L’esistenza di una personalità critica nella propria personalità è una condizione decisamente negativa; purtroppo non è raro scoprire che le personalità critiche sono più di una: anziché una semplice sommatoria dei problemi esistenziali, si ha un’esplosione causata dalla sinergia negativa delle varie personalità critiche.
Mentre l’esistenza di una personalità critica può non degradare oltre misura la qualità della vita del soggetto, soprattutto se ci sono condizioni facilitanti, una personalità critica multipla (PPM) quasi sempre lo fa.
Per gli amanti della matematica, una personalità critica indica la probabilità che il soggetto abbia problemi esistenziali; ben si comprende come una PPM abbia un effetto moltiplicativo (e non additivo). Se con una personalità critica ho una probabilità su 10 di vivere bene (per condizioni facilitanti), con una PPM di secondo livello (due personalità critiche) questa probabilità diventa una su cento. Se poi le personalità critiche sono 3 o più è intuibile capire che non c’è condizione facilitante che tenga.
Molte PPM possono avere già riscontro nel linguaggio comune, per esempio il superbo. In questo articolo ne descriveremo una “originale”.
Il cittadino
Come esempio di personalità critica multipla, usiamo quella costituita da svogliato+dissoluto+apparente. Per il mio percorso personale di vita definisco questa personalità come quella del cittadino. Il motivo è semplice: percentualmente è estremamente comune nelle grandi città, dove la vita è stata alterata da falsi valori e, in primis, si è persa la semplicità.
Descriviamo il cittadino.
Soggetto con una scarsa FVAN, forza di volontà anevrotica; in alcuni casi può avere una buona forza di volontà (nevrotica) asservita a scopi ben precisi che, in virtù degli insegnamenti ricevuti, ritiene essere fondamentali per la sua realizzazione, come per esempio la carriera.
In genere non è stato istruito ad amare il proprio corpo, è un sedentario che traduce la sua bassa FVAN nella ricerca di scorciatoie che lo facciano andare avanti, dai farmaci sintomatici per i suoi tanti malanni di “poco conto” alla droga per sballare ogni tanto, alla sigaretta o alla dose quotidiana di alcol per calmarsi o per sentirsi su di giri.
Ovviamente, come apparente, non sa rinunciare a ricercare i miti della società moderna, il lusso, la ricchezza, il successo, dimenticando la semplicità (in alcuni casi c’è una forte lotta interna fra il desiderio di semplicità e quello di adesione ai canoni consumistici).
Il cittadino è uno degli irrecuperabili più incalliti, senza nessuna forza o voglia di rialzarsi, convinto che non ci siano alternative a una vita che magari non è pessima, ma sicuramente non è il massimo.
Ovviamente cittadini non si nasce, ma si diventa. Sono condizioni facilitanti gli ambienti e i filoni “educativi” che predispongono alle personalità critiche di base, dalla discoteca, vissuta dalla maggioranza dei giovani come occasione di sballo, di incontri facili e di vacuità esistenziale, ai programmi televisivi che spingono al successo e alla fama, illudendo che siano sinonimi di felicità e di realizzazione esistenziale.
Molti genitori sottovalutano i virus che portano all’esplosione delle personalità critiche ritenendoli superficialmente normali, propri di ogni ragazzo (“lo fanno tutti”… un commento privo di ogni logica): un giovane di una famiglia non ricca che butta centinaia di euro all’anno per acquistare suonerie per il suo cellulare (in fondo sono solo 5 euro a settimana + il traffico WAP) diventerà l’adulto che poi si coprirà di debiti per il mutuo di una casa che “gli rende onore”, le rate per l’auto dei suoi sogni ecc.