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Zarelis (venlafaxina)

Prima di assumere un farmaco consultare sempre il foglietto illustrativo che l’accompagna. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.

Zarelis è un farmaco a base di venlafaxina, un principio attivo appartenente alla vasta classe degli SNRI (inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina) e utilizzato nella terapia di vari disturbi psichiatrici.

Si ritiene che il meccanismo dell’attività antidepressiva della venlafaxina nell’uomo sia correlato al suo potenziamento dell’attività neurotrasmettitoriale nel sistema nervoso centrale. Studi preclinici hanno dimostrato che la venlafaxina e il suo metabolita principale, l’O-desmetilvenlafaxina (ODV), sono inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina. La venlafaxina inoltre inibisce debolmente la captazione della dopamina. La venlafaxina e il suo metabolita attivo riducono la responsività β-adrenergica sia dopo somministrazione acuta (dose singola) che cronica.

A cosa serve Zarelis (venlafaxina)

Zarelis (venlafaxina) è indicato nei seguenti casi:

  • trattamento degli episodi di depressione maggiore
  • prevenzione delle recidive degli episodi di depressione maggiore
  • trattamento del disturbo d’ansia generalizzato
  • trattamento del disturbo d’ansia sociale
  • trattamento del disturbo da panico, con o senza agorafobia.

Posologia e modo di somministrazione

Episodi di depressione maggiore

La dose iniziale raccomandata di Zarelis capsule rigide a rilascio prolungato è di 75 mg una volta al giorno. I pazienti che non rispondono ad una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 375 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più. Se clinicamente giustificato dalla gravità dei sintomi, gli incrementi di dose possono essere effettuati ad intervalli più frequenti, comunque non inferiori a 4 giorni.

A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace più bassa deve essere mantenuta.

I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento con Zarelis (venlafaxina) deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Un trattamento a lungo termine per la prevenzione delle ricorrenze di episodi depressivi maggiori (MDE) può anche essere appropriato. Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandata per la prevenzione delle ricorrenze di MDE è uguale a quella utilizzata durante l’episodio stesso.

Il trattamento con medicinali antidepressivi deve durare per almeno 6 mesi successivi la remissione della malattia.

Disturbo d’ansia generalizzata

La dose iniziale raccomandata di Zarelis (venlafaxina) capsule rigide a rilascio prolungato è di 75 mg al giorno, una volta al giorno. I pazienti che non rispondono a una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino a un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più.

A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace più bassa deve essere mantenuta.

I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento con Zarelis deve essere rivalutato regolarmente su base individuale.

Disturbo d’ansia sociale

La dose raccomandata di Zarelis (venlafaxina) capsule rigide a rilascio prolungato è di 75 mg una volta al giorno. Non ci sono prove che dosi più alte apportino benefici maggiori.

Comunque, in singoli pazienti non rispondenti alla dose iniziale di 75 mg/die, incrementi fino ad una dose massima di 225 mg/die possono essere considerati. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più.

A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace più bassa deve essere mantenuta.

I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento con Zarelis deve essere rivalutato regolarmente su base individuale.

Disturbo da panico

Si raccomanda l’uso di una dose di 37,5 mg al giorno di Zarelis (venlafaxina) capsule rigide a rilascio prolungato per 7 giorni. Successivamente il dosaggio deve essere aumentato a 75 mg al giorno. Pazienti che non rispondono ad una dose di 75 mg/die possono trarre beneficio da incrementi di dose fino ad un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o più.

A causa del rischio di effetti avversi dose-correlati, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace più bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o più. Il trattamento con Zarelis deve essere rivalutato regolarmente su base individuale.

Uso in pazienti anziani

Non si ritiene necessario alcun adattamento specifico della dose di Zarelis (venlafaxina) esclusivamente sulla base dell’età. Comunque, si deve usare cautela nel trattamento dei pazienti anziani (per esempio, a causa della possibilità di insufficienza renale, della potenziale alterazione della sensibilità e dell’affinità dei neurotrasmettitori che si verifica con l’età). Si deve sempre utilizzare la dose efficace più bassa, e i pazienti devono essere attentamente monitorati quando si richiede un aumento della dose.

Uso nei bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni

L’uso di Zarelis (venlafaxina) non è raccomandato in bambini ed adolescenti.

Studi clinici controllati in bambini ed adolescenti con disturbo depressivo maggiore non hanno dimostrato efficacia e non supportano l’uso di Zarelis in questi pazienti.

L’efficacia e la sicurezza di Zarelis (venlafaxina) in altre indicazioni in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni non è stata stabilita.

Uso in pazienti con insufficienza epatica

In pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, in genere una riduzione della dose del 50% deve essere considerata. Comunque, a causa della variabilità individuale della clearance, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile.

Esistono dati limitati su pazienti con insufficienza epatica grave. Si raccomanda di usare cautela e una riduzione della dose di più del 50% deve essere presa in considerazione. Si deve valutare il beneficio potenziale rispetto ai rischi nel trattamento di pazienti con grave insufficienza epatica.

Uso in pazienti con insufficienza renale

Sebbene nessun adeguamento del dosaggio sia necessario per pazienti con velocità di filtrazione glomerulare (VFG) compresa tra 30 e 70 ml/minuto, si raccomanda di usare cautela. Per pazienti che necessitino emodialisi e in pazienti con grave insufficienza renale (VFG < 30 ml/min), la dose deve essere ridotta del 50%. A causa della variabilità individuale della clearance in questi pazienti, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile.

Sintomi da sospensione osservati all’interruzione del trattamento con Zarelis (venlafaxina)

Si deve evitare una brusca interruzione del trattamento con venlafaxina. Quando si interrompe l’assunzione di Zarelis, la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane, al fine di ridurre il rischio di reazioni da sospensione. Se si verificano sintomi insopportabili a seguito della diminuzione della dose o a seguito dell’interruzione del trattamento con Zarelis, si può prendere in considerazione di ripristinare la dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico può continuare a diminuire la dose, ma più gradualmente.

Uso orale

Si raccomanda di assumere le capsule a rilascio prolungato di Zarelis (venlafaxina) con il cibo, all’incirca alla stessa ora ogni giorno. Le capsule devono essere ingerite intere con del liquido e non devono essere divise, rotte, masticate o disciolte.

I pazienti in trattamento con Zarelis (venlafaxina) in compresse a rilascio immediato possono passare al trattamento con Zarelis (venlafaxina) in capsule rigide a rilascio prolungato al dosaggio giornaliero equivalente più vicino. Per esempio, dall’assunzione di Zarelis (venlafaxina) da 37,5 mg in compresse a rilascio immediato due volte al giorno si può passare all’assunzione di Zarelis (venlafaxina) da 75 mg in capsule rigide a rilascio prolungato una volta al giorno. Può essere necessario un adattamento individuale del dosaggio.

Le compresse a rilascio prolungato rilasciano il principio attivo nel tratto digestivo, mantenendo la forma esterna della compressa che viene eliminata inalterata nelle feci.

venlafaxina - zarelis - effetti collaterali

La venlafaxina, principio attivo di Zarelis, appartiene alla vasta classe degli SNRI (inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina) ed è utilizzata nella terapia di vari disturbi psichiatrici

Avvertenze, precauzioni per l’uso e controindicazioni

Ideazione suicidaria o peggioramento clinico

La depressione è associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi suicidio-correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente monitorati fino ad avvenuto miglioramento. È esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio possa aumentare nelle prime fasi del miglioramento.

Altre patologie psichiatriche per le quali la Zarelis (venlafaxina) è prescritto possono anche essere associate ad un aumentato rischio di eventi suicidio-correlati. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Le stesse precauzioni osservate quando si trattano pazienti con disturbo depressivo maggiore si devono pertanto osservare con altre patologie psichiatriche.

Pazienti con storia di eventi suicidio-correlati, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente monitorati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici condotti con farmaci antidepressivi in confronto con placebo in pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di età inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto al placebo.

La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di cambiamenti inusuali del comportamento e di cercare immediatamente un consulto medico se questi sintomi si presentano.

Uso in bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni

Zarelis (venlafaxina) non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età.

Comportamenti suicidio-correlati (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (principalmente aggressività, comportamento oppositivo e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza in studi clinici condotti tra bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, debba essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere attentamente monitorato per la comparsa di sintomi suicidari. Inoltre, non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungo termine per la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale di bambini e adolescenti.

Sindrome serotoninergica

Durante il trattamento con Zarelis, come con altri farmaci serotoninergici, può verificarsi la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita o reazioni simili alla sindrome neurolettica maligna (SNM), in particolare con l’uso concomitante di altri farmaci serotoninergici (inclusi SSRIs, SNRI e triptani), con farmaci che alterano il metabolismo della serotonina, quali gli inibitori delle MAO (per es. blu di metilene) o con antipsicotici o altri antagonisti dopaminergici.

I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere modifiche dello stato mentale (es.: agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (es.: tachicardia, pressione ematica labile, ipertermia), aberrazioni neuromuscolari (es.: iperreflessia, incoordinazione) e/o sintomi gastrointestinali (per esempio, nausea, vomito, diarrea).

La sindrome serotoninergica nella sua forma più grave può somigliare all’SNM e si manifesta con ipertermia, rigidità muscolare, instabilità autonomica con possibile rapida fluttuazione dei segni vitali e modifiche dello stato mentale.

Se il contemporaneo trattamento con Zarelis (venlafaxina) e altri farmaci che possono influire sui sistemi neuro-trasmettitoriali dopaminergici e/o serotoninergici è clinicamente giustificato, si raccomanda un’attenta osservazione del paziente, in particolar modo durante la fase iniziale del trattamento e agli aumenti della dose.

Non è raccomandato l’uso concomitante di Zarelis (venlafaxina) con i precursori della serotonina (quali i supplementi di triptofano).

Glaucoma ad angolo stretto

In associazione con Zarelis (venlafaxina), si può verificare midriasi. Si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con pressione intraoculare aumentata, o pazienti a rischio di glaucoma ad angolo stretto (glaucoma ad angolo chiuso).

Pressione arteriosa

Aumenti dose-dipendente della pressione arteriosa sono stati comunemente riportati con l’uso di Zarelis. Nell’esperienza post-marketing sono stati riportati casi di elevata pressione ematica che hanno richiesto un trattamento immediato.

Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per casi di elevata pressione arteriosa e un’ipertensione pre-esistente deve essere controllata prima di iniziare il trattamento con Zarelis.

La pressione ematica deve essere controllata periodicamente dopo l’inizio del trattamento e dopo aumenti di dose. Si deve usare cautela nei pazienti con condizioni preesistenti che potrebbero essere compromesse da aumenti della pressione arteriosa, quali quelli con funzionalità cardiaca compromessa.

Frequenza cardiaca

Si può verificare un aumento della frequenza cardiaca, in particolare con i dosaggi più alti. Si deve prestare cautela con i pazienti con condizioni preesistenti che possano essere compromesse da un aumento della frequenza cardiaca.

Malattia cardiaca e rischio di aritmia

L’uso di Zarelis (venlafaxina) non è stato valutato in pazienti con recente anamnesi di infarto del miocardio o malattia cardiaca instabile. Pertanto Zarelis (venlafaxina) deve essere usato con cautela in tali pazienti.

Nell’esperienza post-marketing, casi di aritmia cardiaca fatale sono stati riportati con l’uso di venlafaxina, specialmente in casi di overdose. La valutazione dei rischi e benefici deve essere considerata prima di prescrivere Zarelis ai pazienti ad alto rischio di grave aritmia cardiaca.

Convulsioni

Durante la terapia con Zarelis (venlafaxina) si possono presentare convulsioni. Come tutti i farmaci antidepressivi, Zarelis (venlafaxina) deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi di convulsioni, e i pazienti interessati devono essere attentamente monitorati. Il trattamento con Zarelis deve essere interrotto nei pazienti che sviluppino convulsioni.

Iponatriemia

Si possono verificare casi di iponatriemia e/o di sindrome da inadeguata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) con l’uso di Zarelis (venlafaxina). Ciò si è verificato più frequentemente in pazienti con deplezione di liquidi o disidratati. Pazienti anziani, pazienti che assumono diuretici, e pazienti con deplezione di liquidi per altre ragioni, possono essere maggiormente a rischio per questo evento.

Sanguinamento anormale

I medicinali che inibiscono la captazione della serotonina possono portare a funzionalità piastrinica ridotta. Il rischio di sanguinamento della cute e delle mucose, inclusa l’emorragia gastrointestinale, può essere aumentato in pazienti che assumono Zarelis (venlafaxina). Come con altri inibitori della ricaptazione della serotonina, Zarelis (venlafaxina) deve essere utilizzato con cautela in pazienti predisposti al sanguinamento, compresi i pazienti in trattamento con anticoagulanti e inibitori piastrinici.

Colesterolo sierico

Sono stati registrati aumenti clinicamente significativi del colesterolo sierico nel 5,3% dei pazienti trattati con Zarelis (venlafaxina) e nello 0,0% dei pazienti trattati con placebo dopo un trattamento di almeno tre mesi in studi clinici placebo-controllati. La misurazione dei livelli sierici di colesterolo deve essere presa in considerazione durante un trattamento prolungato.

Co-somministrazione con agenti per la perdita di peso

Non sono state dimostrate la sicurezza e l’efficacia della terapia con Zarelis (venlafaxina) in combinazione con agenti per la perdita di peso, compresa la fentermina. La somministrazione contemporanea di Zarelis e di agenti per la perdita di peso non è raccomandata. La venlafaxina non è indicata per la perdita di peso né in monoterapia né in combinazione con altri prodotti.

Mania/ipomania

Si possono manifestare mania/ipomania in una piccola proporzione di pazienti con disturbi dell’umore che abbiano assunto antidepressivi, inclusa la venlafaxina. Come nel caso di altri antidepressivi Zarelis deve essere utilizzato con cautela in pazienti con anamnesi personale o familiare di disordini bipolari.

Aggressività

Si può verificare aggressività in una piccola proporzione di pazienti che abbiano assunto antidepressivi, compreso Zarelis. Ciò è stato riportato all’inizio del trattamento, alla modifica del dosaggio e all’interruzione del trattamento.

Come nel caso di altri antidepressivi, Zarelis (venlafaxina) deve essere utilizzata con cautela in pazienti con anamnesi di aggressività.

Sospensione del trattamento

Sintomi da sospensione sono comuni quando si interrompe il trattamento, soprattutto in caso di brusca interruzione. Negli studi clinici, gli eventi avversi osservati all’interruzione del trattamento (durante e dopo la riduzione della dose), si sono verificati in circa il 31% dei pazienti trattati con venlafaxina e nel 17% dei pazienti che assumevano placebo.

Il rischio di sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, inclusi la durata e la dose della terapia e la velocità di riduzione della dose. Le reazioni più comunemente riportate sono capogiro, disturbi sensoriali (inclusa la parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea. Generalmente questi sintomi sono da lievi a moderati; tuttavia in alcuni pazienti possono essere di grave intensità. Si verificano di solito entro i primi giorni dall’interruzione del trattamento, ma sono stati riportati casi molto rari di tali sintomi in pazienti che avevano inavvertitamente dimenticato di assumere una dose. Generalmente, questi sintomi sono auto-limitanti e di solito si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano durare più a lungo (2-3 mesi o più). Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la somministrazione di Zarelis (venlafaxina) quando si interrompe il trattamento in un tempo di diverse settimane o mesi, secondo i bisogni di ciascun paziente.

Acatisia/irrequietezza psicomotoria

L’uso della venlafaxina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una irrequietezza soggettivamente spiacevole e stressante e da bisogno di muoversi spesso accompagnato da una incapacità a restare seduti o fermi. È più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che riportano questi sintomi un aumento della dose può essere dannoso.

Secchezza delle fauci

Il 10% dei pazienti trattati con Zarelis (venlafaxina) riporta secchezza delle fauci. Ciò può comportare un aumentato rischio di carie e si devono avvertire i pazienti dell’importanza dell’igiene dentale.

Diabete

Il trattamento con un SSRI o con Zarelis (venlafaxina) può alterare il controllo della glicemia nei pazienti con diabete. Può essere necessario adeguare il dosaggio di insulina e/o ipoglicemizzanti orali.

Gravidanza

Non sono disponibili dati adeguati sulla somministrazione di Zarelis (venlafaxina) a donne in gravidanza.

Studi su animali hanno mostrato tossicità sulla riproduzione. Il rischio potenziale per l’uomo è sconosciuto. Zarelis deve essere somministrato a donne in gravidanza solo se i benefici attesi superano ogni possibile rischio.

Come per altri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs/SNRIs), i sintomi da sospensione possono presentarsi nei neonati se Zarelis (venlafaxina) è utilizzato fino alla nascita o fino a poco prima. Alcuni neonati esposti alla venlafaxina alla fine del terzo trimestre hanno sviluppato complicazioni che hanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o ospedalizzazione prolungata. Tali complicazioni possono presentarsi immediatamente subito dopo il parto.

Dati da studi epidemiologici hanno suggerito che l’uso degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) durante la gravidanza, soprattutto durante la fase finale della gravidanza, possa aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN). Benché non vi siano studi che abbiano indagato sull’associazione tra PPHN e trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non può essere escluso con Zarelis (venlafaxina), considerando il relativo meccanismo d’azione (inibizione selettiva della ricaptazione della serotonina).

I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se le madri hanno assunto un SSRI/SNRI verso il termine della gravidanza: irritabilità, tremore, ipotonia, pianto persistente e difficoltà a succhiare o ad addormentarsi. Questi sintomi possono essere dovuti a effetti serotoninergici o a sintomi da esposizione. Nella maggior parte dei casi, queste complicazioni sono osservate immediatamente o nelle 24 ore successive al parto.

Allattamento

La venlafaxina e il suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina, sono escreti nel latte materno. Nell’osservazione post-marketing sono stati riportati casi di bambini allattati al seno che hanno manifestato pianto, irritabilità e disturbi del sonno. Interrompendo l’allattamento al seno sono stati riscontrati sintomi simili a quelli riscontrati con l’interruzione del trattamento con Zarelis. Non si può escludere un rischio per il lattante. Pertanto, si deve scegliere se continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con Zarelis, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia con venlafaxina per la donna.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Qualsiasi medicinale psico-attivo, venlafaxina compresa, può compromettere la capacità di giudizio, di pensiero o le capacità motorie. Pertanto i pazienti che assumono Zarelis devono essere informati di usare cautela nella guida di veicoli e nell’uso di macchinari pericolosi.

Controindicazioni

Zarelis (venlafaxina) è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Il trattamento concomitante con inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (I-MAO) è controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi quali agitazione, tremore e ipertermia. Non si deve iniziare l’assunzione di Zarelis (venlafaxina) se non sono trascorsi almeno 14 giorni dalla interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile.

La somministrazione di Zarelis deve essere interrotta almeno 7 giorni prima dell’inizio del trattamento con un inibitore irreversibile delle MAO.

Interazioni di Zarelis (venlafaxina) con altre sostanze

Inibitori delle monoaminoossidasi (I-MAO)

I-MAO irreversibili non selettivi

Zarelis (venlafaxina) non deve essere usato in combinazione con I-MAO irreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l’uso di Zarelis (venlafaxina) per almeno 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento con Zarelis per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo.

Inibitore selettivo reversibile della MAO-A (moclobemide)

L’associazione di Zarelis (venlafaxina) con un I-MAO reversibile e selettivo, come la moclobemide, è controindicata, a causa del rischio di sindrome serotoninergica. Dopo il trattamento con un I-MAO reversibile, si può attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare il trattamento con Zarelis (venlafaxina). Si raccomanda di interrompere l’assunzione di Zarelis per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO reversibile.

I-MAO non selettivi reversibili (linezolid)

L’antibiotico linezolid è un debole I-MAO reversibile e non selettivo, e non deve essere prescritto ai pazienti in trattamento con Zarelis (venlafaxina).

Gravi reazioni avverse sono state riportate in pazienti che avevano recentemente interrotto la terapia con I- MAO e cominciato quella con Zarelis, o avevano recentemente interrotto la terapia con Zarelis prima di iniziare quella con I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiro e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, convulsioni e morte.

Sindrome serotoninergica

Come con altri farmaci serotoninergici, con Zarelis (venlafaxina) si può verificare la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, soprattutto con l’uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadolo o l’erba di San Giovanni [Hypericum perforatum]), con medicinali che interferiscono con la metabolizzazione della serotonina (compresi gli I-MAO per esempio il blu di metilene), o con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano).

Se il trattamento concomitante di Zarelis (venlafaxina) con un SSRI, un SNRI o con un agonista del recettore della serotonina (triptani) è clinicamente giustificato, si raccomanda un’attenta osservazione del paziente, soprattutto all’inizio del trattamento e agli incrementi di dose. Non si raccomanda l’uso concomitante di Zarelis con i precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano).

Medicinali che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (SNC)

Il rischio dell’utilizzo di Zarelis in combinazione con altri medicinali che agiscono sul SNC non è stato valutato in modo sistematico. Pertanto, si deve usare cautela quando la venlafaxina è assunta in combinazione con altri farmaci che agiscono sul SNC.

Etanolo

È stato dimostrato che Zarelis (venlafaxina) non aumenta la compromissione delle capacità mentali e motorie causata dall’etanolo. Comunque, come con tutti gli altri medicinali attivi sul SNC, si deve raccomandare ai pazienti di evitare il consumo di alcol durante l’assunzione di Zarelis (venlafaxina).

Effetti di altri medicinali sulla venlafaxina

Ketoconazolo (inibitore del CYP3A4)

Uno studio di farmacocinetica con il ketoconazolo in metabolizzatori forti (MI) e in metabolizzatori poveri (MP) del CYP2D6 ha fornito risultati di AUC più alte sia di venlafaxina (70% e 21% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) che di O-desmetilvenlafaxina (33% e 23% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) a seguito della somministrazione di ketoconazolo. L’uso concomitante di venlafaxina con inibitori del CYP3A4 (ad es.: atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) può aumentare i livelli di venlafaxina e di O- desmetilvenlafaxina. Pertanto si raccomanda cautela se la terapia del paziente comprende l’uso concomitante di Zarelis (venlafaxina) e di un inibitore del CYP3A4.

Effetto della venlafaxina su altri medicinali

Litio

La sindrome serotoninergica può verificarsi con l’uso concomitante di Zarelis (venlafaxina) e litio.

Diazepam

Zarelis (venlafaxina) non ha effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam. Il diazepam, principio attivo del Valium, sembra non influenzi la farmacocinetica né della venlafaxina né del suo metabolita attivo O-desmetilvenlafaxina. Non è noto se ci sia interazione di tipo farmacocinetico e/o farmacodinamico con altre benzodiazepine.

Imipramina

La venlafaxina non ha influenzato la farmacocinetica dell’imipramina e della 2-OH-imipramina. C’è stato un incremento dose-dipendente della AUC della 2-OH-desipramina da 2,5 a 4,5 volte quando la venlafaxina è stata somministrata giornalmente in dosi da 75 mg a 150 mg. L’imipramina non ha influenzato la farmacocinetica della venlafaxina e dell’O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto. Si deve prestare cautela quando si somministrano contemporaneamente imipramina e Zarelis.

Aloperidolo

Uno studio di farmacocinetica con l’aloperidolo ha mostrato una diminuzione del 42% della clearance orale totale, un incremento del 70% dell’AUC, un incremento del 88% della Cmax ma nessuna modifica dell’emivita dell’aloperidolo. Ciò deve essere tenuto in considerazione in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e Zarelis (venlafaxina). Il significato clinico di questa interazione non è noto.

Risperidone

La venlafaxina ha fatto aumentare l’AUC del risperidone del 50%, ma non ha modificato in maniera significativa il profilo farmacocinetico della parte attiva totale (risperidone più 9-idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non è noto.

Metoprololo

La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo a volontari sani in uno studio di interazione farmacocinetica per entrambi i medicinali ha comportato un aumento di circa il 30-40% delle concentrazioni plasmatiche del metoprololo, senza alcuna alterazione delle concentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, l’α-idrossimetoprololo. Il significato clinico di questo dato nei pazienti ipertesi non è noto. Il metoprololo non ha alterato il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina. La co-somministrazione di Zarelis (venlafaxina) con il metoprololo deve essere effettuata con cautela.

Indinavir

Uno studio di farmacocinetica con l’indinavir ha mostrato una riduzione del 28% della AUC e una riduzione del 36% della Cmax dell’indinavir. L’indinavir non ha modificato la farmacocinetica della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non è noto.

Effetti collaterali di Zarelis (venlafaxina)

Fra i possibili effetti collaterali di Zarelis si ricordano:

  • ansia
  • aumento della sudorazione
  • battito cardiaco accelerato
  • capogiri
  • diarrea
  • insonnia
  • mal di testa
  • nausea
  • nervosismo
  • problemi alla vista
  • problemi nella sfera sessuale
  • sbadigli
  • secchezza delle fauci
  • sogni strani
  • stanchezza
  • tremori
  • variazioni del peso
  • variazioni dell’appetito
  • vomito.

Per approfondimenti sugli effetti collaterali di Zarelis (venlafaxina) si consulti il foglietto illustrativo presente nella confezione.

Sovradosaggio

Nell’esperienza post-marketing il sovradosaggio di venlafaxina è stato riportato prevalentemente in associazione a alcool e/o altri medicinali. Gli eventi più comunemente riportati in caso di sovradosaggio comprendono tachicardia, modifiche dello stato di coscienza (oscillante dalla sonnolenza al coma), midriasi, convulsioni e vomito. Sono stati riportati altri eventi quali variazioni dell’elettrocardiogramma (es. prolungamento dell’intervallo QT, blocco di branca, prolungamento del QRS), tachicardia ventricolare, bradicardia, ipotensione, vertigini e morte.

Studi retrospettivi pubblicati riportano che il sovradosaggio di venlafaxina può essere associato con un rischio aumentato di esiti fatali in confronto al rischio riportato con antidepressivi SSRI, ma inferiore a quello riportato con gli antidepressivi triciclici. Studi epidemiologici hanno dimostrato che i pazienti trattati con venlafaxina hanno un numero più elevato di fattori di rischio suicidario rispetto ai pazienti trattati con SSRI. Non è chiaro il grado con cui il dato di un aumentato rischio di esiti fatali si possa attribuire alla tossicità della venlafaxina in sovradosaggio rispetto ad alcune caratteristiche dei pazienti trattati con venlafaxina. Al fine di ridurre il rischio di sovradosaggio, si deve prescrivere la quantità minima di medicinale che consenta una buona gestione del paziente.

Trattamento raccomandato

Si raccomandano misure generali di supporto e sintomatiche; devono essere monitorati il ritmo cardiaco e i segni vitali. In caso di rischio di aspirazione, non si raccomanda di indurre l’emesi. Può essere indicata una lavanda gastrica se effettuata immediatamente dopo l’ingestione oppure in pazienti sintomatici. Anche la somministrazione di carbone attivo può limitare l’assorbimento del principio attivo. È improbabile che la diuresi forzata, la dialisi, l’emoperfusione e la exsanguinotrasfusione siano di beneficio. Non è noto alcun antidoto specifico per la venlafaxina.

Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.

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NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo. Nessun farmaco deve essere assunto senza consultare il proprio medico.

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