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Ortocheratologia

L’ortocheratologia è una tecnica che usa lenti a contatto permeabili ai gas (e in particolare all’ossigeno) che rimodellano temporaneamente la cornea per ridurre errori di rifrazione come miopia, ipermetropia e astigmatismo. Le lenti per ortocheratologia hanno una conformazione particolare, definita a geometria inversa.

L’ortocheratologia può essere utilizzata in alternativa agli occhiali, alla chirurgia refrattiva o per coloro che preferiscono non indossare le lenti a contatto durante il giorno. L’ortocheratologia viene spesso utilizzata per i candidati con un deficit massimo di 5-6 diottrie di miopia, 1,5-1,75 diottrie di astigmatismo, 2-3 diottrie di ipermetropia e 2 di presbiopia.

Attualmente viene soprattutto utilizzata per bambini o adolescenti; è comunque preferibile che sia lo specialista che ne indichi l’effettiva indicazione.

Viene spesso indicata anche come Ortho-K, OK, correzione della vista notturna, terapia di rifrazione corneale (CRT), sistema di modellamento della visione.

ortocheratologia

La miopia è uno dei difetti visivi che si possono correggere con la ortocheratologia

La storia

I medici hanno scoperto i fenomeni di rimodellamento delle lenti in vetro già negli anni ’40 del secolo scorso. George Jessen creò quello che fu probabilmente il primo progetto di ortocheratologia negli anni ’60 (commercializzato come Orthofocus). I primi risultati non furono incoraggianti a causa della loro estrema variabilità. Le soluzioni continuarono a essere migliorate, ma fu solo verso gli anni ’90 che si ottennero risultati ripetibili grazie alla topografia corneale computerizzata che poteva mappare accuratamente la curvatura superficiale della cornea utilizzando una procedura di imaging non invasiva e indolore. Associando i dati della topografia allo sviluppo di nuovi materiali di base per lenti rigide permeabili ai gas (con livelli molto più elevati di permeabilità all’ossigeno) fu possibile utilizzare l’ortocheratologia durante la notte. Infine, l’introduzione di torni di precisione controllati da computer migliorò il livello di precisione, offrendo così la prospettiva di una produzione su scala industriale. All’inizio del XXI sec. l’ortocheratologia ricevette l’approvazione anche dell’FDA americana.

Le ricerche

Si dovette però attendere fino al 2006-2007 per trovare articoli e studi riguardanti l’ortocheratologia (British Contact Lens Association e Global Orthokeratology Symposium) che indicarono la possibilità che l’ortocheratologia rallentasse o bloccasse la progressione miopica. Attualmente esistono ricerche che indicano che la riduzione della progressione miopica è all’incirca del 50%, paragonabile a quella del trattamento con atropina allo 0,01%, con incertezza residua sul possibile effetto di rimbalzo dopo l’interruzione dell’uso dell’ortocheratologia.

Ortocheratologia: come funziona

Il meccanismo alla base dell’ortocheratologia sarebbe il fatto che la pressione della lente CRT interferisce con la crescita delle cellule della cornea (a cui si deve circa il 60% del potere di focalizzazione dell’occhio): una minore vicinanza coincide con una crescita aggiuntiva e una maggiore prossimità coincide con la repressione della crescita creando così una “pressione prossimale” sulle cellule epiteliali: 6 µm di appiattimento dello spessore corneale (circa il 5% dello spessore di un capello umano) determina 1 diottria di visione alterata nella miopia. Pertanto, è possibile utilizzare una lente di forma speciale per premere leggermente la cornea, facendola gradualmente rimodellare alla forma corretta per una visione focalizzata. L’effetto correttivo dura fino a 72 ore.

Nota importante – Per l’impiego della ortocheratologia diventa quindi fondamentale eseguire una topografia corneale prima dell’avvio della metodica e dopo la prima notte di applicazione, eventualmente modificando le lenti. Solo dall’esito della topografia corneale si può avere una risposta alla domanda se il trattamento funziona o no.

Le lenti ortocheratologiche devono quindi essere indossate regolarmente con continuità in modo da preservare e mantenere la forma corneale corretta. La cornea sperimenta un significativo grado di adattamento entro poche ore o giorni, sebbene l’adattamento completo richieda spesso 2-3 settimane. Una volta raggiunto l’adattamento, gli studi della FDA hanno mostrato che oltre il 65% dei pazienti ha raggiunto una vista 10/10 e oltre il 90% ha raggiunto 5/10 o meglio.

Fattori negativi sui risultati possono essere:

  • la severità del disturbo;
  • la rigidità della cornea (che si oppone al rimodellamento);
  • la quantità del film lacrimale del paziente.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Le controindicazioni principali sono:

  • infiammazioni o infezione del segmento anteriore dell’occhio o della cornea (cheratite, congiuntivite);
  • occhi molto secchi o bassa umidità degli occhi;
  • ipoestesia corneale (bassa sensibilità);
  • allergie agli occhi, comprese le allergie alle soluzioni per lenti a contatto.

Durante il primo mese di utilizzo quando la zona di trattamento sulla superficie della cornea sta per diventare completamente formata, alcuni soggetti potrebbero riscontrare problemi di visione come aloni o lampi, visione doppia, problemi di contrasto, soprattutto di notte. Se questi problemi persistessero, la causa potrebbe essere dovuta alla mancanza di centratura della lente sull’occhio e/o a dimensioni della pupilla eccessivamente grandi (in condizioni di luce o buio). La risoluzione può essere possibile mediante riprogettazione, modifiche del materiale o migliore umidificazione degli occhi.

Possono verificarsi complicazioni (ulcere corneali batteriche) dovute alla mancata osservanza da parte del paziente delle opportune raccomandazioni igieniche durante la manipolazione o la pulizia delle lenti. Un problema comune è l’uso dell’acqua di rubinetto per il risciacquo in quanto ciò potrebbe causare un accumulo indesiderato di minerali.

Le complicazioni possono anche essere dovute all’ipossia corneale relativa (mancanza di ossigeno) in lenti realizzate con materiale sbagliato.

Tipi di lenti

Le lenti per ortocheratologia sono prodotte da diverse aziende e tutte utilizzano speciali lenti a contatto permeabili ai gas per rimodellare la cornea. Il materiale delle lenti (e in particolare la sua permeabilità all’ossigeno misurata dalla sua valutazione “Dk”, maggiore è il valore, maggiore è il grado di permeabilità all’ossigeno) è importante per mantenere la salute degli occhi durante il trattamento.

Costi dell’ortocheratologia

L’ortocheratologia è una tecnica dai costi piuttosto elevati sia per gli esami che vengono richiesti (sia preventivi sia durante il trattamento) sia per le visite specialistiche sia per il prezzo di un paio di lenti ortocheratologiche che può oscillare fra i 200 e i 500 euro circa.

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