• HOME
  • ALBANESI.IT
    • Chi siamo
    • I nostri libri
    • Video
    • Pubblicità
    • Rassegna stampa
    • Contatti
  • Tu
    • Felicità
    • Raziologia
    • Manuale della cultura
    • Il gioco della vita
    • Test e quiz
    • Gocce di vita
    • Un po’ di…
  • Società
    • Ambiente
    • Diritto
    • Economia
    • Lavoro
    • Politica
    • Religione
  • Salute
    • Medicina
    • Sintomi
    • Farmaci
    • Esami
    • Benessere
    • Medicina alternativa
  • Sport
    • Corsa
    • Running
    • Maratona
    • Altri sport
    • Integratori
    • Medicina sportiva
  • Scacchi
  • Nutrizione
    • Alimentazione
    • Dieta
    • Cucina e ricette
    • Cucina ASI
    • Alimenti (cibi)
    • Qualità dei cibi
  • Casa
    • Casa
    • Giardino
    • Orto
  • Veterinaria
    • Patologie e sintomi
    • Consigli
    • Dal veterinario
    • Razze di cani
    • Gatti e altri amici
Tu sei qui: Home / Salute / Arteriopatia obliterante

Arteriopatia obliterante

Un’affezione delle arterie è attualmente definita come arteriopatia obliterante, il cui 90% dei casi può essere ricondotto all’arteriosclerosi. Se sono coinvolti i vasi del cuore si ha possibilità di infarti e dolore cardiaco, se è interessato il circolo cerebrale si ha possibilità di ictus o deterioramento delle funzioni cognitive. Quando la malattia interessa i vasi che portano il sangue alle gambe si parla di arteriopatia cronica ostruttiva degli arti inferiori.

Segni, sintomi e cause dell’arteriopatia obliterante

I segni e i sintomi iniziali dell’arteriopatia sono spesso trascurabili (parestesie, torpore, sensibilità al freddo, stanchezza e affaticabilità degli arti) mentre, quando la patologia è a uno stadio avanzato, la riduzione del flusso arterioso a valle della lesione causa in genere un dolore piuttosto vivo. In genere, solo il dolore della fase più avanzata porta il paziente dal medico: quando si compie un determinato sforzo (come camminare a lungo o per brevi tratti, ma in salita) compare un dolore crampiforme a valle della zona patologicamente interessata. Poiché normalmente si tratta dell’arteria femorale o della poplitea, il distretto dolente è quello del polpaccio. Se il paziente cessa lo sforzo, il dolore si risolve (da qui le denominazioni claudicatio intermittens o dyspraxia intermittens agli arti superiori).

I fattori di rischio delle arteriopatie sono il fumo (da 6 sigarette al giorno in su), l’ipercolesterolemia (oltre 260 mg/dl), l’ipertensione arteriosa (oltre 160/95), il diabete mellito manifesto, l’obesità e l’iperuricemia. In alcuni rari casi anche l’attività sportiva può causare un’arteriopatia.

Per chi non crede che una vita sana faccia vivere più a lungo, si consideri che solo lo 0,6% dei casi di arteriopatia riguarda soggetti immuni dai sopraccitati fattori di rischio. In genere in questo 0,6% rientrano alcuni rari casi dovuti all’attività sportiva: la degenerazione cistica della parete vasale e la sindrome del tibiale anteriore.

La degenerazione cistica è dovuta a una degenerazione della tunica avventizia dell’arteria che porta poi a una chiusura del lume. In genere è dovuta a microtraumi ripetuti o traumi diretti.

La sindrome del tibiale anteriore colpisce il tibiale, un muscolo situato nella parte anteriore della gamba che permette la flessione dorsale e l’inversione del piede, tant’è che quando ha dei problemi diventa molto difficoltoso sollevare la punta dei piedi. È una patologia subdola perché quando si manifesta in forma non grave non impedisce il gesto atletico, ma si presenta con una semplice sensazione di oppressione o di crampo sul muscolo. Nei casi più gravi si arriva all’obliterazione acuta dell’arteria tibiale. La causa sembra dovuta a un aumento della pressione dei liquidi interstiziali (dovuto ai microtraumi tipici di attività come la corsa su terreni duri) o all’ipertrofia del tibiale stesso.

Diagnosi e prova di Ratschow nell’arteriopatia obliterante

Oltre a esami sul paziente e a test funzionali (prova di Ratschow o del pugno della mano, test di Allen), l’indagine diagnostica viene svolta con l’oscillografia meccanica, quella elettronica, l’ultrasonografia Doppler, l’ecotomografia e l’angiologia digitale.

La prova di Ratschow – Si tratta di una prova che è indicata per tutti coloro che hanno problemi ai polpacci, non identificano una causa chiara e sono compatibili con il quadro di un’arteriopatia, seppur lieve.

Il test si effettua sdraiandosi su una panca, sollevando le gambe a squadra con le ginocchia leggermente piegate. Si flettono ed estendono le punte dei piedi al ritmo di una flessione al secondo (si muovono cioè i piedi come se si schiacciasse e si rilasciasse l’acceleratore di una macchina) per due minuti. Durante l’esercizio la pianta dei piedi potrebbe sbiancarsi. Se si sbianca prima di 60 secondi esiste un ostacolo all’irrorazione, tanto più grave quanto più veloce è lo sbiancamento.

Terminato l’esercizio, ci si siede poi sulla panca con le gambe penzoloni. L’esaminatore valuta la differenza fra i due piedi: non devono esistere differenze significative. Inoltre valuta in quanto tempo si riempiono le vene del dorso del piede: in stato di normalità il riempimento avviene entro i 15 secondi.

Terapia dell’arteriopatia obliterante

Le arteriopatie vengono curate con terapie fisiche (allenamento alla marcia), farmacologiche e chirurgiche.

Gli scopi principali del trattamento delle arteriopatie sono essenzialmente tre:

  • interrompere il peggioramento del quadro arteriosclerotico generale riducendo conseguentemente i rischi di infarto e ictus;
  • modificare in meglio la qualità di vita dei soggetti affetti da arteriopatia permettendo loro di condurre un’esistenza più attiva senza avvertire dolore;
  • prevenire la comparsa di piaghe o gangrene.

Per perseguire i primi due scopi è necessario che il soggetto affetto da arteriopatia migliori sensibilmente il proprio stile di vita (un consiglio particolare va ai soggetti affetti da arteriopatia che sono anche fumatori: l’astensione dal fumo deve essere immediata e totale; anche poche sigarette giornaliere sono in grado di peggiorare nettamente il quadro clinico dell’arteriopatico).

Un ruolo importante è svolto anche dall’allenamento alla marcia; il camminare, infatti, risulta fondamentale per lo sviluppo di un meccanismo di compenso noto come formazione di circoli collaterali, ovvero una fitta rete di piccoli vasi che collega a lato il tratto a monte della stenosi con il tratto che si trova a valle. All’inizio non risulterà semplice anche il semplice percorrere tratti molto brevi, ma man mano si potranno aumentare le distanze percorse, magari sforzandosi all’inizio di resistere all’inevitabile dolore. Non è necessario correre; l’importante è camminare scegliendo una velocità che permetta di percorrere la massima distanza possibile anche dopo che il dolore ha fatto la sua comparsa. È fondamentale evitare traumi agli arti inferiori (aumentano il rischio di piaghe, infezioni e ulcerazioni). Quest’ultimo consiglio vale soprattutto per i soggetti che sono affetti anche da diabete.

arteriopatia obliteranteDal momento che l’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di arteriopatie, è fondamentale controllare questo aspetto.

I trattamenti farmacologici si avvalgono di antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti indiretti o diretti con eparina, miglioramento della reologia ematica, vasodilatatori.

Il trattamento farmacologico viene effettuato allo scopo di rallentare il più possibile l’evoluzione della patologia evitando (o comunque ritardando il più possibile) il ricorso all’opzione chirurgica. L’utilizzo di alcuni di questi farmaci (antiaggreganti) serve anche e soprattutto a ridurre il rischio di infarto e ictus (l’arteriopatia indica, infatti, che il quadro arteriosclerotico è piuttosto grave e i rischi di incorrere in complicanze cardiache o cerebrali non sono minimi).

L’utilizzo di anticoagulanti non è sempre indicato, ma viene riservato a determinati casi (il rischio di emorragia legato all’uso di questi farmaci non è, infatti, da considerarsi trascurabile).

Dove le terapie fisiche e quelle farmacologiche non sono più sufficienti è necessario ricorrere alla chirurgia (interventi di rivascolarizzazione o angioplastiche).

Condividi:
  • Share via Facebook 
  • Share via Twitter 
  • Share via Email

VIDEO: LE NOSTRE PROPOSTE

I video meno noti di SKY. Chi è aggiornato tramite i media spesso conosce molto bene le notizie principali, ma qualcosa può sempre sfuggire. Società, spettacolo, sport, ambiente: al martedì pubblichiamo 12 video per riflettere (NOTA: le proposte sono attive solo sulle versioni desktop e tablet, non sulle versioni mobile/smartphone).




Privacy Policy - Cookie Policy - Cambia impostazioni privacy - Ulteriori informazioni sul GDPR

ATTENZIONE - Le informazioni contenute e descritte in questo sito sono solo a scopo informativo; non possono essere essere utilizzate per formulare una diagnosi o per prescrivere o scegliere un trattamento, non vogliono né devono sostituire il rapporto personale medico-paziente o qualunque visita specialistica. Il visitatore del sito è caldamente consigliato a consultare il proprio medico curante per valutare qualsiasi informazione riportata nel sito.


I NOSTRI LIBRI




In alternativa, gli altri nostri testi sono acquistabili in formato e-book su Amazon. Scopri come leggere i nostri e-book, oltre che da Kindle, anche da cellulare, PC e tablet

I NOSTRI SOCIAL NETWORK

Twitter FacebookYouTubeFeed

Il gruppo dei nostri amici


Per fare sempre meglio...

Alcuni modi per sostenere il sito


Thea – Travacò Siccomario (PV) © 2000 - 2019 | P.IVA 01527800187 | Tutti i diritti riservati