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Depalgos

Prima di assumere un farmaco consultare sempre il foglietto illustrativo che l’accompagna

Depalgos è un farmaco basato sull’associazione di due principi attivi, il paracetamolo e l’ossicodone.

L’ossicodone è una sostanza appartenente alla categoria degli antidolorifici oppioidi; è un oppioide semisintetico che viene ricavato dalla tebaina, quest’ultima è uno dei molti alcaloidi che sono contenuti nell’oppio; da un punto di vista chimico presente varie similitudini con codeina e morfina, ma ha una maggiore tossicità e viene quindi impiegata per la creazione di derivati sintetici come appunto l’ossicodone, la buprenorfina ecc.

L’effetto terapeutico dell’ossicodone è principalmente dovuto alle sue proprietà analgesiche, ansiolitiche e sedative.

Il paracetamolo, principio attivo del noto farmaco Tachipirina, ha notevole attività analgesica e antipiretica con debole azione antinfiammatoria; è un debole inibitore della biosintesi delle prostaglandine. Esso presenta solo un leggero effetto sulle piastrine e nessun effetto sul tempo di sanguinamento o l’escrezione dell’acido urico.

A cosa serve Depalgos

Depalgos è indicato nei seguenti casi:

  • trattamento del dolore di origine degenerativa da moderato a grave in corso di malattie muscolo-osteoarticolari non controllato da (FANS)/paracetamolo utilizzati da soli.
  • Trattamento del dolore di origine oncologica da moderato a grave.

Posologia e modo di somministrazione

Depalgos è indicato esclusivamente in pazienti di età superiore a 18 anni.

La posologia dipende dall’intensità del dolore e da eventuali precedenti trattamenti con analgesici.

In ogni caso, non si devono mai superare 4.000 mg di paracetamolo al giorno o 80 mg di ossicodone al giorno.

TRATTAMENTO DEL DOLORE DI ORIGINE DEGENERATIVA DA MODERATO A GRAVE IN CORSO DI MALATTIE MUSCOLO-OSTEOARTICOLARI NON CONTROLLATO DA FANS/PARACETAMOLO UTILIZZATI DA SOLI

Si deve iniziare il trattamento con una compressa da “5 mg + 325 mg” ogni 6-8 ore.

Continuare la terapia fino a un adeguato controllo del dolore.

Se necessario, la dose può essere aumentata in funzione della risposta del paziente utilizzando i dosaggi di Depalgos disponibili, in 3-4 somministrazioni giornaliere. Generalmente, il periodo di circa un mese è sufficiente per raggiungere un adeguato controllo del dolore.

DOLORE DI ORIGINE ONCOLOGICA DA MODERATO A GRAVE

Posologia iniziale

Pazienti che ricevono oppiacei per la prima volta o con dolore non controllato da altri oppiacei deboli:

La dose giornaliera è rappresentata da una compressa “5 mg + 325 mg” ogni 6 ore.

Pazienti già trattati in precedenza con oppiacei forti:

La dose giornaliera iniziale deve essere determinata in funzione della dose giornaliera di oppiaceo assunta in precedenza. Per il calcolo della dose giornaliera iniziale occorre considerare che il rapporto di equi-analgesia tra ossicodone per via orale e morfina per via orale è indicativamente di 1 a 2 (cioè 10 mg di ossicodone corrispondono a 20 mg di morfina).

La dose totale ottenuta viene suddivisa e somministrata ogni 6 ore, utilizzando le compresse più appropriate fra i dosaggi disponibili (“5 mg + 325 mg”, “10 mg + 325 mg” e “20 mg + 325 mg”).

Adattamento della posologia

Se le dosi prescritte di Depalgos si rivelano insufficienti, il dosaggio può essere progressivamente aumentato utilizzando i dosaggi disponibili “5 mg + 325 mg”, “10 mg + 325 mg” e “20 mg + 325 mg” fino a ottenere il controllo del dolore e tenendo presenti i dosaggi massimi giornalieri sopra riportati.

Se si rende necessario un trattamento ripetuto o prolungato, è consigliabile che questo sia intervallato con pause terapeutiche, effettuando un monitoraggio attento e regolare del paziente.

In ogni caso si deve evitare una brusca interruzione del trattamento, effettuando una progressiva riduzione del dosaggio.

Pazienti affetti da insufficienza epatica o renale lievi-moderate

La concentrazione plasmatica del farmaco può risultare aumentata in caso di insufficienza epatica o renale di grado lieve o moderato. Pertanto, in questi gruppi di pazienti il trattamento deve sempre essere iniziato dal dosaggio più basso: “5 mg + 325 mg” ogni 8 ore e improntato alla massima cautela, monitorando regolarmente la funzione epatica e/o renale.

Pazienti anziani

Nei pazienti anziani (età >65 anni), è opportuno iniziare il trattamento dal dosaggio più basso: “5 mg + 325 mg”; a seconda dello stato generale del paziente, inoltre, l’intervallo tra due somministrazioni, se ritenuto necessario, può essere aumentato (da 6 ore a 8-12 ore).

depalgos

Depalgos è un farmaco basato sull’associazione di due principi attivi, il paracetamolo e l’ossicodone

Avvertenze, precauzioni per l’uso e controindicazioni

Dose massima giornaliera

Non superare le dosi giornaliere rispettivamente di 4.000 mg di paracetamolo o 80 mg di ossicodone.

Farmacodipendenza

L’ossicodone può provocare una farmacodipendenza di tipo morfinico. In seguito a ripetute somministrazioni si possono verificare dipendenza psichica, dipendenza fisica e tolleranza e perciò esso deve essere prescritto e somministrato con la stessa cautela che si adotta per la morfina.

Nel contesto del trattamento del dolore la richiesta di un aumento delle dosi non rientra generalmente nel campo dell’assuefazione; essa testimonia più spesso un autentico bisogno di analgesia, da non confondersi con un comportamento di dipendenza.

Al di fuori della sua utilizzazione nel trattamento del dolore, l’ossicodone è uno stupefacente che può dar luogo ad abuso.

In caso di trattamento prolungato, una brusca interruzione può comportare una sindrome da astinenza, caratterizzata dai seguenti sintomi: ansia, irritabilità, brividi, midriasi, vampe di calore, sudorazione, lacrimazione, rinorrea, nausea, vomito, crampi addominali, diarrea, artralgie. La comparsa di questa sindrome da astinenza può essere evitata da una diminuzione progressiva delle dosi.

Traumi cranici e aumentata pressione intracranica

In caso di traumi cranici, altre lesioni intracraniche o un preesistente aumento della pressione intracranica, l’azione depressiva respiratoria dell’ossicodone e la sua capacità di aumentare la pressione del fluido cerebrospinale possono essere notevolmente incrementate. Come tutti gli oppiacei, l’ossicodone produce effetti collaterali in grado di mascherare il decorso clinico di pazienti con lesioni craniche.

Addome acuto

La somministrazione di Depalgos può confondere la diagnosi o il decorso clinico dei pazienti con affezioni addominali acute.

Pazienti a rischio particolare

Depalgos deve essere somministrato con cautela a pazienti debilitati, particolarmente se anziani o con insufficienza epatica o renale moderate, ipotiroidismo, morbo di Addison, ipertrofia prostatica, stenosi uretrale.

Se durante l’uso si dovesse sospettare o si verificasse un ileo paralitico, la somministrazione di Depalgos deve essere immediatamente sospesa.

L’assunzione contemporanea di Depalgos e alcol o bevande alcoliche è da evitare.

Note di Educazione Sanitaria

Il raggiungimento di un adeguato controllo del dolore può essere favorito, quando possibile, oltre che da un corretto stile di vita (riduzione del peso corporeo, esercizio fisico moderato, ma regolare), dall’associazione di trattamenti non farmacologici quali per esempio l’applicazione di calore (utilizzando paraffina oppure fanghi), l’impiego di tecniche ultrasonografiche e di tecniche fisioterapiche.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza

Non esistono attualmente dati sufficienti per valutare un eventuale effetto malformativo o teratogeno di Depalgos quando somministrato durante la gravidanza.

L’uso di Depalgos durante la gravidanza è pertanto sconsigliato.

Allattamento

Sebbene l’ossicodone venga escreto nel latte materno in basse concentrazioni, esso può causare depressione respiratoria nel neonato. Pertanto, Depalgos non deve essere utilizzato durante l’allattamento.

Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

L’ossicodone può ridurre lo stato di vigilanza necessario all’esecuzione di mansioni potenzialmente pericolose quali condurre autoveicoli o azionare dei macchinari. Occorre quindi avvertire i pazienti di questa possibilità.

Controindicazioni

Depalgos è controindicato in caso di:

  • ipersensibilità ai principi attivi o a uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel preparato.
  • Pazienti di età inferiore a 18 anni.
  • Porfiria.
  • Insufficienza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi e grave anemia emolitica.
  • Insufficienza epatocellulare grave.
  • Insufficienza renale grave.
  • Insufficienza respiratoria.
  • Asma bronchiale in fase acuta o di grado severo.
  • Ipercapnia.
  • Ileo paralitico.
  • Allattamento.

Il prodotto è inoltre controindicato nei pazienti in trattamento con farmaci inibitori delle monoaminoossidasi e con antidepressivi triciclici o inibitori del reuptake della serotonina. In questi casi la terapia analgesica può essere intrapresa dopo due settimane dalla sospensione del precedente trattamento.

Effetti collaterali di Depalgos

Gli effetti collaterali più frequenti sono: stipsi (che può essere prevenuta mediante adeguato trattamento), confusione, sonnolenza, nausea e vomito (che sembrano essere più accentuati nei pazienti deambulanti rispetto a quelli allettati e possono essere alleviati facendo sdraiare il paziente).

Sono descritti i seguenti effetti collaterali:

Disturbi del metabolismo e nutrizione

  • Non comuni: disidratazione, edema, edema periferico, sete.

Disturbi del sistema nervoso

  • Comuni: cefalea, confusione, astenia, senso di affaticamento, giramenti di testa, sedazione, ansietà, sogni anormali, nervosismo, insonnia, disturbi del pensiero, sonnolenza, mioclonia.
  • Non comuni: vertigini, allucinazioni, disorientamento, alterazioni dell’umore, irrequietezza, agitazione, depressione, tremore, amnesia, diminuzione della sensibilità, ipotonia, senso di malessere, parestesia, disturbi del linguaggio, euforia, disforia, crisi convulsive, disturbi della visione.

Disturbi cardiaci

  • Non comuni: palpitazioni, tachicardia sopraventricolare.

Disturbi del sistema vascolare

  • Comuni: ipotensione ortostatica.
  • Non comuni: ipotensione, sincope, vasodilatazione.

Disturbi respiratori, del torace e del mediastino

  • Comuni: broncospasmo, dispnea, diminuito riflesso della tosse.
  • Non comuni: depressione respiratoria.

Disturbi dell’apparato gastrointestinale

  • Comuni: stipsi, nausea, vomito, bocca secca, anoressia, dispepsia, dolore addominale, diarrea.
  • Non comuni: spasmo delle vie biliari, disfagia, eruttazione, flatulenza, disturbi gastrointestinali, occlusione intestinale, alterazione del gusto, gastrite, singhiozzo, disturbi dentali.

Disturbi di cute e annessi

  • Comuni: eritema, prurito
  • Non comuni: cute secca, dermatite esfoliativa, orticaria.

Disturbi del sistema urinario

  • Non comuni: ritenzione urinaria, spasmo dell’uretere.

Disturbi del sistema riproduttivo e mammella

  • Non comuni: impotenza, amenorrea, diminuzione della libido.

Disordini generali

  • Comuni: sudorazione, brividi
  • Non comuni: arrossamento del volto, miosi, rigidità muscolare, reazioni allergiche, febbre.

Alterazioni del sistema immunitario

  • Non comuni: reazioni anafilattiche e anafilattoidi

Disturbi psichiatrici

  • Non comuni: sindrome da astinenza.

Alterazioni del sistema epatobiliare

  • Non comuni: colestasi, aumento degli enzimi epatici.

Interazioni di Depalgos con altre sostanze

Gli effetti depressori di Depalgos sul sistema nervoso possono essere potenziati in caso di terapia concomitante con altri oppiacei, anestetici, fenotiazine, tranquillanti, sedativi o altri depressori del SNC, compreso l’alcol. In questo caso, la dose di uno o di entrambi i farmaci dovrebbe essere ridotta. In caso di assunzione contemporanea di ciclosporina, può essere necessario aumentarne il dosaggio. I farmaci inibitori delle monoammino-ossidasi o gli antidepressivi triciclici/inibitori del reuptake della serotonina possono potenziare gli effetti dell’antidepressivo o dell’ossicodone e pertanto sono controindicati. È noto che gli inibitori della monoammino-ossidasi interagiscono con gli analgesici narcotici dando origine a eccitazione o depressione del SNC con crisi ipertensive o ipotensive.

La terapia concomitante con anticolinergici può causare ileo paralitico. L’ossicodone è metabolizzato dal sistema enzimatico citocromo P450 3A e 2D6. Il metabolismo dell’ossicodone può essere alterato da farmaci che agiscono come inibitori o induttori del citocromo P450 3A e 2D6 come ketoconazolo o eritromicina o rifampicina.

Sovradosaggio

Paracetamolo

Segni e sintomi: In caso di sovradosaggio, il paracetamolo può provocare citolisi epatica che può evolvere verso la necrosi massiva e irreversibile. Il sovradosaggio si può anche manifestare con necrosi renale tubulare, coma ipoglicemico e trombocitopenia.

Negli adulti, si è avuta tossicità epatica nel caso di intossicazione acuta con meno di 10 grammi, e dei casi di mortalità con meno di 15 grammi.

I sintomi precoci di un potenziale sovradosaggio epatotossico sono: nausea, vomito, diaforesi e una sensazione di malessere generale. I segni clinici e i valori di laboratorio dimostranti una tossicità epatica non si presentano prima di 48-72 ore dall’ingestione.

Trattamento: In caso di sospetta intossicazione acuta da paracetamolo, si deve trattare il paziente mediante lavanda gastrica o vomito indotto con sciroppo di ipecacuana. È inoltre opportuno richiedere un dosaggio del paracetamolo nel sangue, ma comunque non prima di 4 ore dalla ingestione. La funzionalità epatica deve essere valutata inizialmente e a intervalli di 24 ore.

L’antidoto, N-acetilcisteina, dovrebbe essere somministrato il prima possibile per ottenere i migliori risultati, se possibile entro 16 ore dall’ingestione e in ogni caso entro le 24 ore.

Ossicodone

Segni e sintomi: I sintomi sono rappresentati da depressione respiratoria (riduzione della frequenza respiratoria e/o del volume corrente, respiro di Cheyne-Stokes e cianosi), estrema sonnolenza che può progredire fino a torpore o coma, flaccidità muscolo-scheletrica, cute fredda e sudata, e talvolta bradicardia e ipotensione. In caso di grave sovradosaggio si può avere apnea, collasso cardiocircolatorio, arresto cardiaco e morte.

Trattamento: Bisogna rivolgere soprattutto attenzione a ripristinare un adeguato scambio respiratorio liberando le vie aeree e istituendo una ventilazione assistita o controllata.

Deve essere inoltre somministrato un antagonista degli oppiacei, per esempio naloxone, antidoto specifico contro la depressione respiratoria indotta dal sovradosaggio o da un’inusuale ipersensibilità agli oppiacei, e tenere sotto controllo la respirazione con adeguate misure di sostegno.

La dose iniziale per l’adulto è di 0,4-2 mg di naloxone somministrato per via endovenosa; dal momento che l’ossicodone può avere una durata di azione superiore a quella dell’antagonista, il paziente deve essere mantenuto sotto stretta sorveglianza e dovrebbe ricevere ripetute dosi di naloxone in modo da mantenere una adeguata capacità respiratoria.

L’antagonista non deve essere somministrato in assenza di depressione respiratoria o cardiovascolare clinicamente significativa.

All’occorrenza si dovrebbero impiegare ossigeno, soluzioni endovenose, vasopressori e altre misure di supporto.

Occorre utilizzare la lavanda gastrica per rimuovere il farmaco non assorbito.

Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.

NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo.

 

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