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Durata degli impianti dentali

Ultimi aggiornamenti: 2018

Qual è la durata degli impianti dentali? È la domanda che si pongono tutti coloro che si sono rivolti al proprio dentista per intervento di implantologia.

Purtroppo non è possibile dare una risposta certa perché sono davvero moltissimi i fattori che incidono sulla durata di un impianto dentale.

Sono stati effettuati diversi studi per avere maggiori certezze sulla questione; quelli di Torabinejad et al. (J Endod 2015), Setzer & Kim (J Dent Res 2014) e Lang et al. (COIR 2012) sono fra i più recenti e sostanzialmente sono concordi nell’affermare che la durata media di un impianto dentale è, nella stragrande maggioranza dei casi (circa il 95%), di circa 10-15 anni.

Può sembrare poco, ma si tenga conto che stiamo parlando di dati medi; se un soggetto è in buona salute e ha un buon stile di vita (non beve, non fuma, ha un’alimentazione equilibrata), se gli ossi mascellare e mandibolare sono sani e hanno una buona densità e un discreto spessore e se vengono seguite alla lettera le indicazioni dello specialista odontoiatra, vi sono ottime probabilità che la durata dell’impianto superi abbondantemente il periodo medio indicato precedentemente.

Ben si comprende che il paziente ha un ruolo fondamentale nella durata dell’impianto dentale, dal momento che risultano importantissime le corrette manovre di igiene dentale quotidiana e le visite di controllo periodiche dal proprio dentista.

Molti autori sono convinti che gli studi futuri riporteranno dati sicuramente che mostreranno non solo che, in media, la durata degli impianti dentali si sarà notevolmente allungata, ma anche saranno diminuiti i rischi di complicazioni in seguito agli interventi; l’implantologia dentale, infatti, è una tecnica in costante sviluppo e negli ultimi 10-15 anni sono stati fatti enormi passi avanti, sia nelle metodiche sia nei materiali da utilizzare.

Durata degli impianti dentali: la protesi e la vite in titanio

Quando si parla di durata degli impianti dentali, si devono distinguere i tempi relativi alla protesi e quelli relativi alla vite in titanio.

durata degli impianti dentaliLa durata di una protesi dentaria è legata alla resistenza dei materiali che vengono utilizzati e, come già accennato in precedenza, alla correttezza degli interventi di igiene orale nonché al rispetto della periodicità delle visite di controllo; questo ultimo punto è particolarmente importante perché è necessario che lo specialista controlli regolarmente lo stato di salute della protesi e intervenga precocemente nel caso riscontri qualche problema, evenienza sempre possibile. Non è detto che si debba effettuare una sostituzione completa dell’impianto, ma è possibile che si debba intervenire per modificare o sostituire le componenti che più di altre sono sottoposte a usura.

La durata della vite, invece, non dovrebbe, di norma, dar adito a preoccupazioni; le viti in titanio infatti sono solitamente garantite a vita; una sua rottura è altamente improbabile e, se ciò avviene, è possibile che si siano commessi errori nella pianificazione dell’intervento; se quest’ultimo, infatti, è stato progettato in modo corretto e se non si sono commessi errori nell’inserimento della vite, non dovrebbero verificarsi problemi di alcun genere.

Va però precisato che vi sono alcune condizioni particolari (bruxismo, serraggio delle arcate dentarie da tensione ecc.) che potrebbero causare rotture delle viti oppure il loro allentamento.

Nella durata complessiva del “nuovo dente” ha un ruolo basilare lo stato di salute del soggetto; la stabilità dell’impianto, infatti, anche se tutto è stato eseguito a regola d’arte, può venire compromessa dall’insorgenza di patologie di vario tipo.

Riassumendo, quindi, le cause principali che determinano una scarsa durata di un impianto dentale sono essenzialmente:

  • errori dell’odontoiatra (errata valutazione dello stato di partenza, intervento eseguito non correttamente ecc.); se lo stato di partenza viene valutato scorrettamente, c’è il rischio di una mancata osteointegrazione. È per esempio molto rischioso iniziare la procedura di impianto in soggetti affetti da parodontite o che hanno infezioni gengivali in corso; prima di effettuare un impianto, infatti, è necessario che il paziente guarisca perfettamente da questi disturbi che possono compromettere seriamente tutta la procedura.
  • insorgenza successiva di patologie dentarie e no (parodontite, infezioni gengivali, perimplantite, malattie sistemiche)
  • stile di vita errato (scarsa igiene orale, fumo, alimentazione non equilibrata ecc.).

Il rigetto dell’impianto dentale da parte dell’organismo, invece, è un’evenienza più teorica che pratica, ormai. Il titanio, infatti, è un materiale che ha dimostrato un’ottima biocompatibilità e sono davvero rarissimi i casi in cui esso non si integra con l’osso.

Un breve cenno va alla già citata perimplantite, un processo infiammatorio, generalmente di origine batterica, che determina la perdita di osso intorno all’impianto. L’infiammazione interessa inizialmente la gengiva interno all’impianto (mucosite perimplantare); se si interviene per tempo, in genere non si hanno particolari conseguenze, se invece il processo infiammatorio progredisce, raggiunge il tessuto osseo che circonda l’impianto dentale provocando, a lungo a dare, una certa instabilità

Impianti dentali: garanzia di riuscita

Chi vuole ricorrere agli impianti dentali si deve rivolgere a centri specializzati in quanto la scelta di materiali scadenti o una esecuzione non corretta dell’impianto dentale possono abbreviare di molto la vita del dente impiantato o addirittura causare danno all’osso. Oltre al danno economico (la spesa è notevole a seconda delle tecniche, da 1.500-5.000 euro a dente), si può avere quindi anche un danno estetico o alla salute della bocca.

 

Ecco come Wikipedia tratta l’argomento Impianti dentali.



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