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Latte materno

Il latte materno (anche latte di donna o latte umano) è l’alimento più adatto alla nutrizione del neonato in quanto fornisce a quest’ultimo tutti i nutrienti che gli sono necessari dal punto di vista immunologico e nutrizionale ovvero proteine, ferro, acidi grassi polinsaturi e altre sostanze bioattive e immunologiche. È per questo motivo che unanimemente, l’allattamento al seno è considerata la scelta migliore per l’alimentazione del neonato; non è però sempre possibile allattare al seno e quindi, molte volte il latte materno deve essere integrato o sostituito con altri tipi di latte. Per approfondimenti sull’allattamento rimandiamo al nostro articolo Allattamento.

Gli ingredienti del latte materno possono essere suddivisi in tre grandi categorie; la prima è quella relativa a ingredienti come il lattosio che sono tipici di un organo (nel caso del lattosio il sistema nervoso dei mammiferi), ma non di una specie; la seconda categoria è quella relativa a ingredienti tipici di una specie, ma non di un organo (per esempio le immunoglobuline) e la terza è quella relativa a ingredienti comuni per organi e specie (la stragrande maggioranza delle proteine e dei grassi).

La composizione del latte umano non è sempre la stessa, in quanto è influenzata da diversi fattori, in particolar modo dal periodo della lattazione; il latte materno che il lattante succhia nei primi giorni dalla sua nascita non è latte vero e proprio, ma colostro (il cosiddetto primo latte); il colostro è un liquido particolarmente denso dalla colorazione giallastra conferitagli dalla notevole presenza di caroteni; il colostro, ricco di immunoglobuline, contiene mediamente un 45% di carboidrati, un 25% di proteine e un 30% di grassi. Dopo cinque o sei giorni la mammella non produce più il colostro, ma il cosiddetto latte di transizione dopodiché si passa al cosiddetto latte maturo.

Principali proprietà del latte materno

Le proprietà principali del latte materno sono quelle nutritive, quelle antinfettive e quelle antiallergiche.

latte maternoCome già accennato in precedenza il latte umano è considerato il cibo ideale per il neonato; esso provvede a tutte le esigenze alimentari del lattante e, a cose normali, non vi è la necessità di integrazioni particolari. Alcuni rilevano che presenta una certa carenza di ferro, ma l’apporto di questo minerale non riveste particolare importanza durante il periodo della lattazione dal momento che il neonato ne ha delle scorte costituitesi in fase prenatale che gli sono più che sufficienti.

Molti autori ritengono che sia da ascrivere al latte materno un ruolo di prevenzione relativamente alla comparsa di obesità precoce; questa caratteristica positiva sarebbe dovuta al fatto che la quota lipidica presente nel latte umano si presenta con maggior concentrazione nella fase finale della poppata provocando nel lattante una sensazione di sazietà. Ovviamente, come si può ben immaginare, non si può dire la stessa cosa quando si parla di latte artificiale.

Sul ruolo antinfettivo del latte materno esistono ben poche discussioni di sorta; se dal punto di vista nutrizionale le differenze fra latte umano e latte artificiale possono essere ridotte al minimo, dal punto di vista immunitario non si può dire la stessa cosa; da questo punto di vista, infatti, il primo vince decisamente il confronto.

Interessanti sono anche le proprietà antiallergiche del latte materno, dovute essenzialmente alla presenza delle IgA (immunoglobuline A); il ruolo antiallergico del latte materno sembra fuori discussione; ciò è probabilmente legato al fatto che un allattamento a base di latte umano prolunga il periodo in cui il neonato non ha contatto con gli altri alimenti e ciò consente un maggior sviluppo del sistema immunitario. Esistono però, a onor del vero, anche veri e propri casi di allergia al latte materno, si tratta però di casi estremamente rari.

Latte materno e latte vaccino: un confronto

Il latte vaccino è un tipo di latte fra abbastanza simile, per certi versi, a quello materno; il loro confronto è quindi sensato nell’ottica della nutrizione del bambino.

Su varie fonti si trovano tabelle di confronto talvolta abbastanza diverse tra loro, tant’è che, per esempio, in alcune di esse il latte materno risulta apportare maggiori calorie dell’altro, mentre in altre tabelle risulta il contrario; ovviamente vi sono anche differenze relative alla suddivisione dei macronutrienti; tutto sommato comunque si parla di differenze che non inficiano il discorso generale e le considerazioni finali che vengono fatte dai vari autori sono pressoché unanimi.

Dal punto di vista calorico, il latte vaccino e quello materno sono pressoché equivalenti (il latte materno apporta circa 65 kcal/100 g, mentre quello vaccino ne apporta circa 68-70).

Dal punto di vista dei macronutrienti (il confronto viene fatto su 100 g di latte) il latte vaccino risulta essere più proteico (3,3 g di proteine per il latte vaccino contro 1,2 g del latte materno), meno zuccherino (i carboidrati del latte vaccino ammontano a 4 g contro i 7 del latte materno) e sostanzialmente uguale nell’apporto lipidico (3, 5 circa in entrambi). Il latte materno risulta inoltre più ricco in lattosio (6 g contro 4). Una certa differenza è rilevabile anche nella componente qualitativa dei lipidi (quantitativamente abbiamo visto che i due tipi di latte sono equivalenti); il latte materno, infatti, ha una componente lipidica così suddivisa:

  • 45% acidi grassi saturi
  • 55% acidi grassi insaturi;

mentre nel latte vaccino è la seguente:

  • 75% acidi grassi saturi
  • 25% acidi grassi insaturi.

La differenza nell’apporto proteico fra i due tipi di latte (decisamente minore nel latte materno) riveste una certa importanza; essendoci un rapporto di circa 3 a 1, è di vitale importanza, nel caso si dovesse utilizzare il latte vaccino per l’alimentazione del neonato, che esso venga opportunamente diluito perché un eccesso di proteine può creare diversi problemi al lattante. Tali problemi sono dovuti al fatto che se la quota di proteine è particolarmente elevata, esse precipitano a livello dell’apparato digerente in grandi fiocchi che formano una specie di massa nodulare che il neonato rigurgiterà; la proteina maggiormente responsabile di questo particolare fenomeno è la caseina, essa costituisce la stragrande maggioranza della quota proteica del latte vaccino (2,9 g su 3,3 g di proteine ogni 100 g di latte). La diluizione però, oltre a ridurre la quota proteica, determina una diminuzione della quota lipidica; sarà opportuno quindi addizionare il latte vaccino di acidi grassi insaturi che altrimenti risulterebbero quantitativamente insignificanti. Dal momento che il latte vaccino è meno ricco di carboidrati, si può provvedere aggiungendo un’opportuna quantità di glicidi.

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