Il buspirone è una molecola ad attività ansiolitica selettiva; è il capostipite di una classe di farmaci ansiolitici noti come azapironi. Il farmaco non ha alcuna correlazione, né dal punto di vista chimico, né dal punto di vista farmacologico, con le benzodiazepine* o coi barbiturici.
Nei soggetti che vengono trattati con questo farmaco non è stata evidenziata sedazione o diminuzione delle capacità di eseguire quelle attività che richiedono un certo grado di attenzione (come, per esempio, la capacità di guidare un autoveicolo).
In Italia, il buspirone in compresse o capsule non esiste più come specialità medicinale (farmaco industriale): i nomi commerciali erano Axoren, Buspar e Buspimen, ma sono stati abbandonati dall’industria nel 2004 e sono quindi fuori commercio. Il farmaco è però reperibile in preparazione galenica (vale a dire preparato in farmacia in laboratorio galenico).
In seguito alla somministrazione orale, il principio attivo viene assorbito quasi completamento dal tratto gastrointestinale; il principio attivo subisce un notevole effetto di primo passaggio (nel torrente ematico, infatti, solamente una quota del 4% di farmaco rimane immodificata). Nel caso di contemporanea assunzione di cibo ha un ritardo dell’assorbimento intestinale.
La massima concentrazione plasmatica viene raggiunta nell’arco di un’ora, un’ora e mezzo al massimo. La concentrazione plasmatica di equilibrio viene raggiunta nel giro di due giorni.
Il legame con le proteine plasmatiche è quantificabile nel 95% circa. Vari studi effettuati su volontari sani hanno mostrato che l’emivita farmacologica del buspirone va dalle 2 alle 11 ore circa.
In seguito all’assunzione di una singola dose del farmaco, una quota variabile fra il 30 e il 63% viene eliminata per via urinaria nel giro di 24 ore. L’escrezione fecale è inferiore (dal 18 al 38% in riferimento al medesimo dosaggio).
A cosa serve
Il buspirone trova utilizzo nel disturbo d’ansia generalizzato (DAG); rispetto alle benzodiazepine non deprime le capacità intellettive.
Il farmaco viene talvolta prescritto anche a coloro che sono affetti da sindrome depressiva, in associazione a un farmaco SSRI potenziandone gli effetti; in Italia il farmaco non è approvato per quest’ultima indicazione, ma diversi studi hanno mostrato come la terapia di associazione possa avere una notevole efficacia e molti clinici ricorrono al trattamento di tipo off-label**.
Modalità di utilizzo
Il buspirone può essere preparato sotto forma di compresse o capsule.
Il dosaggio è di stretta competenza del medico curante o dello specialista che dovrà valutare la specifica situazione (gravità del disturbo da trattare, condizioni generali di salute ecc., patologie concomitanti, risposta al trattamento iniziale ecc.).
Nei soggetti adulti la dose consigliata è di 15 mg al giorno, suddivisa in due o tre dosi. Il dosaggio può essere gradualmente incrementato, 5 mg ogni 2-3 giorni, a seconda della risposta del paziente, fino a raggiungere la dose terapeutica ottimale.
Il dosaggio massimo, che è opportuno non superare, è pari a 60 mg al giorno, sempre frazionato in 2-3 somministrazioni.
In corso di trattamento di pazienti anziani, oppure affetti da insufficienza renale o epatica, il medico dovrà attentamente valutare la possibilità e l’opportunità di una diminuzione dei dosaggi.
Quando si assume buspirone e fondamentale prestare attenzione all’assunzione di cibo perché questo influenza rilevantemente la biodisponibilità del farmaco. Se lo si assume prima dei pasti è opportuno assumerlo almeno 10 minuti prima di iniziare la colazione, il pranzo o la cena.
Se invece lo si assume dopo i pasti, è consigliabile assumerlo appena questi sono terminati.
Avvertenze e controindicazioni
Il buspirone è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure a uno qualsiasi degli eccipienti. È inoltre controindicato nei soggetti affetti da grave insufficienza epatica o grave insufficienza renale.
Il buspirone non deve essere utilizzato in associazione a farmaci IMAO, per il possibile verificarsi di crisi di tipo ipertensivo, nelle donne in stato interessante e in quelle che allattano.
Interazioni del buspirone con altre sostanze
Come già ricordato il farmaco non deve essere utilizzato in associazione a farmaci IMAO.
L’associazione del buspirone con altri psicofarmaci richiede una certa cautela ed è opportuno che il medico curante provveda a un attento monitoraggio della situazione.
In alcuni casi, invero rari, sono state riportate convulsioni in pazienti che hanno assunto contemporaneamente buspirone e SSRI.
In uno studio su volontari sani, la contemporanea somministrazione di buspirone e aloperidolo (un farmaco antipsicotico) ha comportato un aumento della concentrazione sierica di quest’ultimo.
È stato riportato che l’interazione fra trazodone cloridrato (un farmaco per il trattamento dei disturbi depressivi con o senza componente ansiosa e probabilmente più noto come Trittico) e buspirone possa aver causato un incremento da 3 a 6 volte delle SGPT (ALT) in alcuni pazienti. In uno studio clinico, il tentativo di ricreare questa evenienza non ha mostrato effetti negativi sulle transaminasi epatiche.
Dopo l’aggiunta al trattamento con diazepam sono stati osservati aumenti del 15% per nordazepam (metabolita attivo del diazepam) ed effetti collaterali minimi (vertigine, cefalea e nausea).
La somministrazione concomitante di buspirone e nefazodone (un antidepressivo) in volontari sani ha provocato un marcato aumento delle concentrazioni plasmatiche di buspirone e diminuzioni statisticamente significative (intorno al 50%) nelle concentrazioni plasmatiche dell’1-pirimidinilpiperazina, metabolita del buspirone. I soggetti che hanno assunto 5 mg (due volte al giorno) di buspirone in concomitanza a nefazodone 250 mg (due volte al giorno) hanno mostrato effetti collaterali come sensazione di testa vuota, astenia, vertigine e sonnolenza. Si opportuno diminuire la dose di buspirone se somministrato con nefazodone.
La somministrazione contemporanea di buspirone e cimetidina ha portato a un aumento della concentrazione massima (40%) e del tempo richiesto per raggiungerla (2 volte), ma ha effetti minimi sull’area di curva del buspirone.
La somministrazione contemporanea di buspirone (10 mg in dose singola) ed eritromicina (1,5 g/die per 4 giorni) in volontari sani ha portato a un aumento delle concentrazioni plasmatiche di buspirone. Queste interazioni farmacocinetiche sono state accompagnate da un aumento dell’incidenza di eventi avversi attribuibili al buspirone. In caso di co-somministrazione, si raccomanda un dosaggio più basso di buspirone (per esempio, 2,5 mg due volte al giorno).
La somministrazione contemporanea di buspirone (10 mg in dose singola) e itraconazolo (200 mg/die per 4 giorni) in volontari sani ha portato a un aumento delle concentrazioni plasmatiche di buspirone. Queste interazioni farmacocinetiche sono state accompagnate da un aumento dell’incidenza di eventi avversi attribuibili al buspirone. In caso di co-somministrazione, si raccomanda un dosaggio più basso di buspirone (per esempio, 2,5 mg due volte al giorno).
In caso di co-somministrazione con diltiazem e verapamil (farmaci ipertensivi), si possono determinare effetti maggiori e più elevata tossicità del buspirone. Pertanto, è raccomandato un dosaggio più basso di buspirone.
La somministrazione contemporanea di buspirone e rifampicina (un antibiotico battericida) produce una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e gli effetti farmacodinamici del buspirone.
La co-somministrazione di buspirone con succo concentrato di pompelmo ha provocato aumenti delle concentrazioni plasmatiche di buspirone.
Effetti collaterali del buspirone
Utilizzato ai dosaggi usuali il buspirone è solitamente ben tollerato. Eventuali effetti avversi si verificano di solito nei primi giorni di trattamento e scompaiono in modo spontaneo nel giro di breve tempo.
Gli effetti collaterali più frequentemente riscontrati nella pratica clinica sono cefalea, vertigini, sensazione di testa leggera, parestesie, diarrea, nausea, vomito, eccitazione e sudorazione, agitazione e altri disturbi a livello del tratto gastrointestinale.
Sono relativamente frequenti anche insonnia, riduzione della capacità di concentrazione, depressione, confusione, visione sfocata, congestione nasale, gola irritata, secchezza delle fauci, tinnito, torpore, incoordinazione, tremori.
Occasionalmente sono stati segnalati sintomi extrapiramidali, discinesie, distonie, rigidità muscolare a ruota dentata, andatura atassica, depersonalizzazione, disturbi della memoria, labilità emotiva, allucinazioni, psicosi, convulsioni. Per questi ultimi disturbi è però piuttosto difficile distinguere la quota legata all’utilizzo del farmaco da quella associata al quadro ansioso di fondo. Infine, durante il trattamento con buspirone si sottolinea la possibilità di insorgenza di ritenzione urinaria e galattorrea nelle donne, nonché, a seguito di una stimolazione dose-dipendente della secrezione della prolattina, la possibilità di irregolarità mestruali e, nel maschio, di disturbi sessuali.
Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.
* Il buspirone possiede un meccanismo d’azione sostanzialmente differente da quello delle benzodiazepine. È infatti un agonista parziale dei recettori della serotonina di tipo 5-HT1A mentre non interagisce direttamente con i recettori delle benzodiazepine e del GABA. Funziona, inoltre, come antagonista D2 presinaptico della dopamina, nonché come un parziale agonista del recettore α1.
** Con l’espressione trattamento di tipo off-label si fa riferimento all’impiego nella pratica clinica di farmaci già registrati, ma utilizzati in modo non conforme a quanto previsto dal riassunto delle caratteristiche del prodotto autorizzato. Molto spesso, l’utilizzo off-label è relativo a molecole conosciute e utilizzate da tempo e per le quali le evidenze scientifiche suggeriscono un loro uso razionale anche in situazioni cliniche che non sono approvate da un punto di vista regolatorio.
L’uso off-label è ampiamente diffuso in vari ambiti della medicina (oncologia, reumatologia, neurologia e psichiatria) e riguarda sia la popolazione adulta che quella pediatrica. Da notare che in campo pediatrico, in particolar modo a livello neonatale, una notevole quota delle prescrizioni è di tipo off-label.
NOTA IMPORTANTE – Questa pagina non sostituisce in alcun modo le informazioni presenti nei foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci; in particolare per composizione, forma farmaceutica, posologia, proprietà farmacologiche e informazioni farmaceutiche riferirsi al foglietto illustrativo.
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