Acinetobacter è un genere di batteri aerobi Gram-negativi (negativi alla colorazione di Gram, un esame di laboratorio) appartenenti all’ampia famiglia Neisseriaceae; sono microrganismi ubiquitari, presenti nell’acqua e nel suolo, sulla cute umana e su quella animale come commensali.
Esistono diverse specie di Acinetobacter (al momento ne sono state identificate alcune decine); dal momento che le comuni tecniche che vengono impiegate nei laboratori di microbiologia clinica non sono in grado di effettuare una precisa distinzione fra quelle specie e sottospecie che hanno caratteristiche microbiologiche molto simili, convenzionalmente è stato deciso di riconoscere tre specie principali:
- A. baumannii (AB)
- A. lwoffii
- A. haemolyticus.
A esse vengono ricondotte tutte le specie e le sottospecie attualmente conosciute.
La specie Acinetobacter baumannii è, da un punto di vista sanitario, quella che riveste il maggiore interessa dal momento che a essa sono riconducibili circa l’80% delle infezioni causate da questo genere di batteri.
Acinetobacter – Quali malattie provoca?
Le infezioni da Acinetobacter sono particolarmente frequenti negli ambienti ospedalieri (infezioni nosocomiali); quelle principali sono le infezioni respiratorie e le batteriemie.
Molte infezioni respiratorie da Acinetobacter baumannii si osservano nei soggetti affetti da gravi malattie e ricoverati in ospedale (polmoniti multilobari e complicate in soggetti in terapia ventilatoria). I principali fattori di rischio relativi a questo particolare contesto sono le operazioni di neurochirurgia, i traumi cranici, le patologie polmonari croniche ecc. Il tasso di mortalità in questo genere di pazienti è elevato (tra il 30 e il 75% circa; sovrapponibile a quello delle infezioni causate dal batterio Pseudomonas aeruginosa). L’eventuale sviluppo di una batteriemia e lo shock settico sono purtroppo associati a una sfavorevole prognosi.
L’Acinetobacter può provocare anche infezioni suppurative in un qualsiasi organo o apparato (polmoni, tratto urinario, cute, tessuti molli ecc.).
Le batteriemie da Acinetobacter, soprattutto nella variante baumannii, si riscontrano con maggiore nei soggetti immunocompromessi; i fattori di rischio principali sono la presenza di tumori, traumi e ustioni. Non mancano casi di batteriemia in soggetti cateterizzati.
Una categoria a rischio è quella dei neonati che si trovano nei reparti di cura intensiva (fra i fattori di rischio principali vi sono un peso ridotto alla nascita, le terapie antibiotiche preventive, la ventilazione meccanica ecc.).
L’Acinetobacter può anche essere responsabile, anche se raramente, di meningite secondaria a traumi cranici o a interventi di neurochirurgia.
Infezioni rare, ma possibili, sono l’endocardite secondaria a interventi di chirurgia cardiovascolare o a interventi di chirurgia dentale; presenti in letteratura anche casi di peritonite (nei soggetti in dialisi peritoneale) e di colangite dopo colangiografia. Rare anche le infezioni urinarie.
Notevoli problemi possono derivare dalle infezioni da Acinetobacter baumannii multiresistenti ai farmaci (MDR, Multiple Drug Resistance); si tratta di una problematica che interessa in particolar modo i soggetti immunodepressi ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Acinetobacter – Terapia
Le infezioni da Acinetobacter vengono generalmente diagnosticate in seguito a esami colturali (su campioni urinari o ematici, su ferite ecc.).
Il trattamento farmacologico con i carbapenemi (una classe di antibiotici ad ampio spettro d’azione) rappresenta il cardine della terapia delle infezioni da Acinetobacter; sfortunatamente, la resistenza di questi batteri (soprattutto quella della variante baumannii MDR) è sempre più importante. Ciò incide notevolmente sulle possibilità di cura.Una possibilità di trattamento, a volte l’unica opzione, è rappresentata dalla colistina, un antibiotico ad ampio spettro che però è gravato da importanti effetti collaterali, in particolare la nefrotossicità.
In vitro alcuni ceppi risultano sensibili all’associazione fra ampicillina e sulbactam; alcuni autori hanno proposto come terapia di associazione anche la rifampicina.
Il ruolo della tigeciclina nel trattamento delle infezioni da Acinetobacter baumannii multiresistenti ai farmaci è controverso.
Un ruolo fondamentale è quello della prevenzione, in quanto, una volta che il soggetto è contagiato, l’infezione risulta quasi sempre molto difficile da controllare.
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