche il grado di ortoressia. Poiché la buona cucina fa parte della qualità della vita, esiste un banale test per verificare se un modello è ortoressico.
Si supponga di pranzare in un ristorante di alta qualità; quanto più è difficile trovare portate coerenti con il modello tanto più il modello è ortoressico.
Vediamo una semplice graduatoria dei modelli più diffusi, ordinati per ortoressia crescente:
Ortoressia – Quando il salutismo diventa irrazionale
Il salutismo può davvero diventare irrazionale e l’ortoressia è uno dei classici esempi. In questo paragrafo riportiamo alcune domande che ci sono state poste e che, come si può notare, denotano una certa mentalità ortoressica.
- semi di lino/semi di sesamo: sul sito di scienza vegetariana consigliano di macinarli prima di consumarli, perché? Non è sufficiente masticarli con attenzione pian piano con i denti? Il mio medico fitoterapeuta dice che secondo lui la macinazione può attivare processi di necrosi cellulare. Macinare o non macinare?
- Cereali soffiati: ho acquistato miglio soffiato da agricoltura biologica da mangiare a colazione; volevo sapere se il procedimento della soffiatura compromette le proprietà nutrizionali (vitamine, minerali) originarie oppure restano inalterate?
- Cereali in chicco: su vegpyramid, un sito di alimentazione vegetariana, si consiglia di mettere in ammollo tutto.
Se è vero che i sovrappeso e coloro che mangiano male sono tantissimi, è pur vero che una piccola fascia della popolazione (a mio avviso inferiore all1%) cura eccessivamente la sua alimentazione. Sono i soggetti che in genere non riescono a:
- fare un bilancio quantitativo dei pro e dei contro;
- vorrebbero quindi che ci fossero solo pro o nessun contro (principio di precauzione).
Io chiamo questi soggetti “salutistici irrazionali” perché non usano la ragione per capire che la loro strategia li porta a uno scadimento globale della vita (a causa di rinunce, complicazioni, paure ecc.) senza avere nessun vantaggio.
Una regola della nostra dieta italiana recita:
(4) Chi mangia male vivrà peggio, ma chi spera di conquistarsi il paradiso mangiando benissimo è un illuso.
Appare sicuramente opportuno riflettere sul fatto che certi atteggiamenti ipersalutistici sono noti da ormai 30-35 anni. Quando nacque il salutismo irrazionale, i suoi fautori credevano (e lo credono pure ora, il che è grave perché sono stati smentiti dagli anni che passano) che sarebbero stati immuni dal cancro e da altri terribili malattie, che non sarebbero invecchiati ecc. Invece dopo 25 anni li vedi invecchiati e con gli stessi problemi del resto della popolazione.
Personalmente ritengo che un corpo forte (attività fisica), magro (lotta al sovrappeso e buona qualità dei cibi senza essere maniacali) e una mente equilibrata valgano molto di più che riti scaramantici privi di spessore scientifico. Vorrei quindi rispondere in modo spiritoso (ma con un fondo di verità) alle domande soprariportate:
1) semi di lino/sesamo – Il consiglio di macinarli è una delle complicazioni di cui parlavo. Il timore della terribile necrosi cellulare è un esempio di paura. Perché non interrogare uno per uno i semi con metodi da Guantanamo per farsi dire dove sono stati conservati, la temperatura che hanno dovuto subire, lo smog che si sono beccati durante il trasporto al magazzino ecc.?
Soluzione di Albanesi: non usa semi di sesamo/lino perché nel becchettarli per sminuzzarli con calma si sentirebbe tanto un bipede piumato…
2) Cereali soffiati – Qualunque procedimento che alzi la temperatura può distruggere una parte dei principi nutritivi, peraltro temperature sufficientemente elevate sono necessarie per l’igiene dei cibi. Morale: perché pretendere che tutto resti inalterato? Se un cibo mi apporta una ragionevole quantità di nutrienti mi accontento (e gran parte dei prodotti lo fanno; sicuramente i cereali, anche quelli industriali, che sono una delle categorie a minor rischio). Lo sai che un fagiolino dopo poche ore dalla raccolta perde un 10-20% di vitamina C? E allora che faccio? Mi trasferisco nel campo del produttore e pranzo direttamente dalla pianta?
Pretendere che tutto resti inalterato mi ricorda tanto un mio vecchio zio che all’avvento delle macchine per raccogliere il granoturco non si rassegnava che venissero perse alcune pannocchie: seguiva la macchina per tutto il giorno e raccoglieva a mano le pannocchie rimaste. Morale: per sera aveva fatto un bel sacco, ma il ricavato del granoturco salvato non era sufficiente a pagare l’antidolorifico per il suo mal di schiena!
3) Cereali in chicco in ammollo – Mitica. Secondo alcuni tenerli in ammollo facendo partire la germogliazione migliorerebbe il contenuto nutritivo del chicco. In realtà queste persone non sanno mai nemmeno di quali sostanze si parli o di cosa comporti il processo di germogliazione, tramandano per sentito dire.
Ora però capisco perché un runner, salutista irrazionale, che più di 35 anni fa mi stracciava regolarmente ora, benché più giovane, non mi vede nemmeno (nel senso che è troppo indietro…). Anziché allenarsi, spende troppo tempo nel mettere in ammollo i cereali!
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