Esiste una relazione fra mal di testa e assunzione di bevande alcoliche? La risposta è senz’altro positiva; è infatti noto ormai da tempo che gli alcolici sono uno dei vari fattori in grado di scatenare il mal di testa; nelle persone particolarmente predisposte, poi, sono sufficienti quantità molto piccole di bevanda per causare un attacco.
Va precisato che, secondo i dati attualmente a disposizione, non per tutte le forme di mal di testa l’assunzione di alcolici ha la medesima importanza.
Secondo alcuni studi, infatti, un’assunzione moderata di alcol rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di emicrania in una parte limitata di casi (si va dal 10 al 30% circa); numeri inferiori si riscontrano nel caso di cefalea tensiva; è però vero che, un’assunzione elevata di bevande alcoliche può essere la causa di una cronicizzazione di quest’ultimo disturbo.
È altresì noto che l’alcol rappresenti il più importante fattore scatenante degli attacchi di cefalea a grappolo; peraltro, molto spesso, sono sufficienti quantità molto piccole per provocarne l’insorgenza.
Mal di testa: è davvero l’alcol il responsabile?
Alcuni studi hanno messo in evidenza che, relativamente all’insorgenza del mal di testa, se per alcuni soggetti non ci sono significative differenze fra l’assunzione di vino, vino bianco, birra o superalcolici, ve ne sono altri che possono tollerare tranquillamente determinate quantità di alcol contenute in una certa bevanda alcolica (per esempio, il vino rosso) e accusare mal di testa se assumono le stesse quantità di alcol però assumendo una bevanda alcolica diversa (per esempio, vino bianco o birra). I meccanismi alla base di questa diversa suscettibilità a determinate bevande alcoliche piuttosto che ad altre non è perfettamente noto, ma è plausibile ritenere che il fattore scatenante il mal di testa non sia tanto l’alcol in sé stesso quanto una diversa combinazione di determinate sostanze vasodilatatrici presenti al suo interno (per esempio istamina e tiramina).
Fra le varie sostanze contenute nell’alcol che si pensa possano favorire l’insorgere del mal di testa vi sono i cosiddetti “congeneri” (per esempio, tannini, furfurali, acetaldeide, acetone ecc.); sono molecole che appartengono allo stesso genere, ma non hanno la stessa massa molecolare; sono presenti in grandi quantità in certi tipi di bevande alcoliche e in quantità molto più limitate in altre. In altri termini, da questo punto di vista, esistono differenze fra una sostanza alcolica e l’altra; per esempio, in linea generale, le bevande alcoliche di colore più scuro, invecchiate nelle botti, contengono solitamente concentrazioni maggiori di congeneri (fa eccezione la tequila che, pur essendo una bevanda di colore chiaro, ha quantità abbastanza elevate di queste sostanze). Fra le bevande che ne contengono di più vanno ricordati il bourbon e i whisky statunitensi e canadesi; quantità decisamente più basse, invece, si trovano nel gin e nella vodka.
Anche il prezzo della bevanda ha la sua importanza; di solito, infatti, gli alcolici molto costosi hanno quantità di congeneri più basse perché vengono sottoposti a processi di distillazione di maggiore qualità rispetto a quelli relativi a bevande di basso costo.
Non per tutte le forme di mal di testa l’assunzione di alcolici ha la medesima importanza
Cosa fare?
Il consiglio più sensato che si può dare è quello della moderazione nel bere; ovviamente, in soggetti particolarmente sensibili, nei quali possono bastare piccole quantità di bevanda a scatenare un fastidioso mal di testa, è opportuno prendere in considerazione l’abolizione degli alcolici dalla dieta. È poi ovviamente sconsigliato l’assumere un qualsiasi tipo di alcolico quando è in corso un attacco di mal di testa. Si rischierebbe, infatti, di peggiorare ulteriormente la situazione.
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