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Zofenopril

Prima di assumere un farmaco consultare sempre il foglietto illustrativo che l’accompagna. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.

Lo zofenopril calcio è un ACE-inibitore; gli ACE-inibitori sono sostanze che bloccano l’enzima che converte angiotensina I in II e vengono utilizzate soprattutto nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, nel post-infarto del miocardio e nello scompenso cardiaco cronico.

Gli effetti benefici dello zofenopril nel trattamento dell’ipertensione e dell’infarto miocardico acuto si manifestano primariamente nella soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone plasmatico.

Dopo 24 ore dalla somministrazione orale di una singola dose di 30 mg e 60 mg di zofenopril calcio, l’attività plasmatica dell’ACE viene soppressa rispettivamente del 53,4% e del 74,4%.

Nei pazienti con ipertensione, la somministrazione di zofenopril determina una simile riduzione della pressione arteriosa sia in ortostatismo che in clinostatismo, con nessun aumento compensatorio del battito cardiaco. Le resistenze sistemiche vascolari medie tendono a diminuire dopo somministrazione di zofenopril.

In alcuni pazienti sono necessarie diverse settimane di terapia per il raggiungimento di una riduzione ottimale della pressione arteriosa. Gli effetti antiipertensivi perdurano nella terapia a lungo termine.

Un’interruzione improvvisa della terapia non è stata associata a un rapido aumento della pressione arteriosa. Attualmente non ci sono dati relativi agli effetti di zofenopril sulla morbilità e mortalità nei pazienti ipertesi.

L’efficacia clinica conseguente all’uso iniziale di zofenopril a seguito di infarto miocardico è correlata a molti fattori, quali la riduzione dei livelli plasmatici di angiotensina II e l’incremento delle concentrazioni plasmatiche e tessutali di sostanze vasodilatatorie (sistema chinina-prostaglandina).

Un noto farmaco a base di zofenopril è Bifril.

A cosa serve lo zofenopril

Ipertensione

Lo zofenopril è indicato nel trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale da lieve a moderata.

Infarto miocardico acuto

Lo zofenopril è indicato nel trattamento, iniziato entro le prime 24 ore, di pazienti con infarto miocardico acuto, con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca, emodinamicamente stabili, che non sono stati sottoposti a terapia con trombolitici.

Posologia e modo di somministrazione

Posologia

Ipertensione

La necessità di un aggiustamento del dosaggio viene determinata con la misurazione della pressione arteriosa immediatamente prima di una nuova somministrazione. La dose deve essere aumentata a intervalli di quattro settimane.

Pazienti non ipovolemici e senza deplezione salina

Il trattamento con zofenopril deve essere iniziato con 15 mg una volta al giorno, aumentando la dose fino a raggiungere un controllo ottimale della pressione arteriosa.

La dose efficace solitamente è 30 mg una volta al giorno. La dose massima è 60 mg al giorno da somministrare in una dose singola o in due dosi separate.

In caso di inadeguata risposta terapeutica possono essere aggiunti altri farmaci antiipertensivi, come i diuretici.

Pazienti con sospetta ipovolemia o deplezione salina

Con la prima dose possono verificarsi episodi di ipotensione nei pazienti ad alto rischio. L’inizio della terapia con ACE-inibitori richiede la correzione dell’ipovolemia e/o della deplezione salina, l’interruzione di una preesistente terapia diuretica per due o tre giorni prima dell’ACE-inibizione, e una dose iniziale di 15 mg al giorno. Nel caso non sia possibile quanto sopra, la dose deve essere di 7,5 mg al giorno.

I pazienti ad alto rischio di ipotensione grave acuta devono essere attentamente monitorati, preferibilmente in ospedale, dopo la somministrazione della prima dose, per tutto il periodo necessario al raggiungimento del massimo effetto terapeutico, e ogni volta che si aumenti la dose terapeutica degli ACE-inibitori e/o dei diuretici. Quanto precedentemente detto deve applicarsi anche a pazienti con angina pectoris o malattie cerebrovascolari per i quali una eccessiva ipotensione potrebbe causare un infarto miocardico o accidenti cerebrovascolari.

Posologia in pazienti con compromissione renale e pazienti sottoposti a dialisi

In pazienti ipertesi con lieve compromissione renale (clearance della creatinina >45 ml/min) può essere attuata una terapia con zofenopril con la stessa dose e con lo stesso regime posologico di una volta al giorno, come per i pazienti con funzione renale normale. I pazienti con compromissione renale da moderata a grave (clearance della creatinina <45 ml/min) devono essere trattati con la metà della dose terapeutica di zofenopril; il regime posologico di una volta al giorno non richiede modifica.

La dose iniziale ed il regime posologico di zofenopril per i pazienti ipertesi sottoposti a dialisi devono essere di un quarto di dose rispetto a quanto indicato nei pazienti con funzione renale normale.

Recenti osservazioni cliniche hanno mostrato un’alta incidenza di reazioni simil- anafilattiche nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori durante emodialisi eseguite con membrane ad alto flusso o durante LDL aferesi.

Posologia in pazienti anziani

Non sono necessari aggiustamenti posologici nelle persone anziane con clearance normale della creatinina.

Nelle persone anziane con clearance della creatinina ridotta (<45 ml/min), si raccomanda la somministrazione di metà della dose giornaliera.

La clearance della creatinina può essere calcolata a partire dalla creatinina sierica in base alla seguente formula:

zofenopril

Tale formula fornisce la clearance della creatinina nei soggetti di sesso maschile. Nella donna il valore ottenuto deve essere moltiplicato per 0,85.

Posologia in pazienti con compromissione epatica

Nei pazienti ipertesi affetti da compromissione epatica da lieve a moderata, la dose iniziale di zofenopril è la metà rispetto a quella prevista nei pazienti con funzione epatica normale.

Zofenopril è controindicato nei pazienti ipertesi affetti da compromissione epatica grave.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di ZOFENOPRIL nei bambini di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. Pertanto non deve essere usato nei bambini.

Infarto miocardico acuto

Il trattamento con zofenopril deve iniziare entro 24 ore dopo l’insorgenza dei sintomi di infarto miocardico acuto e continuato per sei settimane.

La posologia è la seguente:

  • 1° e 2° giorno: 7,5 mg ogni 12 ore
  • 3° e 4° giorno: 15 mg ogni 12 ore
  • dal 5° giorno in poi: 30 mg ogni 12 ore.

In caso di bassa pressione sistolica (≤120 mmHg) all’inizio del trattamento o durante i primi tre giorni successivi all’infarto miocardico, la dose giornaliera non deve essere aumentata. In caso di ipotensione (≤100 mmHg), il trattamento può essere continuato con l’ultima dose tollerata. In caso di ipotensione grave (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg in due misurazioni consecutive a distanza di almeno un’ora l’una dall’altra), il trattamento con zofenopril deve essere interrotto.

Dopo 6 settimane di trattamento i pazienti devono essere rivalutati ed il trattamento deve essere sospeso nei casi in cui non vi siano più segni di disfunzione ventricolare sinistra o insufficienza cardiaca. In presenza di tali sintomi, il trattamento può essere protratto a lungo termine.

Ai pazienti vanno anche somministrate, qualora appropriato, terapie standard, quali nitrati, aspirina o beta-bloccanti.

Pazienti anziani

Nei pazienti con infarto miocardico di età superiore ai 75 anni zofenopril deve essere usato con cautela.

Posologia nei pazienti con compromissione renale e dializzati

L’efficacia e la sicurezza di zofenopril non sono state stabilite in pazienti con infarto miocardico con compromissione renale o che si sottopongono a dialisi. Pertanto, zofenopril non deve essere usato in tali pazienti.

Posologia nei pazienti con compromissione epatica

L’efficacia e la sicurezza di zofenopril non sono state definite in pazienti con infarto miocardico con compromissione epatica. Pertanto, non deve essere usato in tali pazienti.

Modo di somministrazione

Zofenopril può essere assunto prima, durante o dopo i pasti. Il dosaggio viene aggiustato sulla base della risposta terapeutica del paziente.

NOTA: Si prega di fare attenzione al fatto che non tutti i dosaggi raccomandati possono essere somministrati con questo prodotto, dato che la dose più bassa ottenibile con questo prodotto è 15 mg (mezza compressa).

Avvertenze, precauzioni per l’uso e controindicazioni

Ipotensione

Come gli altri ACE-inibitori, zofenopril può provocare un eccessivo abbassamento della pressione arteriosa, specialmente dopo la somministrazione della prima dose, sebbene siano rari i casi di ipotensione sintomatica nei pazienti ipertesi non complicati.

È più probabile che si verifichi in pazienti con deplezione di liquidi ed elettroliti dovuta a trattamento con diuretici, regime dietetico iposodico, dialisi, diarrea o vomito o affetti da grave ipertensione renina-dipendente.

In pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata, è stata osservata ipotensione sintomatica. Questo si verifica con maggiore probabilità in pazienti con insufficienza cardiaca grave trattati con alte dosi di diuretici dell’ansa o in pazienti con iponatriemia o con compromissione della funzione renale. Nei pazienti maggiormente a rischio di ipotensione sintomatica, il trattamento deve iniziare sotto stretta sorveglianza medica, preferibilmente in ospedale, con basse dosi e con un accurato aggiustamento della posologia.

Se possibile, l’assunzione di diuretici deve essere temporaneamente interrotta quando si inizia una terapia con zofenopril. Queste considerazioni si applicano anche a quei pazienti affetti da angina pectoris o malattie cerebrovascolari nei quali un’eccessiva ipotensione potrebbe causare un infarto miocardico o un accidente cerebrovascolare.

In caso di insorgenza di ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina. Potrebbe essere necessario ripristinare la volemia mediante infusione endovenosa di una normale soluzione salina. L’insorgenza di ipotensione dopo la dose iniziale non esclude la possibilità di un successivo accurato aggiustamento della posologia del medicinale dopo un’efficace gestione.

In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca con pressione arteriosa normale o bassa, può verificarsi un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa sistemica con zofenopril. Questo effetto è previsto e non è di solito una ragione per sospendere il trattamento. Se l’ipotensione diviene sintomatica, può essere necessario una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento con zofenopril.

Gravidanza

L’assunzione di ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con ACE- inibitori. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata, una terapia alternativa.

Ipotensione nell’infarto miocardico acuto

Il trattamento con zofenopril non deve essere iniziato in pazienti con infarto miocardico acuto qualora ci sia il rischio di una ulteriore grave depressione emodinamica in seguito a trattamento con un vasodilatatore. Questi sono pazienti con una pressione sistolica <100 mmHg o con shock cardiogeno.

In pazienti con infarto miocardico acuto il trattamento con zofenopril può causare ipotensione grave.

Nel caso in cui l’ipotensione persista (pressione sistolica <90 mmHg per più di un’ora), zofenopril deve essere interrotto. In pazienti con insufficienza cardiaca grave in seguito a infarto miocardico acuto, zofenopril deve essere somministrato solo se il paziente è emodinamicamente stabile.

Infarto miocardico in pazienti con funzione epatica compromessa

L’efficacia e la sicurezza di zofenopril non sono state definite in pazienti con infarto miocardico con compromissione epatica. Pertanto non deve essere usato in questi pazienti.

Anziani

Nei pazienti con infarto miocardico di età >75 anni zofenopril deve essere usato con cautela.

Pazienti con ipertensione renovascolare

Esiste un aumento del rischio di grave ipotensione e insufficienza renale quando i pazienti con ipertensione renovascolare e con preesistente stenosi dell’arteria renale bilaterale o stenosi dell’arteria afferente a rene singolo sono trattati con ACE-inibitori. Una concausa può essere il trattamento con diuretici. La perdita della funzione renale può verificarsi anche in presenza solo di lievi cambiamenti della creatinina sierica anche nei pazienti con stenosi dell’arteria renale unilaterale. Se ritenuto assolutamente necessario, il trattamento con zofenopril deve iniziare in ospedale, sotto stretta sorveglianza medica, a basse dosi e con un accurato aggiustamento della dose. Interrompere temporaneamente il trattamento con diuretici al momento di iniziare la terapia con zofenopril e monitorare con estrema attenzione la funzione renale durante le prime settimane di terapia.

Pazienti con insufficienza renale

Zofenopril deve essere usato con cautela nei pazienti con insufficienza renale poiché necessitano di riduzione della dose. Occorre effettuare uno stretto monitoraggio della funzione renale nel corso della terapia, come appropriato. È stata riportata insufficienza renale in associazione alla somministrazione di ACE-inibitori principalmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave o affetti da patologia renale, compresa la stenosi dell’arteria renale. In alcuni pazienti senza apparenti disturbi renali preesistenti, sono stati osservati aumenti dell’urea nel sangue e delle concentrazioni di creatininemia, in particolare quando sottoposti a concomitante trattamento diuretico. In questi casi possono rendersi necessarie una riduzione della dose di ACE-inibitori e/o l’interruzione della somministrazione dei diuretici. Si raccomanda un attento monitoraggio della funzione renale durante le prime settimane di terapia.

L’efficacia e la sicurezza di zofenopril nei pazienti con infarto miocardico con compromissione renale non è stata stabilita. Quindi, in presenza di compromissione renale (creatinina sierica ≥2,1 mg/dl e proteinuria 500 mg/giorno) e infarto del miocardio, zofenopril non deve essere usato.

Pazienti sottoposti a dialisi

Pazienti in dialisi, che utilizzano membrane a flusso elevato in poliacrilonitrile (ad esempio AN 69) e trattati con ACE-inibitori possono andare incontro a reazioni anafilattoidi come edema facciale, arrossamento, ipotensione e dispnea entro pochi minuti dall’inizio dell’emodialisi. Si raccomanda di utilizzare membrane alternative o di utilizzare un altro tipo di medicinale antipertensivo.

L’efficacia e la sicurezza di zofenopril nei pazienti con infarto del miocardio che si sottopongono a emodialisi non sono state stabilite. Pertanto, non deve essere usato in questi pazienti.

Pazienti sottoposti a LDL aferesi

Pazienti trattati con un ACE-inibitore sottoposti a LDL aferesi con destrano solfato possono manifestare reazioni anafilattoidi simili a quelle viste nei pazienti sottoposti a emodialisi con membrane ad alto flusso (vedere sopra). Si raccomanda di usare in questi pazienti un medicinale appartenente ad un’altra classe di antipertensivi.

Reazioni anafilattiche durante desensibilizzazione o in caso di punture di insetti Raramente i pazienti che ricevono ACE-inibitori hanno riportato, durante terapia di desensibilizzazione (ad esempio veleno di imenotteri) o dopo punture di insetti, delle reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitori, ma sono riapparse dopo involontaria ripresa di somministrazione del medicinale. Pertanto, si raccomanda cautela nei pazienti trattati con ACE-inibitori sottoposti a procedure di desensibilizzazione di questo tipo.

Trapianto renale

Non ci sono esperienze relative alla somministrazione di zofenopril in pazienti sottoposti a recente trapianto renale.

Aldosteronismo primario

I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono ai medicinali antipertensivi che agiscono attraverso un’inibizione del sistema renina-angiotensina. L’uso di questo prodotto non è quindi raccomandato.

Ipersensibilità/angioedema

In pazienti trattati con ACE-inibitori si è manifestato angioedema al viso, alle estremità, alle labbra, alle membrane delle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe, soprattutto durante le prime settimane di trattamento. In rari casi comunque l’insorgenza di angioedema grave può verificarsi dopo trattamento a lungo termine con un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Il trattamento con ACE- inibitori deve essere immediatamente interrotto e sostituito da un medicinale appartenente ad un’altra classe.

L’angioedema che interessa la lingua, la glottide o la laringe può essere fatale. Deve essere attuata immediatamente una terapia di emergenza che includa, ma non necessariamente si limiti a, la somministrazione immediata per via sottocutanea di una soluzione di adrenalina 1:1000 (0,3-0,5 ml) o la somministrazione lenta per via endovenosa di adrenalina 1 mg/ml (da diluire secondo indicazione), con stretto monitoraggio elettrocardiografico e della pressione arteriosa. Il paziente deve essere ospedalizzato e posto sotto osservazione per almeno 12-24 ore e dimesso solo dopo completa remissione dei sintomi presentatisi.

Anche nei casi in cui l’edema sia limitato alla sola lingua, senza sofferenza respiratoria, i pazienti possono richiedere un’osservazione poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.

È stato riportato che i pazienti neri che ricevono gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina hanno un’incidenza più elevata di angioedema rispetto ai pazienti non neri.

I pazienti con storia di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono essere maggiormente a rischio di angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore.

L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di zofenopril. Il trattamento con zofenopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan.

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.

Tosse

Durante il trattamento con zofenopril si può verificare l’insorgenza di una tosse secca e non produttiva che scompare con la sospensione di zofenopril.

La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse.

Insufficienza epatica

Raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati a una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talvolta) al decesso. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. I pazienti che ricevono ACE-inibitori che sviluppano ittero o un aumento significativo degli enzimi epatici devono sospendere l’ACE inibitore e ricevere un appropriato follow-up medico.

Potassio sierico

Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma. Tuttavia, nei pazienti con diabete mellito, funzione renale compromessa e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, nei pazienti che assumono altri medicinali associati con aumenti di potassio sierico (per esempio eparina) e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE- inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale.

Chirurgia/anestesia

In pazienti sottoposti ad importanti interventi di chirurgia o durante l’anestesia, gli ACE-inibitori possono provocare ipotensione, se non addirittura shock ipotensivo poiché questi medicinali possono bloccare la formazione di angiotensina II secondariamente al rilascio compensatorio di renina. Se non è possibile interrompere il trattamento con gli ACE-inibitori, monitorare attentamente i volumi plasmatico e intravascolare.

Stenosi della valvola aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica

Gli ACE-inibitori devono essere usati con estrema cautela nei pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro.

Neutropenia/agranulocitosi

In pazienti trattati con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. Il rischio di neutropenia sembra essere tipo- e dose- correlato ed è dipendente, inoltre, dallo stato clinico del paziente. Viene osservato raramente in pazienti che non presentano complicazioni, ma può insorgere in pazienti con compromissione renale di ogni grado specialmente in associazione con collagenopatie vascolari ad es. lupus eritematoso sistemico, sclerodermia e terapia con farmaci immunosoppressivi, trattamento con allopurinolo o procainamide o una associazione di queste complicazioni. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni serie che in alcuni casi non hanno risposto alla terapia antibiotica intensiva.

In caso di utilizzo di zofenopril in questi pazienti si consiglia il monitoraggio della conta dei globuli bianchi e della conta ematica differenziale prima dell’inizio della terapia, ogni 2 settimane durante i primi tre mesi di trattamento con zofenopril e successivamente in modo periodico. Durante il trattamento tutti i pazienti devono essere istruiti a riportare qualsiasi segno di infezione (per esempio mal di gola, febbre), in tal caso effettuare un controllo della conta differenziale dei leucociti.

Zofenopril e altri trattamenti concomitanti devono essere sospesi in caso di neutropenia (neutrofili inferiori a 1000/mm3) accertata o sospetta.

È reversibile dopo la sospensione dell’ACE-inibitore.

Psoriasi

Gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con psoriasi.

Proteinuria

Può verificarsi proteinuria specialmente in pazienti con esistente alterazione della funzione renale o a seguito di dosi relativamente elevate di ACE-inibitori. I pazienti con precedente malattia renale devono eseguire un controllo delle proteine urinarie (dip-stick sulle prime urine del mattino) prima del trattamento e poi periodicamente.

Pazienti diabetici

I livelli di glicemia devono essere attentamente controllati in pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali o insulina, durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore.

Litio

L’associazione di litio e zofenopril non è generalmente raccomandata.

Etnia

Come con altri ACE inibitori, zofenopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di neri rispetto a quelli di non neri. Gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina causano una maggiore incidenza di angioedema nei pazienti neri rispetto ai pazienti non neri.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato. Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Eccipienti

Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento del glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Gravidanza

L’uso di ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE- inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

È noto che l’esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda l’ipotensione.

Allattamento

Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di zofenopril durante l’allattamento, zofenopril non è raccomandato e sono quindi da preferire durante l’allattamento trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza, soprattutto in caso di allattamento di neonati e nati pretermine.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Non vi sono studi sull’effetto di zofenopril sulla capacità di guidare. È bene ricordare, durante la guida o l’uso di macchinari, che il medicinale può indurre occasionalmente sonnolenza, capogiri o stanchezza.

Controindicazioni

Lo zofenopril è controindicato nei seguenti casi:

  • ipersensibilità verso il principio attivo, verso qualsiasi altro ACE-inibitore o verso qualsiasi eccipiente costituente il farmaco.
  • Storia di edema angioneurotico associato a precedente terapia con ACE-inibitori.
  • Edema angioneurotico ereditario/idiopatico.
  • Compromissione epatica grave.
  • Secondo e terzo trimestre di gravidanza.
  • Donne in età fertile a meno che non siano protette da una contraccezione efficace
  • Stenosi dell’arteria renale bilaterale o unilaterale nei casi di pazienti con rene singolo.

L’uso concomitante di zofenopril con medicinali contenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR <60 ml/min/1,73m2).

Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan: zofenopril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan.

Interazioni dello zofenopril con altre sostanze

Uso concomitante non raccomandato

Medicinali che aumentano il rischio di angioedema

L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema.

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema.

Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio

Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con zofenopril si può sviluppare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare zofenopril in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride. L’associazione di zofenopril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata. Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.

Uso concomitante che richiede cautela

Diuretici (tiazidici o diuretici dell’ansa)

Un precedente trattamento con diuretici a dosi elevate può causare una perdita di volume e il rischio di ipotensione all’inizio della terapia con zofenopril. Gli effetti ipotensivi possono essere ridotti con la sospensione del diuretico, con l’incremento nell’apporto di liquidi o sali o iniziando la terapia con una dose bassa di zofenopril.

Litio

Sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni ematiche e della tossicità di litio durante la somministrazione concomitante di litio e ACE-inibitori. L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità da litio e aumenta il rischio già elevato di tossicità da litio con ACE-inibitori.

Pertanto non è raccomandato l’uso di zofenopril in associazione con litio e qualora l’uso concomitante fosse ritenuto necessario, occorre effettuare un attento monitoraggio dei livelli ematici del litio.

Oro

Reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione inclusi vampate, nausea, capogiro e ipotensione che possono essere molto severi) dopo somministrazione di sali d’oro

iniettabili (ad esempio, sodio aurotiomalato) sono state segnalate con maggior frequenza in pazienti in terapia con ACE-inibitori.

Anestetici

Gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici.

Narcotici/Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Barbiturici

Si può verificare ipotensione ortostatica.

Altri antiipertensivi (per esempio beta-bloccanti, alfa-bloccanti, calcio-antagonisti)

È possibile un aumento o un potenziamento degli effetti ipotensivi. Il trattamento con nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, deve essere utilizzato con cautela.

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina- angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS.

Cimetidina

Può aumentare il rischio di effetti ipotensivi.

Ciclosporina

L’uso concomitante di ACE-inibitori aumenta il rischio di disfunzioni renali.

Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Eparina

Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Allopurinolo, procainammide, agenti citostatici o immunosoppressori

Aumento del rischio di reazioni di ipersensibilità nei casi di uso concomitante di ACE- inibitori. I dati relativi ad altri ACE-inibitori indicano un aumento del rischio di leucopenia quando usati in associazione.

Antidiabetici

Raramente gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipoglicemizzanti dell’insulina e degli altri antidiabetici orali quali la sulfonilurea in pazienti diabetici. In tali casi può essere necessario ridurre la dose dell’antidiabetico durante il trattamento concomitante con ACE-inibitori.

Emodialisi con membrane dialitiche ad alto flusso

Aumento del rischio di reazioni anafilattoidi nei casi di uso concomitante di ACE- inibitori.

Citostatici o farmaci immunosoppressivi, corticosteroidi sistemici o procainammide

L’uso concomitante di ACE-inibitori può portare a un aumento del rischio di leucopenia.

Fattori da prendere in considerazione in caso di impiego concomitante

Medicinali antiinfiammatori non steroidei (incluso ASA 3 g/die)

La somministrazione di agenti antiinfiammatori non steroidei può ridurre l’effetto antipertensivo di un ACE-inibitore. Inoltre è stato segnalato che i FANS e gli ACE- inibitori esercitano un effetto additivo sull’aumento della potassiemia mentre la funzione renale può diminuire. Questi effetti sono in linea di principio reversibili e si verificano in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa. Raramente, può verificarsi una insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzione renale compromessa quali gli anziani o pazienti disidratati.

Antiacidi

Riducono la biodisponibilità degli ACE-inibitori.

Simpaticomimetici

Possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori; i pazienti devono essere attentamente monitorati per verificare gli effetti desiderati.

Cibo

Può ridurre la velocità, ma non la quantità dell’assorbimento di zofenopril calcio.

Informazioni aggiuntive

Non sono disponibili dati clinici sull’interazione di zofenopril con altri medicinali metabolizzati dagli enzimi CYP. Tuttavia studi in vitro con zofenopril non hanno evidenziato interazioni con medicinali metabolizzati dagli enzimi CYP.

zofenopril

Lo zofenopril è un farmaco ACE-inibitore indicato nel trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale da lieve a moderata

Effetti collaterali dello zofenopril

Quanto segue mostra tutte le reazioni avverse che sono state segnalate durante la pratica clinica nei pazienti trattati con zofenopril. Queste sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e suddivise sulla base della frequenza di insorgenza, secondo la seguente convenzione: molto comune (>1/10); comune (>1/100, <1/10); non comune (>1/1000, <1/100); rara (>1/10.000, <1/1000); molto rara (<1/10.000).

Patologie del sistema nervoso

Comune: capogiro, cefalea

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Comune: tosse

Patologie gastrointestinali

Comune: nausea/vomito

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comuni: eruzione cutanea

Raro: angioedema

Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo

Non comune: crampi muscolari

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune: affaticamento

Non comune: astenia

Sono state osservate le seguenti reazioni avverse associate a terapia con ACE-inibitori.

Patologie del sistema emolinfopoietico

In un numero ridotto di pazienti possono verificarsi agranulocitosi e pancitopenia. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in pazienti con deficit di glucosio-6- fosfato-deidrogenasi.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Molto rari: ipoglicemia

Disturbi psichiatrici

In casi rari: depressione, alterazione dell’umore, disturbi del sonno, stato confusionale.

Patologie del sistema nervoso

Occasionalmente: parestesia, disgeusia, disturbi dell’equilibrio.

Patologie dell’occhio

Raramente: visione offuscata

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Raramente: tinnito

Patologie cardiache

Durante il trattamento con ACE inibitori, in caso di ipotensione, sono stati segnalati sporadici casi di tachicardia, palpitazioni, aritmia, angina pectoris, infarto del miocardio.

Patologie vascolari

Si sono verificati casi di ipotensione grave con l’inizio o con l’aumento della posologia. Questo avviene particolarmente in determinati gruppi a rischio. In associazione con l’ipotensione possono verificarsi sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza, alterazione della vista e raramente perdita di coscienza (sincope).

Raramente, vampate.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Sono stati raramente segnalati sintomi quali dispnea, sinusite, rinite, glossite, bronchite e broncospasmo. In un piccolo sottogruppo di pazienti in trattamento con ACE-inibitori sono stati segnalati casi di edema angioneurotico con interessamento del volto e dei tessuti orofaringei. In casi isolati l’edema angioneurotico a carico delle vie respiratorie superiori ha determinato ostruzione fatale delle vie respiratorie.

Patologie gastrointestinali

Occasionalmente dolore addominale, diarrea, costipazione e secchezza delle fauci. Durante trattamento con ACE-inibitori. sono stati descritti casi sporadici di pancreatite e ileo paralitico. Casi molto rari di angioedema dell’intestino tenue.

Patologie epatobiliari

Sono stati descritti casi sporadici di ittero colestatico e di epatite in associazione con l’assunzione di ACE-inibitori.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Occasionalmente, reazioni allergiche e di ipersensibilità quali prurito, orticaria, eritema multiforme, sindrome di Steven-Johnson, necrolisi epidermica tossica, lesioni cutanee simil psoriasiche, alopecia.

Questi sintomi possono essere accompagnati da febbre, mialgia, artralgia, eosinofilia, e/o aumentato titolo degli ANA.

Raramente, iperidrosi.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Occasionalmente può verificarsi mialgia

Patologie renali e urinarie

Insorgenza o peggioramento di insufficienza renale. Sono stati riferiti casi di insufficienza renale acuta. Raramente, disturbi della minzione.

Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

Raramente, disfunzione erettile.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Molto raramente, edema periferico e dolore toracico.

Esami diagnostici

Possibile incremento dell’azotemia e della creatininemia, specie in presenza di insufficienza renale, scompenso cardiaco grave e ipertensione nefrovascolare, reversibili alla sospensione del farmaco. In alcuni pazienti sono stati segnalati riduzione dell’emoglobina, dell’ematocrito, delle piastrine, e del numero di leucociti. Sono stati inoltre segnalati incremento degli enzimi epatici e della bilirubinemia.

Sovradosaggio

I sintomi di sovradosaggio sono: ipotensione grave, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici e insufficienza renale.

In caso di assunzione di una dose eccessiva, il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione clinica, preferibilmente presso un’unità di terapia intensiva. È necessario controllare frequentemente la creatinina e gli elettroliti sierici.

Le misure terapeutiche da adottare dipendono dalla natura e dalla gravità della sintomatologia. Se l’ingestione è avvenuta di recente, possono essere intraprese misure volte a prevenirne l’assorbimento quali lavanda gastrica e somministrazione di agenti adsorbenti e di solfato di sodio. In caso di insorgenza di ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione antishock e deve essere preso in considerazione l’uso di plasma expander e/o un trattamento con angiotensina II. La bradicardia o le reazioni vagali estese devono essere trattate mediante somministrazione di atropina. Può inoltre essere preso in considerazione l’applicazione di un pacemaker. Gli ACE-inibitori possono essere eliminati dalla circolazione mediante emodialisi. Evitare l’uso di membrane di poliacrilonitrile ad alto flusso.

Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.

NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.

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