Tegretol è il nome commerciale di un farmaco a base di carbamazepina, una molecola ad attività anticonvulsivante, appartenente alla famiglia delle dibenzazepine; è uno dei farmaci maggiormente impiegati nel trattamento dell’epilessia.
Quale farmaco antiepilettico, lo spettro d’azione di Tegretol comprende crisi parziali (semplici o complesse) con o senza generalizzazione secondaria; convulsioni tonico-cloniche generalizzate, così come combinazioni di questi tipi di crisi.
È riportato negli studi clinici che Tegretol, somministrato in monoterapia, a pazienti epilettici – in particolare bambini e adolescenti – esercita un’azione psicotropa con miglioramento dei sintomi di ansietà e depressione e diminuzione dell’irritabilità e dell’aggressività.
Per quanto concerne le funzioni cognitive e psicomotorie, alcuni studi riportano effetti negativi o poco chiari, in relazione anche alle dosi somministrate; da altri studi invece emerge un effetto positivo sull’attenzione, sulle funzioni cognitive e sulla memoria.
Quale farmaco neurotropo Tegretol (carbamazepina) previene la comparsa dei parossismi dolorosi delle nevralgie essenziali e secondarie del trigemino ed è inoltre utile per ridurre il dolore neurogenetico in svariate condizioni, quali tabe dorsale, parestesia post- traumatica, nevralgia post-erpetica; nella sindrome da astinenza da alcol aumenta la soglia convulsiva, ridotta dall’abuso di alcol, e migliora i sintomi da astinenza (per esempio, ipereccitabilità, tremore, andatura alterata); nel diabete insipido centrale, Tegretol (carbamazepina) riduce il volume urinario e la sensazione di sete.
Quale farmaco psicotropo Tegretol (carbamazepina) dà prova di efficacia nei disturbi affettivi, per esempio terapia della mania acuta, così come nella terapia di mantenimento dei disturbi (maniaco-depressivi) bipolari affettivi, sia quando prescritto in monoterapia che in associazione con neurolettici, antidepressivi o litio.
Tegretol (carbamazepina) risulta efficace nei disturbi schizo-affettivi e nella mania eccitatoria in combinazione con altri neurolettici, così come negli episodi che si susseguono rapidamente nelle forme a ciclo corto.
Il meccanismo d’azione della carbamazepina è stato solo parzialmente chiarito. Tale molecola stabilizza le membrane nervose ipereccitate, inibisce le scariche neuronali ripetute e riduce la propagazione sinaptica degli impulsi eccitatori.
A cosa serve Tegretol (carbamazepina)
Compresse/Compresse a rilascio modificato/Compresse masticabili
Tegretol (carbamazepina) è indicato nel trattamento di:
- Epilessie (psicomotorie o temporali, crisi generalizzate tonico-cloniche, forme miste, crisi focali).
- Nevralgie essenziali del trigemino.
- Mania.
Sciroppo
- Stati convulsivi dell’infanzia.
- Epilessie con le stesse caratteristiche di Tegretol (carbamazepina) compresse (psicomotorie o temporali, crisi generalizzate tonico-cloniche, forme miste, crisi focali).
Tegretol (carbamazepina) può essere utilizzato sia in mono- sia in politerapia.
Di norma, Tegretol (carbamazepina) non agisce sul piccolo male (assenze) e sugli attacchi mioclonici.
Tegretol – Dosaggio e modo di somministrazione
Le compresse e lo sciroppo (il flacone deve essere agitato prima dell’uso) possono essere assunti prima, durante o dopo i pasti; le compresse devono essere assunte con un po’ di liquido e gli eventuali residui delle compresse masticabili devono essere eliminati con un po’ di liquido.
Le compresse a rilascio modificato (sia intere che spezzate a metà) devono essere ingerite, senza masticare, con un po’ di liquido. Lo sciroppo e le compresse masticabili sono particolarmente adatti per quei pazienti che hanno difficoltà ad inghiottire le compresse o che richiedono un attento adeguamento della posologia.
Tegretol è il nome commerciale di un noto farmaco a base di carbamazepina; è uno dei medicinali più comunemente usati per il trattamento dell’epilessia
In virtù del rilascio lento e modificato della carbamazepina, le compresse a rilascio modificato sono formulate per essere assunte due volte al giorno.
Poiché la stessa dose di Tegretol (carbamazepina) sciroppo produce picchi plasmatici più alti rispetto a quelli di una compressa, si raccomanda di iniziare con dosi basse e di aumentarle lentamente onde evitare l’insorgenza di effetti collaterali.
Nel caso in cui sia necessario passare da una terapia con compresse ad una con lo sciroppo si consiglia di somministrare lo stesso numero di mg al giorno, ma con somministrazioni più ravvicinate (ad esempio tre volte al giorno per lo sciroppo al posto di due volte al giorno per le compresse).
Nel caso in cui si voglia passare dalle compresse normali a quelle a rilascio modificato, l’esperienza clinica dimostra che il dosaggio della forma a rilascio modificato può necessitare un aumento.
A causa delle interazioni farmacologiche e della differente farmacocinetica dei farmaci antiepilettici, nei pazienti anziani il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) deve essere individuato con cura.
Epilessia
Dove possibile Tegretol (carbamazepina) deve essere somministrato in monoterapia.
Il trattamento deve essere iniziato con basse dosi giornaliere, che devono essere aumentate lentamente fino all’ottenimento dell’effetto ottimale. Dopo aver ottenuto un buon controllo delle crisi, il dosaggio può essere diminuito molto gradualmente fino al minimo livello efficace.
Il dosaggio di carbamazepina deve essere regolato in base alle esigenze del singolo paziente in modo da raggiungere un adeguato controllo delle crisi. La determinazione delle concentrazioni plasmatiche può aiutare a trovare la posologia ottimale. Nel trattamento dell’epilessia la dose di carbamazepina generalmente richiede che vengano raggiunte concentrazioni plasmatiche totali di circa 4-12 microgrammi/ml (17-50 micromoli/litro).
Quando Tegretol (carbamazepina) viene aggiunto a una terapia antiepilettica preesistente, bisogna farlo gradualmente, mantenendo la terapia iniziale e aggiustando il dosaggio, ove necessario, degli altri antiepilettici.
Adulti
Dosaggio iniziale 100-200 mg 1-2 volte al giorno, poi aumentare lentamente fino a raggiungere la dose ottimale, che si aggira generalmente sui 400 mg 2-3 volte al giorno. In alcuni pazienti il dosaggio richiesto può essere di 1600 o anche 2000 mg al giorno.
Bambini
Nei bambini fino a 4 anni si raccomanda un dosaggio iniziale di 20-60 mg/die, aumentato di 20-60 mg ogni 2 giorni. Per i bambini sopra i 4 anni la terapia può essere iniziata con 100 mg/die ed aumentata di 100 mg settimanalmente.
Il dosaggio giornaliero di mantenimento consigliata nei bambini per il trattamento dell’epilessia (= 10-20 mg/kg di peso corporeo, pro die in dosi separate) è di:
- meno di 1 anno: 100-200 mg/die (= 5-10 ml = 1-2 misurini di sciroppo)
- da 1 a 5 anni: 200-400 mg/die (= 10-20 ml = 2 x 1-2 misurini di sciroppo)
- da 6 a 10 anni: 400-600 mg/die (= 20-30 ml = 2 x 2-3 misurini di sciroppo)
- da 11 a 15 anni: 600-1000 mg/die (= 30-50 ml = 3 x 2-3 misurini di sciroppo) più di 15 anni: 800-1200 mg/die (la stessa dose indicata negli adulti).
Dai 200 mg pro die si consiglia di suddividere la dose nella giornata in 2-3 somministrazioni.
Il dosaggio massimo di mantenimento consigliato nei bambini è di:
- fino a 6 anni: 35 mg/kg/die
- da 6 a 15 anni: 1000 mg/die
- più di 15 anni: 1200 mg/die.
Tegretol (carbamazepina) compresse, compresse a rilascio modificato e compresse masticabili non è raccomandato nei bambini molto piccoli (età inferiore a 5 anni).
Nevralgie del trigemino
La dose iniziale di 200-400 mg al giorno viene aumentata lentamente fino alla scomparsa della sintomatologia dolorosa (in genere 200 mg 3 o 4 volte al giorno); quindi la dose viene ridotta gradualmente fino a raggiungere la dose di mantenimento minima efficace. La dose massima raccomandata è 1200 mg/die. Una volta scomparso il dolore, si deve cercare di interrompere gradualmente la terapia, finché non si presenta un nuovo attacco.
Nelle persone anziane e nei malati particolarmente sensibili, iniziare con 100 mg 2 volte al giorno.
Mania
La posologia varia dai 400 mg ai 1600 mg al giorno; generalmente si somministrano 400-600 mg al giorno suddivisi in 2-3 dosi.
Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.
Prima di decidere di iniziare il trattamento, i pazienti di origine cinese di etnia Han o di origine tailandese dovrebbero, quando possibile, essere sottoposti a screening per HLA-B*1502 in quanto questo tipo di allele è fortemente predittivo per il rischio di grave sindrome di Stevens-Johnson (SJS) associata all’assunzione di carbamazepina.
Popolazioni speciali
Compromissione della funzionalità renale/epatica
Non sono disponibili dati sulla farmacocinetica della carbamazepina nei pazienti con insufficienza renale o epatica.
Avvertenze e controindicazioni
La terapia con Tegretol (carbamazepina) deve essere condotta sotto controllo medico.
In pazienti con anamnesi di danni epatici, cardiaci o renali, effetti collaterali ematologici ad altri farmaci o a precedenti cicli di terapia con carbamazepina, Tegretol (carbamazepina) deve essere prescritto solo dopo aver valutato il rapporto rischio-beneficio e sotto stretto controllo.
Effetti ematologici
Sono stati riportati casi di anemia aplastica e agranulocitosi associati all’uso di Tegretol; tuttavia, data la bassissima incidenza di queste condizioni, è difficile calcolare il rischio significativo legato all’uso di Tegretol. È stato valutato un rischio complessivo nella popolazione non trattata di circa 4,7 persone per milione ogni anno per l’agranulocitosi e di 2 persone per milione ogni anno per l’anemia aplastica.
Nel corso del trattamento con Tegretol (carbamazepina) si può verificare una diminuzione temporanea o persistente del numero delle piastrine e globuli bianchi; nella maggior parte dei casi comunque questi effetti sono temporanei e non sono segnali di inizio di anemia aplastica o di agranulocitosi. Si consiglia tuttavia un esame completo del sangue (incluse piastrine e, se possibile, anche reticolociti e ferro serico) prima del trattamento e periodicamente durante il trattamento.
Se durante il trattamento si osservano valori decisamente bassi di globuli bianchi o piastrine, devono essere tenuti sotto stretto controllo i parametri ematici del paziente. Tegretol (carbamazepina) deve essere sospeso al comparire di un qualsiasi sintomo di depressione midollare.
I pazienti devono essere informati sui primi sintomi di tossicità e sui potenziali problemi ematologici, così come sulle reazioni epatiche o dermatologiche. Se dovessero comparire sintomi come febbre, gola infiammata, rash, ulcere in bocca, fragilità capillare, petecchie o emorragie purpuree, il paziente deve comunicarlo immediatamente al suo medico curante.
Reazioni dermatologiche
Reazioni cutanee gravi e talvolta fatali, tra cui necrolisi epidermica tossica (TEN) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS) sono state riportate durante il trattamento con carbamazepina. L’insorgenza di queste reazioni è stimata in 1-6 casi ogni 10.000 nuovi pazienti in paesi con una popolazione principalmente caucasica, ma si stima che il rischio in alcuni paesi asiatici è di circa 10 volte superiore.
I pazienti devono essere informati riguardo i segni e i sintomi e monitorati attentamente per le reazioni cutanee. Il più alto rischio di insorgenza di SJS e TEN si ha nei primi mesi di trattamento.
Se si verificano i sintomi o i segni di SJS o TEN (per esempio rash cutaneo progressivo spesso con vesciche o lesioni della mucosa) il trattamento con Tegretol (carbamazepina) deve essere sospeso.
I migliori risultati nella gestione della SJS e della TEN si ottengono con una diagnosi precoce e l’immediata interruzione della terapia con qualsiasi farmaco sospetto. Una precoce sospensione è associata ad una migliore prognosi.
Se il paziente ha sviluppato SJS o TEN con l’uso di Tegretol, Tegretol (carbamazepina) non deve essere più riutilizzato in questo paziente.
Nel paziente in cui si verificano reazioni dermatologiche serie può essere necessaria l’ospedalizzazione, poiché queste condizioni possono costituire una minaccia per la vita e possono risultare fatali.
Farmacogenomica
É sempre più evidente, in questi pazienti, il ruolo dei diversi alleli HLA nella predisposizione alle reazioni avverse immuno-mediate.
Associazione con l’allele HLA-B*1502 – nella popolazione cinese di etnia Han, tailandese e nelle altre popolazioni asiatiche
Negli individui di origine cinese di etnia Han e di origine tailandese la positività all’allele HLA-B*1502 (allele dell’antigene leucocitario umano, Human Leukocyte Antigen, HLA) ha dimostrato di essere fortemente associata al rischio di sviluppare reazioni cutanee gravi come la sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (TEN) durante il trattamento con carbamazepina. La prevalenza dell’allele HLA-B*1502 è di circa il 10% nelle popolazioni cinesi di etnia Han e tailandesi.
Quando possibile, questi individui dovrebbero essere sottoposti a screening per questo allele prima di iniziare il trattamento con carbamazepina. Se questi pazienti risultano positivi al test, il trattamento con carbamazepina non deve essere iniziato a meno che non vi sia nessun’altra alternativa terapeutica. I pazienti testati che sono risultati negativi per HLA-B*1502 sono a basso rischio di insorgenza di Stevens-Johnson (SJS), sebbene tale reazione possa ancora verificarsi anche se molto raramente.
Alcuni dati suggeriscono un aumentato rischio di reazioni gravi quali SJS/TEN associate a carbamazepina in altre popolazioni asiatiche. A causa della prevalenza di questo allele in altre popolazioni asiatiche (ad esempio superiore al 15% nelle Filippine e Malesia), il test nelle popolazioni geneticamente a rischio per la presenza dell’allele HLA-B*1502 può essere considerato.
La prevalenza dell’allele HLA-B*1502 è trascurabile ad esempio nelle popolazioni di origine europea, africana, in un campione di popolazione ispanica, nei giapponesi e nei coreani (<1%).
Le frequenze alleliche qui descritte rappresentano la percentuale di cromosomi di quella specifica popolazione che portano l’allele interessato, il che significa che la percentuale di pazienti portatori di una copia dell’allele su almeno uno dei loro due cromosomi (cioè la “frequenza del portatore”) è circa due volte la frequenza allelica. Pertanto la percentuale di pazienti a rischio è circa due volte la frequenza allelica.
La presenza dell’allele HLA-B*1502 può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di SJS/TEN nei pazienti cinesi che assumono altri farmaci antiepilettici che possono determinare SJS/TEN. Pertanto, in pazienti positivi per l’allele HLA- B*1502, si deve prestare attenzione a evitare l’uso di altri farmaci che possono determinare SJS/TEN qualora siano disponibili terapie alternative parimenti accettabili.
Lo screening non è generalmente raccomandato in pazienti che derivano da popolazioni in cui la prevalenza dell’allele HLA-B*1502 è bassa o nei pazienti che stanno già assumendo Tegretol, poiché il rischio che si sviluppino SJS/TEN è generalmente limitato ai primi mesi di terapia, indipendentemente dalla presenza dell’allele HLA-B*1502.
Identificare gli individui che esprimono l’allele HLA-B*1502 ed evitare la terapia con carbamazepina in questi individui hanno dimostrato di diminuire l’incidenza di SJS/TEN indotti da carbamazepina.
Associazione con l’allele HLA-A*3101 – nella popolazione a discendenza europea e nella popolazione giapponese
Alcuni dati suggeriscono che l’HLA-A*3101 è associata ad un aumentato rischio di gravi reazioni avverse cutanee indotte da carbamazepina tra cui SJS e TEN, rash con eosinofilia (DRESS) o una pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP) meno grave e rash maculopapulare nelle persone di discendenza europea e giapponese.
La frequenza dell’allele HLA-A*3101 varia ampiamente tra le popolazioni etniche. L’allele HLA-A*3101 ha una prevalenza da 2 a 5% nelle popolazioni europee e circa il 10% nella popolazione giapponese.
La presenza dell’allele HLA-A*3101 può aumentare il rischio di reazioni cutanee (per lo più gravi) indotte da assunzione di carbamazepina dal 5,0% nella popolazione generale al 26% tra i soggetti di origine europea, mentre la sua assenza può ridurre il rischio dal 5,0% al 3,8%.
Le frequenze alleliche qui descritte rappresentano la percentuale di cromosomi di quella specifica popolazione che portano l’allele interessato, il che significa che la percentuale di pazienti portatori di una copia dell’allele su almeno uno dei loro due cromosomi (cioè la “frequenza del portatore”) è circa due volte la frequenza allelica. Pertanto la percentuale di pazienti a rischio è circa due volte la frequenza allelica.
Non vi sono dati sufficienti a sostegno di una raccomandazione per uno screening dell’HLA-A*3101 prima di iniziare il trattamento con carbamazepina.
Se i pazienti di discendenza europea o di origine giapponese risultano essere positivi all’allele HLA-A*3101, l’uso di carbamazepina può essere preso in considerazione solo se i benefici attesi sono superiori ai rischi.
Limitazioni dello screening genetico
Lo screening genetico non deve mai sostituire un’osservazione clinica e una gestione del paziente adeguate. Molti pazienti asiatici positivi per l’allele HLA- B*1502 e trattati con Tegretol (carbamazepina) non svilupperanno SJS/TEN e in pazienti negativi per l’allele HLA-B*1502 di qualsiasi etnia si possono tuttavia verificare episodi di SJS/TEN. Analogamente molti pazienti positivi per l’allele HLA-A*3101 e trattati con Tegretol (carbamazepina) non svilupperanno SJS, TEN, DRESS, AGEP o rash maculopapulare, e in pazienti di qualsiasi etnia negativi per l’allele HLA-A*3101 possono tuttavia insorgere queste gravi reazioni avverse cutanee. Non è stato studiato il ruolo di altri fattori che possono essere coinvolti nello sviluppo, e morbilità, di queste gravi reazioni avverse cutanee, come la dose di farmaci antiepilettici, l’adesione al trattamento (compliance), le terapie concomitanti, le co-morbidità e il livello di controllo dermatologico.
Informazioni per gli operatori sanitari
Qualora debba essere effettuato il test per la presenza dell’allele HLA-B*1502 o HLA-A*3101, si raccomanda di utilizzare rispettivamente il test “genotipo HLA- B*1502” o “genotipo HLA-A*3101” ad alta risoluzione. Il test è positivo se uno o due alleli HLA-B*1502 o HLA-A*3101 vengono rilevati, negativo se nessun allele HLA- B*1502 o HLA-A*3101 viene rilevato.
Altre reazioni dermatologiche
Si possono anche verificare reazioni cutanee lievi (per esempio, isolati episodi di reazione esantematica di tipo maculare o maculopapulare), che sono generalmente transitorie e non pericolose; queste solitamente scompaiono in pochi
giorni o settimane, sia continuando il trattamento sia riducendo le dosi. Tuttavia, poiché potrebbe essere difficile distinguere i primi segni di reazioni cutanee più serie da quelli di reazioni lievi e transitorie, i pazienti devono essere strettamente controllati durante la terapia facendo attenzione ad interrompere immediatamente la terapia qualora, durante la somministrazione del medicinale, si fosse osservato un peggioramento dei sintomi.
La positività per l’allele HLA-A*3101 è risultata associata a reazioni cutanee da carbamazepina meno gravi e può essere predittiva del rischio che si sviluppino, in seguito al trattamento con carbamazepina, reazioni come la sindrome da ipersensibilità agli anticonvulsivanti o rash non gravi (eruzione maculopapulare).
Ipersensibilità
Tegretol (carbamazepina) può scatenare reazioni di ipersensibilità, incluso il rash farmaco-indotto con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), una reazione ritardata di ipersensibilità a più organi che si può manifestare in combinazioni differenti, quali febbre, rash, vasculite, linfoadenopatia, pseudo-linfoma, artralgia, leucopenia, eosinofilia, epato-splenomegalia, alterazione dei test di funzionalità epatica e sindrome del dotto biliare evanescente (distruzione e scomparsa dei dotti biliari intraepatici). Anche altri organi possono essere interessati, quali polmoni, reni, pancreas, miocardio, colon.
La positività per l’allele HLA-A*3101 è risultata associata all’insorgenza della sindrome di ipersensibilità, rash maculopapulare incluso.
I pazienti che hanno presentato episodi di reazioni di ipersensibilità alla carbamazepina devono essere informati che in circa il 25-30% di questi casi si possono verificare reazioni di ipersensibilità all’oxcarbazepina (Tolep).
Si può verificare ipersensibilità crociata anche tra carbamazepina e fenitoina.
In generale, se si verificano segni e sintomi di reazioni di ipersensibilità, la terapia con Tegretol (carbamazepina) deve essere interrotta immediatamente.
Attacchi epilettici
Tegretol (carbamazepina) deve essere utilizzato con cautela in pazienti con attacchi misti, che includono assenze tipiche o atipiche. In questi casi Tegretol (carbamazepina) può esacerbare gli attacchi. In caso di peggioramento degli attacchi, la terapia con Tegretol (carbamazepina) deve essere sospesa.
Funzionalità epatica
Particolarmente in pazienti con disturbi del fegato e negli anziani devono essere effettuati controlli della funzionalità epatica all’inizio e durante il trattamento. La somministrazione di Tegretol (carbamazepina) deve essere sospesa immediatamente in caso di peggioramento della disfunzione epatica o di epatopatie attive.
Funzionalità renale
Si raccomanda di eseguire periodicamente un’analisi completa delle urine e dell’azoto ureico ematico.
Iponatriemia
È noto che con carbamazepina si verifica iponatriemia. Nei pazienti con condizioni renali preesistenti associate a bassi livelli di sodio o nei pazienti trattati contemporaneamente con farmaci che riducono i livelli di sodio (es. diuretici, medicinali associati ad una anomala secrezione di ADH), i livelli sierici di sodio devono essere misurati prima di iniziare la terapia con carbamazepina. I livelli sierici di sodio devono quindi essere misurati approssimativamente dopo due settimane e successivamente ad intervalli mensili durante i primi tre mesi di terapia, o secondo le necessità cliniche. Questi fattori di rischio possono interessare soprattutto i pazienti anziani. Se si osserva iponatriemia, la riduzione dei liquidi assunti può rappresentare un’importante contromisura, ove clinicamente indicata.
Ipotiroidismo
Carbamazepina può ridurre le concentrazioni sieriche degli ormoni tiroidei tramite induzione enzimatica. Si suggerisce di monitorare la funzionalità tiroidea; nei pazienti con ipotiroidismo può essere necessario un aggiustamento delle dosi della terapia tiroidea sostitutiva.
Effetti anticolinergici
Tegretol (carbamazepina) ha mostrato una debole attività anticolinergica; pertanto, i pazienti affetti da elevata pressione oculare e ritenzione urinaria devono essere strettamente controllati durante la terapia.
Effetti psichiatrici
Non bisogna dimenticare la possibilità di attivazione di una psicosi latente e, nei pazienti anziani, di confusione o agitazione.
Ideazione e comportamento suicidari
Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta- analisi di trials clinici randomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario.
Il meccanismo di tale rischio non è stato stabilito e i dati disponibili non escludono la possibilità di un incremento di rischio con Tegretol.
Pertanto, i pazienti dovrebbero essere monitorati per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbe essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicidari.
Effetti endocrinologici
Sono state segnalate perdite ematiche in donne che assumono contraccettivi orali in concomitanza a Tegretol; la sicurezza dei contraccettivi orali può essere compromessa dall’uso di Tegretol. Si consiglia pertanto alle donne in età fertile in trattamento con Tegretol (carbamazepina) di utilizzare metodi contraccettivi alternativi. L’induzione enzimatica determinata da Tegretol (carbamazepina) può infatti annullare l’effetto terapeutico dei farmaci contenenti estrogeni e/o progesterone.
Monitoraggio dei livelli plasmatici
Sebbene la correlazione tra dose di carbamazepina, livelli plasmatici ed efficacia clinica-tollerabilità sia piuttosto debole, il controllo dei livelli plasmatici può essere utile nelle seguenti condizioni: rilevante aumento della frequenza degli attacchi (verifica della compliance), in gravidanza, nel trattamento di bambini e adolescenti, nei casi di sospetta anomalia nell’assorbimento, nei casi di sospetta tossicità quando si stanno somministrando più farmaci.
Preparazioni a base di Hypericum perforatum (erba di San Giovanni) non dovrebbero essere assunte in contemporanea con medicinali contenenti carbamazepina, a causa del rischio di un decremento dei livelli plasmatici e di diminuzione dell’efficacia terapeutica di carbamazepina.
Riduzione delle dosi ed effetti in seguito all’interruzione del trattamento
L’interruzione brusca del trattamento con Tegretol (carbamazepina) può scatenare attacchi epilettici: la terapia con carbamazepina deve pertanto essere sospesa gradualmente nell’arco di almeno 6 mesi. Se in un paziente epilettico il trattamento con Tegretol (carbamazepina) deve essere interrotto bruscamente, il passaggio ad un nuovo preparato antiepilettico deve essere effettuato utilizzando un’adeguata copertura farmacologica.
Gravidanza
È noto che i figli di madri epilettiche sono più predisposti a disturbi dello sviluppo, incluse possibili malformazioni. Sono stati riportati casi di disturbo dello sviluppo e malformazioni, inclusa la spina bifida, così come altre anomalie congenite (es. difetti craniofacciali, malformazioni cardiovascolari, ipospadia e anomalie a carico di altri apparati) in associazione all’uso di Tegretol. Sulla base dei dati di un registro delle gravidanze nord-americano, la frequenza di malformazioni congenite maggiori (definite come una anomalia strutturale di rilevanza chirurgica, medica o cosmetica), diagnosticate entro le prime 12 settimane dalla nascita, è risultata del 3,0% (IC 95% 2,1-4,2%) tra le madri esposte a carbamazepina somministrata in monoterapia nel primo trimestre, e del 1,1% (IC 95% IC 0,35-2,5%) tra le madri che non avevano assunto alcun farmaco antiepilettico in gravidanza (rischio relativo 2,7; IC 95% 1,1-7,0%).
Tenere in considerazione quanto segue:
Le pazienti con epilessia devono essere trattate con molta cautela durante la gravidanza.
Se durante la terapia con Tegretol (carbamazepina) si dovesse pianificare o verificare una gravidanza, o se si verificasse la necessità di assumere Tegretol (carbamazepina) durante una gravidanza, i benefici attesi devono essere attentamente soppesati insieme ai possibili rischi, in particolare nei primi 3 mesi di gravidanza.
Nelle donne in età fertile Tegretol, ove possibile, dovrebbe essere prescritto in monoterapia, in quanto l’incidenza di anormalità congenite nei figli di donne trattate con associazioni di farmaci antiepilettici è maggiore che nelle madri trattate in monoterapia. Il rischio di malformazioni in seguito ad esposizione a carbamazepina somministrata in politerapia può variare in dipendenza dei farmaci antiepilettici utilizzati e può essere maggiore in caso di politerapie che includono valproato.
Si raccomanda di somministrare la minima dose efficace e di controllare i livelli plasmatici. Le concentrazioni plasmatiche possono essere mantenute al livello più basso del range terapeutico di 4-12 microgrammi/ml purché sia mantenuto il controllo delle crisi epilettiche. Ci sono evidenze che suggeriscono che il rischio di malformazioni con carbamazepina può essere dose-dipendente, cioè a dosi inferiori a 400 mg/die la frequenza di malformazioni è risultata minore che con dosi più alte di carbamazepina.
Le pazienti devono essere informate sulla possibilità di un aumentato rischio di malformazioni ed è opportuno consigliare loro l’effettuazione di una diagnosi prenatale.
Durante la gravidanza una terapia antiepilettica efficace non deve essere interrotta, poiché il peggioramento della malattia è nocivo sia per la madre che per il feto.
Monitoraggio e prevenzione
È noto che durante la gravidanza si verifichi una carenza di acido folico. È stato dimostrato che i farmaci antiepilettici aggravano questa situazione. La carenza di acido folico può essere una delle cause dell’aumentata incidenza di malformazioni nei figli di madri epilettiche in trattamento. Pertanto si raccomanda una cura addizionale con acido folico prima e durante la gravidanza.
Neonato
Per prevenire eccessive perdite di sangue, si raccomanda inoltre la somministrazione di vitamina K1 sia alla madre, durante le ultime settimane di gravidanza, che al neonato.
Si sono verificati alcuni episodi di crisi epilettiche e/o depressione respiratoria in neonati le cui madri erano state trattate con Tegretol (carbamazepina) e contemporaneamente con
altri farmaci anticonvulsivanti; in alcuni casi sono stati anche segnalati vomito, diarrea e/o minore assunzione di alimenti nel neonato. Queste reazioni potrebbero segnalare una sindrome da astinenza neonatale.
Donne in età fertile e misure contraccettive
A causa dell’induzione enzimatica, l’utilizzo di Tegretol (carbamazepina) può annullare l’effetto terapeutico dei contraccettivi orali contenenti estrogeni e/o progesterone. Alle pazienti in età fertile deve essere raccomandato di utilizzare metodi contraccettivi alternativi durante la terapia con Tegretol.
Allattamento
Carbamazepina passa attraverso il latte materno (circa 25-60% della concentrazione plasmatica). Il beneficio dell’allattamento al seno deve essere ben valutato verso il rischio, seppure remoto, di possibili effetti collaterali sul neonato. Le madri in trattamento con Tegretol (carbamazepina) possono allattare al seno purché il neonato sia seguito con attenzione per valutare l’insorgenza di eventuali reazioni avverse (es. eccessiva sonnolenza, reazioni allergiche cutanee). Ci sono state alcune segnalazioni di epatite colestatica in neonati esposti a carbamazepina nel periodo prenatale o durante l’allattamento. I neonati di madri trattate con carbamazepina e allattati al seno devono essere attentamente controllati per verificare l’insorgenza di eventi avversi epatobiliari.
Fertilità
Sono stati segnalati casi molto rari di compromissione della fertilità maschile e/o anomalie nella spermatogenesi.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
La capacità di reazione dei pazienti può essere compromessa dalla patologia di base (convulsioni) e da reazioni avverse tra cui sonnolenza, capogiri, atassia, diplopia, disturbi dell’accomodazione e visione offuscata segnalate con Tegretol, soprattutto all’inizio del trattamento o quando si aggiustano le dosi. Pertanto i pazienti devono adottare le dovute precauzioni nel guidare veicoli o usare macchinari.
Controindicazioni
Tegretol (carbamazepina) è controindicato in caso di:
- ipersensibilità al principio attivo (carbamazepina), farmaci a struttura simile (per esempio, antidepressivi triciclici) o a uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel preparato.
- Pazienti con blocco atrioventricolare.
- Pazienti con anamnesi di depressione midollare.
- Pazienti con anamnesi di porfirie epatiche (per esempio, porfiria acuta intermittente, porfiria variegata, porfiria cutanea tarda).
È controindicata la contemporanea somministrazione di inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO) e Tegretol.
Generalmente Tegretol (carbamazepina) è controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.
Interazioni con altre sostanze
La somministrazione contemporanea di carbamazepina e inibitori del CYP3A4 o inibitori dell’enzima epossido idrolasi può determinare l’insorgenza di reazioni avverse (aumento delle concentrazioni plasmatiche rispettivamente di carbamazepina o di carbamazepina-10,11-epossido). Il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) deve essere aggiustato di conseguenza e/o i livelli plasmatici devono essere monitorati.
La somministrazione contemporanea di carbamazepina e induttori del CYP3A4 può determinare diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina e del suo effetto terapeutico, mentre l’interruzione della somministrazione di un induttore del CYP3A4 può determinare l’aumento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina.
Il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) può dover essere aggiustato Carbamazepina è un potente induttore del CYP3A4 e di altri sistemi enzimatici epatici di fase I e II, e pertanto può ridurre le concentrazioni plasmatiche dei medicinali somministrati in concomitanza metabolizzati prevalentemente da CYP3A4 tramite induzione del loro metabolismo.
Le pazienti in età fertile devono essere avvertite che l’uso concomitante di Tegretol (carbamazepina) e contraccettivi ormonali può annullare l’effetto di questi ultimi. Si raccomanda di utilizzare metodi contraccettivi alternativi non ormonali durante la terapia con Tegretol.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti
Tegretol (carbamazepina) 100 mg compresse masticabili contiene saccarosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio/galattosio, o da insufficienza di sucrasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
Tegretol (carbamazepina) bambini 20 mg/ml Sciroppo contiene sorbitolo. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale.
Tegretol (carbamazepina) Bambini 20 mg/ml Sciroppo contiene metile paraidrossibenzoato e propile paraidrossibenzoato. Possono causare reazioni allergiche (anche ritardate).
Tegretol (carbamazepina) 200 mg compresse a rilascio modificato contiene olio di ricino poliossidrilato idrogenato. Può causare disturbi gastrici e diarrea.
Tegretol (carbamazepina) 400 mg compresse a rilascio modificato contiene olio di ricino poliossidrilato idrogenato. Può causare disturbi gastrici e diarrea.
Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Il citocromo P450 3A4 (CYP 3A4) è il principale enzima che catalizza la formazione del metabolita attivo carbamazepina-10,11-epossido. La somministrazione contemporanea di sostanze ad attività inibitoria sull’enzima CYP 3A4 può portare ad un innalzamento dei livelli plasmatici di carbamazepina con conseguente comparsa di eventi avversi. La somministrazione contemporanea di induttori del CYP 3A4 è potenzialmente in grado di aumentare il metabolismo della carbamazepina, riducendo così i livelli serici di carbamazepina e l’effetto terapeutico. Analogamente, l’interruzione della somministrazione di un induttore del CYP 3A4 può ridurre il metabolismo della carbamazepina, determinando così un incremento dei livelli plasmatici di carbamazepina.
La carbamazepina è un potente induttore del CYP 3A4 e di altri sistemi enzimatici epatici di fase I e II, e può pertanto, inducendone il metabolismo, ridurre le concentrazioni plasmatiche dei medicinali somministrati contemporaneamente che vengono metabolizzati principalmente dal CYP 3A4.
L’enzima microsomiale umano epossido-idrolasi è stato identificato come il responsabile della formazione del 10,11-transdiolo, derivato di carbamazepina- 10,11-epossido. La co-somministrazione degli inibitori dell’enzima epossido-idrolasi microsomiale umano può risultare in un aumento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina-10,11-epossido.
Interazioni che determinano una controindicazione all’uso
L’uso di Tegretol (carbamazepina) è controindicato in combinazione con gli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO). Prima di usare Tegretol (carbamazepina) la somministrazione degli IMAO deve essere interrotta per almeno 2 settimane o per un periodo superiore se la condizione clinica lo consente.
Farmaci che possono innalzare i livelli plasmatici di carbamazepina
Dal momento che livelli plasmatici aumentati di carbamazepina possono causare effetti collaterali (per esempio, capogiri, sonnolenza, atassia, diplopia), il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) va aggiustato di conseguenza e/o i livelli plasmatici monitorati qualora vengano somministrati contemporaneamente i farmaci di seguito descritti.
Analgesici, antinfiammatori: destropropossifene, ibuprofene.
Androgeni: donazolo.
Antibiotici: antibiotici macrolidi (per esempio, eritromicina, troleandomicina, iosamicina, claritromicina, ciprofloxacina).
Antidepressivi: probabilmente desipramina, fluoxetina, fluvoxamina, nefazodone, paroxetina, trazodone, viloxazina.
Antiepilettici: stiripentolo, vigabatrin.
Antimicotici: azoli (per esempio, itraconazolo, ketoconazolo, fluconazolo), voriconazolo.
Antistaminici: loratadina, terfenadina.
Antipsicotici: olanzapina.
Antitubercolotici: isoniazide.
Antivirali: inibitori delle proteasi dell’HIV (per esempio, ritonavir).
Inibitori dell’anidrasi carbonica: acetazolamide.
Farmaci cardiovascolari: verapamil, diltiazem.
Farmaci gastrointestinali: probabilmente cimetidina, omeprazolo.
Rilassanti muscolari: oxibutinina, dantrolene.
Inibitori dell’aggregazione piastrinica: ticlopidina.
Altre interazioni: succo di pompelmo, nicotinamide (negli adulti solo ad alte dosi).
Farmaci che possono innalzare i livelli plasmatici del metabolita carbamazepina-10,11-epossido
Poiché elevati livelli plasmatici di carbamazepina-10,11-epossido possono determinare reazioni avverse (come ad esempio capogiri, sonnolenza, atassia, diplopia), il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) deve essere aggiustato di conseguenza e/o i livelli plasmatici monitorati quando Tegretol (carbamazepina) viene somministrato in concomitanza con le sostanze sotto elencate:
Loxapina, quetiapina, primidone, progabide, acido valproico, valnoctamide e valpromide.
Farmaci che possono ridurre i livelli plasmatici di carbamazepina
Il dosaggio di Tegretol (carbamazepina) potrebbe necessitare un aggiustamento quando vengono somministrati contemporaneamente i farmaci di seguito descritti.
Antiepilettici: felbamato, mesuximide, oxcarbazepina, fenobarbitale, fensuximide, fenitoina (per evitare che si verifichino intossicazione da fenitoina e concentrazioni sub-terapeutiche di carbamazepina, si raccomanda di aggiustare la concentrazione plasmatica di fenitoina a 13 microgrammi/ml prima di aggiungere carbamazepina al trattamento) e fosfenitoina, primidone e, sebbene i dati siano parzialmente contraddittori, anche clonazepam.
Antineoplastici: cisplatino, doxorubicina.
Antitubercolotici: rifampicina.
Broncodilatatori o anti-asmatici: teofillina, aminofillina.
Farmaci dermatologici: isotretinoina.
Altre interazioni: i livelli sierici di carbamazepina possono essere ridotti dalla somministrazione contemporanea di preparazioni a base di Hypericum perforatum. Ciò a seguito dell’induzione degli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci da parte di preparazioni a base di Hypericum perforatum che, pertanto, non dovrebbero essere somministrate in concomitanza con carbamazepina.
L’effetto di induzione può persistere per almeno 2 settimane dopo l’interruzione del trattamento con prodotti a base di Hypericum perforatum. Se un paziente sta assumendo contemporaneamente prodotti a base di Hypericum perforatum i livelli ematici di carbamazepina devono essere controllati e la terapia con prodotti a base di Hypericum perforatum deve essere interrotta. I livelli ematici di carbamazepina potrebbero aumentare con l’interruzione dell’assunzione di Hypericum perforatum. Il dosaggio di carbamazepina potrebbe necessitare di un aggiustamento.
Effetto di Tegretol (carbamazepina) sui livelli plasmatici di farmaci concomitanti
La carbamazepina può determinare una diminuzione dei livelli plasmatici di certi farmaci, e può anche portare alla diminuzione o persino all’annullamento della loro attività. Il dosaggio dei seguenti farmaci può richiedere un aggiustamento in base alle specifiche esigenze cliniche:
Analgesici, antinfiammatori: buprenorfina, metadone, paracetamolo (la somministrazione a lungo termine di carbamazepina e paracetamolo (acetaminofene) può essere associata ad epatotossicità), fenazone (antipirina), tramadolo.
Antibiotici: doxiciclina, rifabutina.
Anticoagulanti: anticoagulanti orali (warfarin, fenprocumone, dicumarolo e acenocumarolo).
Antidepressivi: bupropione, citalopram, mianserina, nefazodone, sertralina, trazodone, antidepressivi triciclici (per esempio, imipramina, amitriptilina, nortriptilina, clomipramina).
Antiemetici: aprepitant.
Antiepilettici: clobazam, clonazepam, etosuccimide, felbamato, lamotrigina, oxcarbazepina, primidone, tiagabina, topiramato, acido valproico, zonisamide. Per evitare che si verifichino intossicazione da fenitoina e concentrazioni sub- terapeutiche di carbamazepina, si raccomanda di aggiustare la concentrazione plasmatica di fenitoina a 13 microgrammi/ml prima di aggiungere carbamazepina). Raramente carbamazepina ha innalzato i livelli plasmatici di mefenitoina.
Antifungini: itraconazolo, voriconazolo.
Antiparassitari: praziquantel, albendazolo.
Antineoplastici: imatinib, ciclofosfamide, lapatinib, temsirolimus.
Antipsicotici: clozapina, aloperidolo e bromperidolo, olanzapina, quetiapina, risperidone, ziprasidone, aripiprazolo, paliperidone.
Antivirali: inibitori delle proteasi dell’HIV (per esempio, indinavir, ritonavir, saquinavir).
Ansiolitici: alprazolam, midazolam.
Broncodilatatori o antiasmatici: teofillina.
Contraccettivi: contraccettivi ormonali (si consiglia l’uso di metodi alternativi).
Farmaci cardiovascolari: calcioantagonisti (derivati diidropiridinici) per esempio, felodipina, digossina, simvastatina, atorvastatina, lovastatina, cerivastatina, ivabradina.
Corticosteroidi: corticosteroidi (per esempio, prednisolone, desametasone).
Farmaci usati per la disfunzione erettile: tadalafil.
Immunosoppressori: ciclosporina, everolimus, tacrolimus, sirolimus.
Preparati tiroidei: levotiroxina.
Altre interazioni farmacologiche: prodotti contenenti estrogeni e/o progesterone.
Trattamenti concomitanti da valutare attentamente
La concomitante somministrazione di carbamazepina e levetiracetam aumenta la tossicità indotta dalla carbamazepina.
La concomitante somministrazione di carbamazepina e isoniazide aumenta l’epatotossicità indotta dall’isoniazide.
La somministrazione di carbamazepina e litio o metoclopramide, oppure carbamazepina e neurolettici (aloperidolo, tioridazina) può determinare un incremento degli effetti collaterali neurologici (con la seconda combinazione, anche in presenza di livelli plasmatici terapeutici).
La somministrazione concomitante di Tegretol (carbamazepina) con alcuni diuretici (idroclorotiazide, furosemide) può portare a un’iponatriemia sintomatica.
Carbamazepina può antagonizzare l’effetto dei rilassanti muscolari non depolarizzanti (per esempio, pancuronio); il loro dosaggio deve essere aumentato e i pazienti strettamente controllati per evitare che la risoluzione del blocco neuromuscolare avvenga troppo rapidamente.
Carbamazepina, come altri farmaci psicoattivi, può ridurre la tollerabilità all’alcol; è quindi consigliabile per il paziente astenersi dal consumo di alcol.
Interferenza con test sierologici
Carbamazepina può dare falsi positivi all’analisi tramite HPLC per quanto riguarda le concentrazioni di perfenazina a causa di interferenze con quest’ultima
Carbamazepina e il metabolita 10,11-epossido possono dare falsi positivi con il metodo immunologico basato su misure di fluorescenza polarizzata per quanto riguarda le concentrazioni degli antidepressivi triciclici.
Effetti collaterali di Tegretol (carbamazepina)
Riassunto del profilo di sicurezza
Soprattutto all’inizio del trattamento con Tegretol, o se la dose iniziale è troppo alta o nei pazienti anziani, alcune reazioni avverse possono verificarsi molto frequentemente o frequentemente, ad esempio a carico del SNC (capogiri, cefalea, atassia, sonnolenza, affaticamento, diplopia), del tratto gastrointestinale (nausea, vomito) e reazioni allergiche cutanee.
Le reazioni avverse correlate alla dose solitamente scompaiono in pochi giorni,
spontaneamente o dopo temporanea riduzione del dosaggio. Le reazioni avverse a carico del SNC possono essere espressione di sovradosaggio o di fluttuazioni significative dei livelli plasmatici. In questi casi si suggerisce di controllare i livelli plasmatici.
Riassunto tabellare delle reazioni avverse derivanti da studi clinici e da segnalazioni spontanee
Gli effetti indesiderati derivanti dagli studi clinici sono elencati di seguito in base alla classificazione per sistemi ed organi ed alla frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (>1/10), comune (da >1/100 a <1/10), non comune (da >1/1000 a <1/100), raro (da >1/10000 a <1/1000), molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune: leucopenia.
Comune: trombocitopenia, eosinofilia.
Raro: leucocitosi, linfoadenopatia.
Molto raro: agranulocitosi, anemia aplastica, pancitopenia, aplasia eritrocitaria pura, anemia, anemia megaloblastica, reticolocitosi, anemia emolitica.
Disturbi del sistema immunitario
Raro: risposta di ipersensibilità ritardata multipla a carico di più organi con disturbi, che si possono manifestare in combinazioni differenti, quali febbre, rash, vasculiti, linfoadenopatia, pseudo-linfoma, artralgia, leucopenia, eosinofilia, epato-splenomegalia, alterazione dei test di funzionalità epatica e sindrome del dotto biliare evanescente (distruzione e scomparsa dei dotti biliari intraepatici). Anche altri organi possono essere interessati, quali polmoni, reni, pancreas, miocardio, colon.
Molto raro: reazioni anafilattiche, angioedema, ipogammaglobulinemia.
Patologie endocrine
Comune: edema, ritenzione idrica, aumento del peso corporeo, iponatriemia e riduzione dell’osmolarità ematica dovuta a un’azione simile all’ADH, che può portare in rari casi a intossicazioni da acqua accompagnata da vomito, letargia, cefalea, stato confusionale, disturbi neurologici.
Molto raro: galattorrea, ginecomastia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Raro: carenza di acido folico, diminuzione dell’appetito.
Molto raro: porfiria acuta (porfiria intermittente acuta e porfiria variegata), porfiria non acuta (porfiria cutanea tarda).
Disturbi psichiatrici
Raro: allucinazioni (visive o uditive), depressione, aggressività, agitazione, irrequietezza, stato confusionale.
Molto raro: attivazione di psicosi.
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: atassia, capogiri, sonnolenza.
Comune: diplopia, cefalea.
Non comune: movimenti anormali involontari (per esempio, tremore, asterissi, distonia, tic), nistagmo.
Raro: discinesia, disturbi della motilità oculare, disturbi del linguaggio (disartria, linguaggio indistinto), coreoatetosi, neuropatie periferiche, parestesie, e paresi.
Molto raro: sindrome neurolettica maligna, meningite asettica con mioclono ed eosinofilia periferica, disgeusia.
Patologie dell’occhio
Comune: disturbi dell’accomodazione (per esempio, visione offuscata).
Molto raro: opacità del cristallino, congiuntivite.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Molto raro: disturbi dell’udito (per esempio, tinnito, iperacusia, ipoacusia, percezione alterata del tono).
Patologie cardiache
Raro: disturbi della conduzione cardiaca.
Molto raro: aritmia, blocco atrioventricolare con sincope, bradicardia, insufficienza cardiaca congestizia, aggravamento di arteriopatia coronarica.
Patologie vascolari
Raro: ipertensione o ipotensione.
Molto raro: collasso circolatorio, embolia (per esempio, embolia polmonare), tromboflebite.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Molto raro: ipersensibilità polmonare caratterizzata ad esempio da febbre, dispnea, polmonite.
Patologie gastrointestinali
Molto comune: vomito, nausea.
Comune: secchezza delle fauci.
Non comune: diarrea, stipsi.
Raro: dolore addominale.
Molto raro: pancreatite, glossite, stomatite.
Patologie epatobiliari
Raro: epatopatia colestatica, parenchimale (epatocellulare) o di tipo misto, sindrome del dotto biliare evanescente, ittero.
Molto raro: insufficienza epatica, epatite granulomatosa.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune: orticaria che può essere anche grave, dermatite allergica.
Non comune: dermatite esfoliativa.
Raro: lupus eritematoso sistemico, prurito.
Molto raro: gravi reazioni avverse cutanee (SCARs) come la sindrome di Steven-Johnson (*) (SJS), la necrolisi epidermica tossica (TEN), reazioni di fotosensibilità, eritema multiforme, eritema nodoso, alterazione della pigmentazione cutanea, porpora, acne, iperidrosi, alopecia, irsutismo.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Raro: debolezza muscolare.
Molto raro: disturbi del metabolismo osseo (diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di calcio e delle concentrazioni ematiche di 25-idrossi-colecalciferolo) che portano a osteomalacia/osteoporosi, artralgia, mialgia, spasmi muscolari. Il meccanismo mediante il quale Tegretol (carbamazepina) influenza il metabolismo osseo non è stato identificato.
Patologie renali e urinarie
Molto raro: nefrite tubulo-interstiziale, insufficienza renale, compromissione renale (per esempio, albuminuria, ematuria, oliguria, aumento dei livelli di urea ematica/azotemia), ritenzione urinaria, pollachiuria.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto raro: disfunzioni sessuali/disfunzione erettile, anomalie nella spermatogenesi (con diminuzione del numero degli spermatozoi e/o della motilità).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: affaticamento.
Esami diagnostici
Molto comune: innalzamento delle gamma-GT (dovuto all’induzione degli enzimi epatici), di solito clinicamente non rilevante.
Comune: innalzamento delle concentrazioni ematiche della fosfatasi alcalina.
Non comune: innalzamento delle transaminasi.
Molto raro: aumento della pressione intraoculare, aumento dei livelli ematici di colesterolo, lipoproteine ad alta densità, e trigliceridi. Alterazione dei parametri funzionali della tiroide: diminuzione della L-Tiroxina (tiroxina libera, tiroxina, triiodotiroxina) e aumento delle concentrazioni ematiche dell’ormone stimolante la tiroide, di solito senza manifestazioni cliniche, aumento dei livelli ematici di prolattina.
(*) In alcuni Paesi asiatici la frequenza è “rara”.
Ulteriori reazioni avverse derivanti da segnalazioni spontanee (frequenza non nota)
Le seguenti reazioni avverse derivano dall’esperienza post-marketing con Tegretol (carbamazepina) e si riferiscono a segnalazioni spontanee e ai casi descritti in letteratura. Poiché queste reazioni derivano spontaneamente da una popolazione di dimensione incerta, non è possibile stimarne con certezza la frequenza che è pertanto indicata come “non nota”. Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi. All’interno di ciascuna classe, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente.
Infezioni ed infestazioni
Riattivazione di infezioni da Herpesvirus umano 6.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Depressione midollare.
Patologie del sistema nervoso
Sedazione, disturbi della memoria.
Patologie gastrointestinali
Colite.
Disturbi del sistema immunitario
Rash farmaco-indotto con eosinofilia e sintomi sistemici (Drug Rash with Eosinophilia and Systemic Symptoms, DRESS).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Pustolosi esantematica acuta generalizzata (Acute Generalized Exanthematous Pustulosis, AGEP), cheratosi lichenoide, onicomadesi.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Fratture.
Esami diagnostici
Diminuzione della densità ossea.
C’è una crescente evidenza riguardo l’associazione di marcatori genetici e la comparsa di reazioni avverse cutanee come SJS, TEN, DRESS, AGEP e rash maculopapulare. In pazienti giapponesi ed europei queste reazioni sono segnalate in associazione con l’uso di carbamazepina e la presenza di allele HLA-A*3101. Un altro marker, HLA-A*1502, ha dimostrato di essere fortemente associato con le sindromi di SJS e TEN tra gli individui di origine cinese di etnia Han, tailandese e qualche altra discendenza asiatica.
Sovradosaggio
Segni e sintomi
I segni e sintomi di sovradosaggio che si presentano solitamente coinvolgono il sistema nervoso centrale, cardiovascolare e respiratorio e comprendono le reazioni avverse descritte al paragrafo Effetti collaterali di Tegretol.
Sistema nervoso centrale
Depressione del sistema nervoso centrale, disorientamento, diminuzione del livello di coscienza, sonnolenza, agitazione, allucinazione, coma, visione offuscata, disartria, linguaggio indistinto, nistagmo, atassia, discinesia, iperreflessia seguita da iporeflessia, convulsioni, disturbi psicomotori, mioclono, ipotermia, midriasi.
Sistema respiratorio
Depressione respiratoria, edema polmonare.
Sistema cardiovascolare
Tachicardia, ipotensione, a volte ipertensione, disturbi della conduzione cardiaca con allargamento del complesso QRS; sincope associata ad arresto cardiaco.
Sistema gastrointestinale
Vomito, ritardo dello svuotamento gastrico, ridotta motilità intestinale.
Sistema muscoloscheletrico
Ci sono state alcune segnalazioni di rabdomiolisi in associazione a tossicità da carbamazepina.
Funzionalità renale
Ritenzione urinaria, oliguria, anuria, ritenzione di liquidi, intossicazione da acqua dovuta all’effetto tipo ADH della carbamazepina.
Parametri di laboratorio
Iponatriemia, possibile acidosi metabolica, possibile iperglicemia, incremento della CPK muscolare.
Trattamento
Non esiste un antidoto specifico.
Il trattamento iniziale deve essere condotto sulla base delle condizioni del paziente, che deve essere ospedalizzato. Occorre misurare la concentrazione plasmatica della carbamazepina per poter confermare l’avvelenamento e la quantità di dose assunta.
Svuotare lo stomaco, fare una lavanda gastrica e somministrare carbone attivo. Il ritardo dello svuotamento dello stomaco può provocare assorbimento ritardato con conseguente riacutizzazione durante la fase di recupero dall’intossicazione. È importante supportare le funzioni vitali in unità di cura intensiva con monitoraggio cardiaco e correggere i valori degli elettroliti nel sangue.
Speciali raccomandazioni
Si raccomanda un’emoperfusione di carbone. L’emodialisi è il trattamento efficace per la gestione del sovradosaggio di carbamazepina.
Nei 2-3 giorni successivi l’intossicazione occorre prevenire la riacutizzazione e l’aggravamento dei sintomi dovuti al ritardato assorbimento.
Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.
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