La pubblicità è l’anima del commercio, si sa. Anche nel nostro sito è presente e serve, insieme alla vendita dei nostri libri ed e-book, a supportarlo. Periodicamente riceviamo mail di persone che, indignate, ci tacciano di incoerenza, visto che in un articolo smontiamo un prodotto la cui pubblicità compare poi nel sito.
Ritengo che queste persone non abbiano compreso il significato della locuzione pubblicità etica:
la pubblicità è etica quando il fornitore dell’informazione non confonde gli spazi informativi con quelli pubblicitari.
Le persone che si indignano perché diciamo nei nostri articoli che le creme dimagranti non fanno nulla e poi si vedono la pubblicità di Trimgel per coerenza non dovrebbero né leggere quotidiani o riviste né guardare la televisione o ascoltare la radio. Sui loro canali o nei loro giornali preferiti sicuramente compaiono pubblicità che ritengono dubbie o ingannevoli; cosa fanno? Sorridono o le saltano.
Alcuni esempi.
Abbiamo deciso di non inserire i contextual adv, differenti dai context adv di Google. Nei contextual adv la pubblicità appare nel testo dell’informazione confondendosi con i normali link di approfondimento (di solito cambia il colore, ma pochi utenti lo sanno).
Similmente non abbiamo aderito a pubblicità di casinò online o simili, pur essendo periodicamente contattati. Tali pubblicità stanno diventando più aggressive, acculturando (si fa per dire, ma è meglio precisarlo) l’internauta sul calcolo delle probabilità e simili; alla fine il navigatore si convince che può veramente diventare ricco e guadagnare online ed entra nel casinò.
Come ingegnere e uomo di scienza so benissimo che è impossibile diventare ricchi e guadagnare online (per la loro razionalità, spero che di questo siano convinti anche i promotori, nonostante affermino il contrario). Vendere ghiaccio agli eschimesi può essere una grande manifestazione di furbizia, ma contrasta con i miei principi morali, principi che non mi hanno ostacolato nel farmi una posizione dai più invidiata. Personalmente l’unica informazione che mi sentirei di dare ai miei visitatori è che per guadagnare nei casinò online occorre… non giocare.
È importante chiarire il motivo dell’inserimento di annunci di terze parti (Google Adsense, ma non solo) nel sito: un cliente paga Google o analogo servizio per ospitare la sua pubblicità sui siti della rete che aderiscono all’iniziativa; la somma pagata è proporzionale ai clic che i visitatori fanno sulla pubblicità o alle visualizzazioni della stessa (dipende dal fornitore di pubblicità); una parte di questa somma viene rigirata dal fornitore di pubblicità al sito in cui è stata generata.
Premetto che ritengo questo tipo di pubblicità una forma di pubblicità etica in quanto non vengo direttamente pagato dal cliente che offre un servizio “dubbio” (ciò potrebbe fare in modo che per strappare il contratto io ammorbidisca certe mie tesi), ma indirettamente attraverso un clic che il visitatore della mia pagina fa su quella pubblicità, scelta dal fornitore della pubblicità a caso in abbinamento ai contenuti della pagina stessa.
Sinceramente sono stanco di due cose:
- che ci sia gente che si arricchisce vendendo illusioni e promesse.
- Che moltissime persone usino le pagine gratuite del sito ripetutamente senza sentirsi minimamente in dovere di aiutare economicamente il sito. Esistono casi di personaggi (ormai rispondo per vedere fino a dove arrivano) che mi chiedono consulenze da anni e non hanno mai comprato un libro.
Gli annunci sono l’idea geniale per:
- divertirmi con coloro che dopo aver letto nella mia pagina che i dimagranti non servono a nulla cliccano sul dimagrante che fa perdere 7 kg in un mese.
- Prelevare un po’ del denaro che andrebbe ad aziende a mio avviso “ottimistiche” (sui risultati generati dai loro prodotti), dirottandolo al mio sito.
Si dirà che faccio pubblicità a gente che è contraria al mio pensiero e che, potenzialmente, posso farli guadagnare. In realtà consideratelo un test. Se dopo aver letto che nessun integratore ti fa andare più forte, tu clicchi su Speedy, l’integratore che ti fa volare, scusami, ma sei uno spacciato! Diciamo che ho solo abbreviato la tua agonia fornendoti la Colt con cui porre fine ai tuoi giorni.
Da una mail:
Nessuno ha obbligato il gent. mo sig. Albanesi a pubblicare le utilissime pagine del sito, che peraltro sono moltissime!!! Nessuno lo obbliga a rispondere a persone che gli chiedono consulenze da anni, dovrebbe rispondere cortesemente alle medesime di rivolgersi altrove o che quello da loro richiesto lo possono trovare nel libro tal dei tali…
Questo è vero, ma è altrettanto vero che anche rispondere gentilmente rimandando ad altre fonti ci vuole tempo e, quindi, costa. Ci sono solo due casi possibili:
- Si pubblicano informazioni a livello hobbystico e allora Internet non ha bisogno di sovvenzioni varie; ma allora il risultato è così chiaramente amatoriale che non c’è nessuna affidabilità nel messaggio. Cioè, per quanto ci si impegni, non si è credibili.
- Si lavora professionalmente e allora il tutto costa.
I miracoli (almeno informaticamente) non esistono…