Ecco alcuni commenti e mail sulla religione che abbiamo raccolto nel corso degli anni.
Credenti o creduloni?
Mario contesta pesantemente l’aggettivo credulone usato per chi pensa che Dio possa ascoltare chi lo prega. Mi evidenzia che Dio interviene solo per fare del bene, non per evitare il male.
Pullman con 58 fedeli di Padre Pio si schianta al ritorno dal santuario: tutti morti!
Il credente irriducibile ci dice: “Tonino, grande fedele di padre Pio, ieri non è andato in pellegrinaggio perché aveva il mal di pancia, lui che è sempre stato sanissimo. Con quel mal di pancia, Padre Pio ha impedito una tragedia!”.
La “soluzione” di Mario è uno di quei tanti escamotage che vengono usati per conservare la propria religiosità intatta dagli attacchi della ragione. Non è difficile far presente che, umanamente parlando, chi, potendolo, non interviene per evitare il male, proprio buono non è. Quindi la morale divina sarebbe comunque al di fuori di concetti come bene o male; che senso avrebbe pregarlo di fare il (nostro) bene?
Pensiamo a come sia ingenuo il segno della croce fatto da un calciatore prima di una partita di calcio. Forse che Dio abbia il tempo e la voglia di seguirla? E, anche se fosse, cosa accade se due giocatori avversari si fanno il segno della croce? Dio di che squadra è?
Well-being e cristianesimo
Per il Well-being una persona può credere alla parola di Gesù come uomo (e quindi definirsi cristiano); essere cristiani come religione è molto più difficile. Nella Bibbia (che per un cristiano è parola di Dio) esistono troppe affermazioni discutibili.
Dio è razzista? (I)
Nel cattolicesimo le contraddizioni storiche sono talmente tante che sarebbe facilissimo stilarne un elenco, ma ciò comporterebbe il richiamarsi a fatti e interpretazioni che non tutti conoscono in dettaglio. Rimaniamo al presente. Nel 2005 è stato eletto papa un cardinale tedesco (che casualmente come Wojtyla parla bene l’italiano). Riflettiamo senza fare gli struzzi.
Per un cattolico l’elezione del papa non è un fatto umano, ma l’intervento dello Spirito Santo guida i cardinali nella scelta di un uomo che sarà infallibile in materia di fede e di morale perché scelto da Dio.
- Tutta la Chiesa cattolica si basa sull’infallibilità del papa. Senza di essa, non potrebbe parlare in nome e per conto di Dio.
- Consideriamo gli ultimi 100 papi. Ebbene, 84 sono italiani. Considerando i non italiani, dal 1305 al 1378 si ebbero 7 papi francesi. Una qualunque persona dotata di spirito critico cosa conclude?
- Dio è razzista e privilegia continuamente papi italiani (o europei).
Il papa è scelto politicamente dagli uomini, ma allora la sua credibilità è paragonabile a quella di un qualunque altro uomo.
- Non so voi, ma io preferirei, se Dio esiste, la seconda ipotesi. Dunque, non si può credere al collegamento fra la Chiesa cattolica e Dio.
Dio è razzista? (II)
Non so se ti ricordi di me, qualche tempo fa abbiamo discusso di fede. Ecco, avrei una riflessione proprio sul contenuto del “Dio è razzista?”. A parte il fatto che l’infallibilità papale è un fatto assai recente (1870, durante il Concilio Vaticano I) e che, davvero, non ha niente (o quasi) a che vedere con l’elezione al soglio pontificio. Volevo solo dire che quando la Chiesa dichiara che i Cardinali non eleggono il papa, ma è lo Spirito Santo ad eleggerli, intende dire che quello che sarà eletto successore di Pietro dai Cardinali sarà quello giusto, perché ovunque porterà la Chiesa quello è il cammino che è bene che la Chiesa compia; è un atto di fede. In altri termini, quello eletto non può che essere la persona giusta, perché si fidano della scelta di quegli uomini.
Provo a farti un esempio concreto che tu certamente conosci molto bene. Immagino ti capiti abbastanza spesso, mentre corri, di provare quella sensazione di fiducia in te stesso e di sicurezza sul percorso che ti fa pensare che ogni cosa che accade o che tu scelga è buona cosa. Generalmente accade se non si hanno pensieri, se si è completamente immersi nel momento della corsa e soprattutto se non si ha paura. Quella sensazione di fiducia è molto simile all’idea che sia lo “Spirito Santo” a guidarti!!
Quindi per i Cardinali Dio non è razzista, anzi, ci vede proprio bene. Sceglie solo le cose giuste.
Non capisco la tua mail. Io non sostengo che Dio è razzista. Uso il ragionamento per assurdo del Ma se… Se fosse vero che il papa viene eletto dallo Spirito Santo, allora Dio sarebbe razzista (vedasi elenco degli eletti); poiché per la stessa Chiesa non ha senso ritenere che Dio è razzista, non è vero che il papa è eletto dallo Spirito Santo. Ragionamento semplice e francamente inattaccabile.
>intende dire che quello che sarà eletto successore di Pietro dai Cardinali sarà quello giusto, perché ovunque porterà la Chiesa quello è il cammino che è bene che la Chiesa compia; è un atto di fede…
Premesso che quando dico una cosa io non uso mai sottintesi, la Chiesa parla di Spirito Santo perché ciò fa presa sulla coscienza di chi ha bisogno di credere. Insomma, mi sembra che nella tua spiegazione ti arrampichi sugli specchi perché hai bisogno (teoria dello sciamano) di credere.
>mentre corri, di provare quella sensazione di fiducia in te stesso e di sicurezza sul percorso che ti fa pensare che ogni cosa che accade o che tu scelga è buona cosa…
Scusami la franchezza, ma non penserei mai una cosa del genere perché sarei uno sciocco, non perdo mai coscienza che non è così. Come non perdo mai coscienza delle contraddizioni della Chiesa, anche se mi “farebbe comodo” farlo per avere un salvagente contro le paure della nostra condizione umana. Il tuo esempio però è interessante perché dimostra che molte nostre scelte (come quella nella Chiesa) sono frutto dei nostri desideri piuttosto che della realtà.
>soprattutto se non si ha paura…
Non sono d’accordo. Accade se si riesce a esorcizzare la paura (e per molti la religione è un “esorcismo”), se ci si illude di essere immortali, di essere completamente giusti ecc… Nota come parli di corsa e poi usi il termine “paura”. Perché mai dovrei usare tale termine mentre corro, di cosa dovrei avere paura? Evidentemente in te c’è una paura di sottofondo che rende necessario credere fermamente in qualcosa (se tu fossi nata a Baghdad saresti musulmana, basta questa considerazione per farti capire come l’adesione a una religione prescinde dalla verità della Chiesa), costruendoti una personalità parzialmente mistica.
Insomma preferisco confrontarmi con le mie paure, i miei limiti, la mia condizione finita, piuttosto che crearmi teorie “incredibili” cui aderire per fede, illudendomi di allontanare i mostri che cercano di avvelenarmi lo spirito. Tutti parlano di fede, ma ho conosciuto pochissime persone di vera fede. Quasi sempre la fede del neofariseo (falso credente) è fortissima finché tutto funziona più o meno bene, ma quando una tragedia si abbatte su di lui c’è comunque il crollo: perché per esempio provare disperazione per la morte di una persona cara, se sai che c’è un aldilà, un’eternità dove si starà in pace e in gioia? Insomma nella stragrande maggioranza delle persone la fede alla fine è una delusione perché i mostri e le paure (dolore e morte) quando ghermiscono il “credente” riescono comunque a terrorizzarlo. E allora perché non avere la dignità di guardarli in faccia, senza crearsi alibi di cartapesta che quando loro si avvicinano si dissolvono?
Giovanni Paolo II
In occasione della sua morte, le reti televisive ci hanno inondato di servizi; giusto, vista l’importanza dell’evento. Ma perché cambiare le trasmissioni, riproponendo solo trasmissioni a sfondo religioso (mi ricordano le musiche sinfoniche mandate in onda quando in una dittatura il dittatore è in fin di vita…), fra l’altro repliche? Venerdì 1 aprile, la prima serata in cui si è attuata questa sostituzione, i tre programmi principali hanno raccolto complessivamente meno di 13,5 milioni di telespettatori, facendo peggio di una serata del festival di Sanremo. E le serate successive la situazione si è ripetuta. Segno evidente che quella partecipazione corale che i media volevano venderci non c’è stata. Nonostante fosse in prima serata (ed è stato il programma “religioso” più visto), Porta a Porta sul primo canale nazionale non ha realizzato nemmeno il 70% dell’audience di un programma “leggero” come Affari tuoi.
Certo questi dati possono essere letti in senso negativo come una scarsa coscienza morale e religiosa degli italiani, ma è indubbio che lo sciamano ha dominato tutti coloro che dovevano decidere la programmazione e le cui azioni dovevano apparire manifeste (spegnere la televisione quando non ci vede nessuno è ovviamente un atto privato). Si “doveva” rispettare più che l’uomo, ciò che egli rappresentava, da qui l’assoluta proibizione di dare voce anche chi, non essendo cattolico, pur rispettando l’uomo, ne avrebbe sicuramente sottolineato i limiti. Nessuna intervista con persone che dicessero “sostanzialmente un grande uomo per la storia, ma personalmente credo avesse idee troppo arretrate e, se ha contribuito a far cadere le dittature comuniste, certo ha rallentato il progresso dell’umanità“. Forse la causa di ciò è dello sciamano che è nei giornalisti, nei direttori delle testate, ma magari è di quello che domina le coscienze di chi ha risposto…
La nostra società dovrebbe diventare multiconfessionale e multietnica; in rispetto di chi non era cattolico, sarebbe stato opportuno offrire agli altri scelte non religiose. Solo il direttore di Tuttosport ha avuto il coraggio di dire che, per rispetto di chi non è cattolico, non si doveva fermare lo sport. Lui ha trovato il modo di far tacere il suo sciamano.
Mistero della fede
Mi è arrivata una strana mail che parlava di fede.
Ciao, leggo spesso il tuo sito. E sei quasi sempre ineccepibile. Una sola nota veramente stonata. Non hai capito cosa è la fede. E credo tu confonda fede con credenza. Devi pensare alla fede come ad un matrimonio ben fatto.
Non potrai mai dimostrare che passerai con quella donna o con quell’uomo tutto il resto della tua vita, ma ci credi. E non solo ci credi, ma vuoi anche investire su questa scelta, legandoti a lui/lei per sempre. Fuor di metafora. La vera fede è una consapevolezza profonda che non può essere spiegata nella sua complessità. Se ne possono indicare alcuni aspetti, ma il complessivo sfugge, come sfugge l’amore.
Non sono sicuro di aver ben capito di quale fede si tratti, ma, visto che ne parlo solo a proposito di religione, rispondo in tal senso, visto che anche altri mi hanno “contestato” in questa materia.
Nel sito cerco di insegnare alle persone a vivere il meglio possibile e quindi, se non adotto la tua definizione di fede, è perché penso semplicemente che in media non sia la migliore per vivere bene.
L’esempio che hai fatto con il matrimonio non regge. Prima di tutto è troppo romantico (e per me il romanticismo ha una valenza negativa perché dà un valore assoluto a concetti che possono essere anche negativi: per esempio un cattivo matrimonio non migliora la vita, quindi il matrimonio non è un concetto forzatamente positivo, è neutro, dipende da caso a caso), tant’è che per me è assurdo dare per scontato che si vivrà per sempre con una persona: se la persona cambia, diventa un alcolizzato/a, ti picchia, ti tradisce che fai? Continui a stare con lei? Quindi io non posso dimostrare che passerò tutta la vita con il mio partner, ma, conoscendolo, posso essere ragionevolmente certo (cioè con il 99,9% di probabilità che sia così) che non cambierà e che io starò sempre bene con lui. Nel caso della fede nessuno può avere la presunzione di dire che conosce Dio, quindi mi appare fuori luogo il paragone.
Aprendo una parentesi scherzosa, prima mi fai i complimenti per il sito, poi mi dici che
>Se ne possono indicare alcuni aspetti, ma il complessivo sfugge, come sfugge l’amore
Uno degli scopi del sito (almeno nella sezione psicologica) è proprio di definire in modo consapevole ed esatto cos’è l’amore, cosa sono gli oggetti d’amore, come si gestiscono ecc.
La tua frase sull’amore evidenzia una certa tua attitudine psicologica a non approfondire, non per incapacità, ma per scelta, perché così è più facile avere punti fermi.
So benissimo che credere nella fede, nell’amore o, più modestamente nei sogni, può alleggerire la vita, dare anche uno slancio formidabile, ma se è una scelta, anche molto consapevole, fatta solo “per scaldarsi il cuore”, non è una soluzione che sento mia. La fede senza il dubbio (dubbio che non è incredulità) è una droga con cui si cerca di sopravvivere alle avversità della vita. Il dubbio è proprio ciò che consente di definire coscientemente la propria religiosità. E qui mi fermo perché, a seconda dell’analisi del dubbio, si possono costruire molte religiosità.
Purtroppo molti amici del sito leggono le pagine della religione facendo come gli struzzi: siccome non concordano si tappano le orecchie, mettono la testa sotto la sabbia della loro educazione ed evitano di rispondere alle domande fondamentali che sono disseminate qua e là. Una di queste è per esempio:
Se tu fossi nata a Teheran saresti cristiana? Ne dubito.
Se risponderai “ma che domande sono?” allora rifiuti per partito preso un’analisi critica della realtà che ti circonda.
Se anche tu rispondi un “probabilmente no”, capirai che è assurdo dare una dimensione assoluta (senza dubbi) alla fede.
Preti sovrappeso
Roberto,
un’osservazione che ho sempre fatto (irritando mia madre e mia sorella) è che un prete grasso è un controsenso.
In questi giorni, osservando la fila di cardinali, mi è tornata in mente: sembra che più sono in alto nella scala gerarchica più sono “grossi”. Non lo trovo certo sensato per chi predica contro la fame del mondo e, addirittura, definisce la gola un peccato capitale. Non è certo l’unico controsenso del clero e nemmeno il più importante, però è sicuramente uno dei più evidenti.
Ciao. Marco.
L’osservazione di Marco è corretta e la difesa che vuole anche l’uomo di fede possibile peccatore è poco convincente, se riferita a un cardinale: ma come? Il papa promuove cardinale un peccatore manifesto?
Preti sovrappeso II
“L’osservazione di Marco è corretta e la difesa che vuole anche l’uomo di fede possibile peccatore è poco convincente, se riferita a un cardinale: ma come? Il papa promuove cardinale un peccatore manifesto?”
Seguendo il tuo (posso darti del tu?) ragionamento: non sarebbe così strano, no? Se Gesù ha voluto fondare la sua Chiesa su un uomo che l’ha rinnegato nel momento della prova, ti scandalizza che il papa “promuova” cardinale un peccatore manifesto?
Con affetto e stima, Andrea.
Forse ti è sfuggito l’aggettivo “manifesto”. Che si possa peccare per debolezza è umano, ma il perseverare, come si sa, è diabolico. Il perdono si fonda sul pentimento e non ci può essere sincero pentimento se il peccato è ripetuto o sostenuto ideologicamente.
Esiste perciò una profonda differenza fra chi pecca ripetutamente e/o per convinzione e chi lo fa per debolezza umana. Una persona che non sa resistere ai piaceri della gola (fra l’altro peccato capitale) ripetutamente non può parlare di “pentimento”; una persona che divorzia non può essere cattolica (al più cristiana) perché la sua è una scelta meditata, pienamente cosciente e stabile.