Con l’espressione calli ossei ci si riferisce generalmente a una crescita anomala di tessuto o di osso attorno o alla base di un dito del piede, generalmente l’alluce perché è il dito più grande e anche quello che subisce maggiori sollecitazioni.
Il callo, oltre a essere doloroso nel contatto con il suolo, può anche modificare l’appoggio del piede perché la sua presenza forza l’alluce e conseguentemente le altre dita a una posizione innaturale, assumendo un’inclinazione laterale. Quando ciò accade e la situazione è trascurata per parecchio tempo, le dita vicine possono arcuarsi fino ad assumere una posizione “a martello”.
Frequente poi è la comparsa dei calli infradito, come conseguenze della maggiore frizione da un dito e l’altro. Se trascurati, questi tipi di calli ossei possono diventare invalidanti e impedire, per esempio, non solo l’effettuazione di un’attività sportiva, ma addirittura di una semplice passeggiata.
Se, in linea generale, i calli cutanei non rappresentano mai (o quasi) un problema di particolare serietà, lo stesso non può dirsi dei calli ossei, il cui grado di gravità dipende dalla posizione e dalle dimensioni; nei casi più seri si deve ricorrere anche al trattamento chirurgico.
Calli ossei: le cause
Le cause dell’insorgere di calli ossei sono essenzialmente di tipo meccanico, con un’errata scelta delle scarpe (o del numero sbagliato), o anche difetti anatomici o fattori ereditari.
Per esempio, alcune ricerche mediche hanno mostrato una notevole correlazione tra la formazione di calli ossei e un arco plantare poco sostenuto (o il cosiddetto piede piatto).
Chi ha un arco poco accentuato è portato a correre con pronazione interna, con un movimento che facilita la formazione dell’alluce valgo. Il processo può essere accentuato da una mancanza di elasticità dei tendini che non riescono a compensare la maggiore richiesta di tensione dovuta all’arco plantare piatto. Se i muscoli della gamba inoltre sono poco sviluppati e allenati, non riescono a trasmettere abbastanza forza al piede e ciò si tramuta a una sofferenza maggiore del primo metatarso.
Questo tipo di patologia interessa maggiormente le donne, a causa della cattiva abitudine di portare scarpe con tacchi alti, magari tutto il giorno e non solo in occasione di una serata. Questa abitudine è deleteria per la salute del piede e specialmente chi pratica attività sportiva (per esempio una runner) dovrebbe sicuramente meditare sulle sue conseguenze a medio e lungo termine. I podologi consigliano di non indossare tacchi alti per più di tre ore continuate. È stato notato come nei Paesi in cui le donne non indossano scarpe l’incidenza di questa condizione è pressoché nulla.
Come prevenire i calli ossei
Al fine di prevenire l’insorgere di uno o più calli ossei si possono adottare semplici strategie: scegliere scarpe confortevoli che riservano all’alluce uno spazio adeguato, senza costringerlo nella punta.
Un trucco utile per le donne sportive consiste, per esempio, nel recarsi a comprare le scarpe dopo aver fatto una leggera seduta di corsa (basta una trentina di minuti) oppure alla sera, in modo che il piede sia nelle condizioni di maggior volume (dopo la corsa e alla sera spesso i piedi si gonfiano leggermente).
Un adeguato supporto plantare e l’ammortizzazione del tallone possono servire per evitare l’insorgenza di calli o ossei nei piedi
Per quanto riguarda la scarpa, un adeguato supporto all’arco plantare e in rialzo al tallone sono caratteristiche importanti per prevenire o non peggiorare queste patologie. Altre avvertenze riguardano anche la vita di tutti i giorni: conviene vestire almeno in casa pantofole comode, appena possibile aperte in punta.
Se lavorate alla scrivania, togliete le scarpe durante il giorno anche per parecchio tempo. Se nonostante la prevenzione si dovesse formare un callo, conviene coprirlo con un cerotto per ridurre la frizione contro la scarpa.
Nell’ottica di prevenire queste e altre patologie, è importante mantenere elastici il piede e il tendine d’Achille con esercizi di stretching effettuati correttamente. Infatti, anche il tendine d’Achille è coinvolto nell’insorgenza di calli ossei, in quanto una sua scarsa reattività ed elasticità si traduce in un maggiore stress dell’arco plantare e dei metatarsi.
Per le donne che portano i tacchi alti i podologi suggeriscono uno stretching accurato anche dei polpacci ed esercizi specifici per le dita dei piedi, come afferrare piccoli oggetti (una penna, una pallina) o contrarre e flettere ripetutamente l’alluce e le altre dita dei piedi. Sarebbe comunque più intelligente rinunciare alla propria vanità ed evitare i tacchi alti.
Come curare i calli ossei
Se tutto si rivelasse vano, si può ricorrere per i casi più seri e dolorosi all’intervento chirurgico.
Alcuni ortopedici sconsigliano l’intervento a chi pratica attività sportiva, in quanto questo potrebbe limitare comunque la mobilità dell’alluce, e quindi non permette di riacquistare al 100% la funzionalità del piede; tuttavia può essere l’unica soluzione quando il dolore diventa acuto e irreversibile.
La recidiva è molto rara, e generalmente si ha solo nei casi di interventi chirurgici mal eseguiti.
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