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Elastasi fecale

Il test dell’elastasi fecale è un test di relativamente recente introduzione attualmente considerato il gold standard nella valutazione non invasiva dell’insufficienza pancreatica esocrina.

Ricordiamo che le elastasi sono enzimi che sono prodotti dal pancreas (elastasi-1 o elastasi pancreatica o elastasi fecale o ELA1) e dai neutrofili (elastasi neutrofila o ELA2).

Nel pancreas si ha inizialmente la produzione di protoelastasi che poi viene trasformata in elastasi dalla tripsina, un enzima appartenente alla classe delle idrolasi.

La funzione dell’elastasi fecale è quella di favorire la digestione di alcuni nutrienti, ciò avviene attraverso la digestione (più tecnicamente, idrolizzazione) dell’elastina, una proteina presente nel tessuto connettivo degli animali.

elastasi fecali

Il pancreas produce gli enzimi elastasi; il dosaggio delle elastasi fecali serve infatti per monitorare le funzionalità pancreatiche.

A cosa serve il dosaggio dell’elastasi fecale

L’elastasi fecale costituisce circa il 6% del succo pancreatico, un liquido che viene secreto dal pancreas e che, oltre all’elastasi contiene molti altri enzimi digerenti fra cui lipasi, amilasi, tripsinogeno, chimotripsinogeno e molti altri; contiene anche bicarbonati che servono a tamponare l’acidità del materiale che proviene dallo stomaco. L’elastasi-1 va a concentrarsi soprattutto nelle feci (in una percentuale che è circa 5 volte superiore a quella relativa al succo pancreatico duodenale); diversamente da quanto accade con altri enzimi, l’elastasi fecale non subisce una significativa degradazione nel corso del transito intestinale durante il quale va a legarsi in prevalenza ai sali biliari; ne consegue che la sua concentrazione nella massa fecale è un ottimo indice della funzionalità del pancreas esocrino.

Attraverso un test ELISA (Enzyme Linked ImmunoSorbent Assay, comunemente noto come test immunoenzimatico) su un piccolo campione di feci è possibile dosare la quantità di elastasi fecale.

Rispetto ad altri test che vengono effettuati per valutare la funzionalità del pancreas (come, per esempio, amilasi, lipasi, chimotripsina ecc.), quello dell’elastasi fecale presenta indiscutibili vantaggi; innanzitutto è un test decisamente pancreas-specifico dal momento che l’elastasi-1 viene prodotta soltanto dal pancreas; come detto, l’elastasi fecale non subisce praticamente degradazione significativa durante il transito dall’intestino (ragion per cui, la sua concentrazione nelle feci fornisce un’idea molto precisa sulla funzionalità pancreatica); la sua emivita è superiore rispetto a quella della lipasi e dell’amilasi; la terapia sostitutiva enzimatica non influenza in alcun modo la misura del test, motivo per cui non c’è alcun bisogno di interrompere la cura; è un test semplice e non invasivo diversamente da altri esami utilizzati quando si sospetta la presenza di insufficienza pancreatica, vale a dire il test della secretina-pancreoenzima e il test della secretina-ceruleina che richiedono il ricorso a un sondino per prelevare il succo pancreatico.

Elastasi fecale – Valori normali

Viene considerata nella norma una concentrazione di elastasi-1 superiore ai 200 microgrammi per ogni grammo di feci (dai 200 ai 500 mcg/g). Valori inferiori richiedono ulteriori indagini allo scopo di accertare le cause che determinano insufficienza pancreatica esocrina.

Elastasi fecale bassa – Cause

Il riscontro di elastasi fecale bassa indica la presenza di insufficienza pancreatica; nel caso di valori di elastasi-1 compresi tra 100 e 200 mcg per grammo di feci, tale insufficienza viene considerata di grado lieve-moderato; valori più bassi di 100 mcg/g indicano che l’insufficienza pancreatica è di grado severo.

Nel caso di pazienti affetti da fibrosi cistica con insufficienza pancreatica grave, caratterizzata da un’eccessiva eliminazione di lipidi con le feci (tecnicamente si parla di steatorrea), si registrano solitamente bassissimi valori di elastasi-1, praticamente prossimi allo zero.

L’elastasi fecale bassa può essere legata anche alla presenza di altre condizioni patologiche, fra cui il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa, la celiachia, la calcolosi biliare, la celiachia, la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), l’osteoporosi e l’insufficienza renale cronica.

Vale la pena ricordare che in alcuni casi (diarrea, enteropatie, infiammazioni intestinali), pur non in presenza di insufficienza pancreatica, si possono registrare bassi valori di elastasi fecale.

Nel caso in cui i valori di elastasi fecale risultino la norma, ma permangano segni e sintomi che fanno comunque sospettare un problema a livello del pancreas, possono essere d’aiuto altri test quali l’esame dei grassi fecali, il test della tripsina/chimotripsina e il dosaggio ematico di amilasi e lipasi.

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