La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che ha come scopo l’aumento del volume del seno; oltre a ciò, con questo tipo di intervento è possibile effettuare delle modifiche anche alla sua forma. Ricorre quindi a questo tipo di operazione chi intende migliorare proporzioni, forma e volume del proprio seno.
La mastoplastica additiva consiste sostanzialmente nel posizionare delle protesi (protesi mammarie) in silicone o in soluzione salina, le cui dimensioni e forma consentano di raggiungere il risultato desiderato.
Talvolta si ricorre alla mastoplastica additiva quando si deve porre rimedio alla cosiddetta asimmetria mammaria (differenza di volume tra le due mammelle).
Non è consigliabile ricorrere alla mastoplastica additiva prima che sia terminato completamente lo sviluppo del seno, cosa che accade generalmente verso i 18 anni di età.
La mastoplastica additiva non è considerato un intervento particolarmente complesso e può anche essere abbinato ad altre operazioni di chirurgia estetica (mastopessi, liposuzione ecc.).
Come la maggior parte degli interventi anche la mastoplastica additiva non è completamente scevra da possibili complicanze; in questo tipo di operazione, le complicanze forse più “temute” sono due: la rottura delle protesi mammarie e la contrattura capsulare.
Rottura delle protesi mammarie – Generalmente una protesi mammaria ha una vita media di circa 12 anni, ma non vi è la garanzia assoluta che la rottura non possa verificarsi anche molto tempo prima, come del resto è possibile che una protesi vada ben oltre questo periodo di tempo. Nel caso si verifichi una rottura di una protesi mammaria si deve procedere con la sua sostituzione. Se la paziente non desidera procedere alla sostituzione è necessario rimuovere completamente le protesi e, eventualmente, effettuare un intervento di mastopessi al fine di correggere l’eventuale difetto di forma che potrebbe essersi generato.
La contrattura capsulare – Dopo che la protesi è stata inserita, essa viene circondata dalla cosiddetta capsula periprotesica, un tessuto cicatriziale molto sottile e soffice; in alcuni casi però tale capsula tende all’ispessimento e alla retrazione; non vi sono certezze sul perché si verifichi questo problema e quindi non esiste alcuna possibilità di prevederlo e prevenirlo. La contrattura capsulare è un fenomeno poco frequente, ma non rarissimo. Tale fenomeno è talvolta definito, invero impropriamente, con la locuzione rigetto delle protesi. La gravità della contrattura capsulare viene misurata in base a quattro gradi di severità; le contratture capsulari di grado lieve (1 e 2), normalmente non sono trattate; per quelle di grado più severo (3 e 4) à necessario provvedere alla sostituzione delle protesi.
A prescidere da eventuali complicanze comunque, le case produttrici consigliano una sostituzione delle protesi dopo che sono trascorsi dieci anni dall’impianto.
La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che ha come scopo l’aumento del volume del seno, eventualmente modificandone la forma
Mastoplastica additiva: prima e dopo
Prima dell’intervento di mastoplastica additiva è necessaria un’accurata visita pre-operatoria nella quale saranno valutate forma e dimensioni del seno, dell’areola e del capezzolo e, conseguentemente, si illustreranno le scelte che il chirurgo ritiene più opportune (tipo di protesi, posizionamento dell’impianto, via di accesso ecc.). Come accennato in precedenza, i tipi di protesi più utilizzati sono quelli in silicone oppure quelli in soluzione salina; esistono anche altri tipi di protesi, ma ormai sono in disuso. La superficie delle protesi può essere liscia o rugosa; le protesi con la superficie liscia, una volta inserite, sono meno percepibili al tatto, ma con quelle a superficie rugosa si osserva un minor numero di contratture capsulari (vedasi paragrafo precedente).
A oggi non esistono evidenze scientifiche che provino una relazione tra l’inserimento di protesi mammarie e la comparsa (o l’aumentata incidenza) di tumore al seno.
Le incisioni che consentono l’inserimento delle protesi vengono effettuate generalmente dall’areola, dal solco sottomammario oppure dalla zona ascellare. Effettuate le incisioni si provvede al posizionamento delle protesi, posizionamento che può essere effettuato in sede retromammaria, in sede retromuscolare o in sede parzialmente retromuscolare. Il posizionamento che in genere consente un migliore risultato dal punto di vista estetico è quello al di sotto del muscolo grande pettorale.
La mastoplastica additiva è un intervento che può essere effettuato in anestesia locale con sedazione in regime di day-hospital oppure in anestesia generale; in quest’ultimo caso la paziente dovrà passare almeno una notte nella struttura sanitaria presso la quale si è tenuto l’intervento.
La durata di un intervento di mastoplastica additiva oscilla fra una o due ore.
Nei primi due giorni successivi all’intervento di mastoplastica additiva si dovrà osservare un riposo pressoché assoluto, dopodiché è possibile riprendere le attività più leggere. Gonfiore, dolore ed ecchimosi post-operatori sono da considerarsi normali. La ripresa completa di tutte le attività può essere fatta dopo circa tre-quattro settimane.
Mastoplastica additiva: i costi
Il costo indicativo di una mastoplastica additiva va dai 5.000 ai 9.000 euro a seconda dei casi.
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