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Neocinismo

Il Neocinismo è una strada moderna per la felicità. Il nome di questa strategia esistenziale è volutamente provocatorio. La strada inizia nel lontano 1999 quando nacque il Well-being.

Il Well-being nacque dall’osservazione dei problemi che le persone lamentavano, non gravi problemi, ma seccanti e ripetitivi problemi quotidiani che avvelenano la vita privata, quella lavorativa, quella sociale ecc. La prima cosa che il Well-being scoprì è che certi problemi si ripetevano in insiemi di persone che avevano certi indicatori esistenziali (per esempio, per portare un caso a tutti chiaro, nei fobici paure ben consolidate nella popolazione come l’ipocondria, cioè la paura esagerata delle malattie). Spesso, molti comportamenti ritenuti “normali” erano invece chiari indicatori esistenziali di possibili errori dalle conseguenze negative (per esempio, nei romantici l’amore a prima vista poteva rivelarsi un boomerang pazzesco).

Nacque la teoria delle personalità, con la definizione di 20 personalità critiche, cioè personalità che potevano generare un degrado della qualità della vita quando si fosse superata una “soglia di pericolo”.

Dalla teoria della personalità nacque il Gioco della vita, un test psicologico il cui scopo era di determinare la personalità equilibrata che, in assenza di condizioni decisamente penalizzanti, permetteva di ottenere il massimo dalle condizioni iniziali in termini di qualità della vita.

I risultati del Gioco della vita sono veramente demotivanti: solo una percentuale del 5-6% è equilibrata e ben l’80% circa della popolazione si limita a sopravvivere.

Dal Well-being al Neocinismo

In 20 anni di presenza su Internet il Well-being ha aiutato molte persone a migliorare la propria vita, ma ci sono stati anche dei punti a suo sfavore:

  • la propensione del suo creatore (Roberto Albanesi) a essere più un guru che un leader, cioè a disinteressarsi della popolarità (vero segnale dell’essere guru, non certo quello di essere leader di una setta) anziché ricercare consensi; popolarità, un concetto che spesso svende una parte della qualità della vita in cambio di visibilità;
  • l’atteggiamento del ricevente il messaggio che analizza la strategia più per trovare punti in comune con la propria che utilizzarla un’eventuale propensione a cambiare veramente vita (strategia dello struzzo).

I due punti sopraccitati hanno limitato i successi nella fascia over 30 perché in tale fascia la gente di solito è già certa di aver capito tutto e i condizionamenti familiari, sociali, religiosi ecc. la fanno da padroni e sono dei macigni che avvelenano la vita, soprattutto se questa è abbastanza soddisfacente: ci si accontenta di una vita da 6-7 quando la si potrebbe avere almeno da 9.

La pandemia 2020 e il duro lockdown che la gente ha subito hanno evidenziato  gli aspetti meno edificanti delle persone, checché se ne dica, chiarendo una volta per tutte che molte persone sono prive di ogni spirito critico, pronte a essere manipolate dalla fallacia ab auctoritate (l’ha detto la televisione, l’ho letto sul giornale ecc.) oppure sono pronte a salire in cattedra per spiegare al mondo come si dovrebbe vivere senza accorgersi che la loro vita è comunque piena di problemi quotidiani, di fatto sono irrecuperabili.

A questo punto, era completamente inutile essere politicamente corretti, cercando di far passare concetti rivoluzionari in modo soft, senza sbatterli sul muso della gente dicendo semplicemente loro… la verità: “se non hai problemi, il Well-being non ti serve, ma se ne hai e non ti accorgi che chi non ne ha di analoghi fa scelte diverse, allora sei semplicemente… stupido”.

Era altrettanto soft usare un termine generico come Benessere (Neocinismo) quando la strategia esistenziale arrivava sì al benessere, ma non aveva nulla in comune con altre strategie tradizionali che promettevano la stessa cosa.

Da conoscitore della filosofia (o meglio di quella parte più concreta di essa che tratta della qualità della vita, la zoosofia), mi era ben chiaro che il Well-being era molto vicino alla filosofia cinica. Cinico: un aggettivo che la gente vede come il fumo negli occhi senza accorgersi del potenziale che c’è in esso quando non viene degradato da comportamenti che deviano dalla strada cinica.

neocinismo

L’incontro fra il filosofo cinico Diogene e Alessandro Magno

Relazione fra cinismo e Neocinismo

Il cinismo ricerca la felicità, una felicità che sia vivere in accordo con la natura. Parafrasando Carla Lonzi, è opportuno “sputare su Hegel” per vivere nel mondo reale.

Il cinismo contrasta le grandi illusioni dell’umanità, ovvero la ricerca della ricchezza, del potere, del successo, del piacere. Il Neocinismo oppone a queste illusioni la semplicità, non rinnegandole in assoluto, ma avendo ben presente che spesso possono portare all’infelicità; sono positive solo quando non intaccano la qualità della vita.

Il cinismo è impudente nel disprezzare i condizionamenti e le convenzioni sociali che la maggior parte delle persone considera scontate. Analogamente, utilizzando lo spirito critico, il Neocinismo distrugge le convenzioni familiari, sociali, religiose con l’uso della ragione che le valuta in relazione alla qualità della vita del singolo. A differenza del cinismo, non necessariamente ne dà un giudizio negativo, ma tende a darlo “statisticamente negativo”.

Il cinismo esalta una vita in accordo con la natura. Pur perorando l’ambientalismo, il Neocinismo sostituisce la vita in natura con la vita con gli oggetti d’amore, il mezzo principale per arrivare alla felicità.

Il cinismo esalta l’autarchia, cioè l’autosufficienza del saggio che arriva alla capacità di detenere il totale controllo su sé stesso (autarchia). Il Neocinismo propone l’autosufficienza e la forza di volontà anevrotica.

Il cinismo esalta l’eudemonia (la lucidità mentale) per liberarsi dall’ignoranza e la follia tramite la ragione. Il Neocinismo propone l’intelligenza esistenziale e la raziologia cioè l’uso della ragione per comprendere la realtà che ci circonda.

Il cinismo esalta la parresia cioè il diritto-dovere di dire la verità e di esprimersi sempre francamente. Anche il Neocinismo, contrario persino al politicamente corretto, lo fa inserendo l’onestà nel rigore morale.

Il cinismo combatte la dissolutezza e i vizi. Anche il Neocinismo, esaltando il buon stile di vita.

Il cinismo ha un generico amore per gli esseri umani, il Neocinismo supera questa visione superficiale con la visione dei tre mondi, in particolare dando grande importanza al nostro mondo dell’amore.

Il cinismo dà grande importanza al rigore morale. Il Neocinismo prende atto delle trasformazioni sociali e pone il rigore morale come risultato della semplicità, della coerenza etica (senza pretendere un’etica assoluta, ma almeno coerente), dell’onestà (non mentire e non ingannare) e della legalità.

È anche vero che sono passati più di 2.000 anni dalla scuola cinica e dagli insegnamenti di Diogene e quindi ci sono delle differenze fra Neocinismo e cinismo. Tre soprattutto:

  • gli oggetti d’amore; oggi si vive molto meglio e le persone possono amare veramente qualcosa in modo sano. La locuzione oggetti d’amore non ha nulla a che vedere con le passioni che comunque i cinici evitavano.
  • Il mondo dell’amore che si inserisce fra il mondo neutro, quello dell’indifferenza e quello dell’odio.
  • La vita media delle persone è decisamente più alta e i progressi della medicina sono stati grandi, tanto che anche la salute dipende in parte da nostre scelte, da qui l’importanza del buon stile di vita.

I sei passi del Neocinismo

Riassumendo, i passi fondamentali del Neocinismo sono:

  1. Lo scopo della vita è la felicità. Parafrasando Carla Lonzi, è opportuno “sputare su Hegel” per vivere nel mondo reale.
  2. I mezzi per raggiungere la felicità sono la ragione e gli oggetti d’amore, raggiunti con la capacità d’amare e l’energia vitale della persona.
  3. Grandi ostacoli al raggiungimento della felicità sono i condizionamenti sociali, familiari e religiosi che il Neocinismo abbatte con lo spirito critico e l’indifferenza (il distacco dai genitori, il matrimonio e i figli non necessariamente positivi, il lavoro come condanna sociale, la solidarietà come sentimento sociale e non inviduale, la centralità del proprio mondo dell’amore).
  4. Grazie agli oggetti d’amore e alla sconfitta dei condizionamenti, l’autostima (basata su valori morali ed esistenzialI), l’autosufficienza e la forza di volontà anevrotica completano il percorso del neocinico verso una personalità equilibrata e una condizione di saggezza.
  5. Il buon stile di vita assicura al neocinico immunità da dissolutezza e vizi.
  6. Il rigore morale viene attuato con la semplicità, l’onestà, la coerenza etica, la forza calma e la legalità.
neocinismo simbolo

Il simbolo del neocinismo: i sei lati indicano i sei passi, mentre la X evidenzia la cancellazione dei condizionamenti

Degenerazioni del Neocinismo

Una cattiva applicazioni delle sei regole può portare a degenerazioni della strategia esistenziale.

1 – La felicità non deve essere confusa con il piacere momentaneo (edonismo), ma deve essere un bilancio esistenziale sul medio-lungo periodo

2 – La ragione non si identifica con la cultura (intellettualismo, per il Neocinismo personalità contemplativa).

3 – Gli oggetti d’amore non devono confondersi né con le passioni (non danno dipendenza) né con gli hobby (che non permettono di superare veramente le grandi difficoltà esistenziali).

3 – L’indifferenza nei confronti del mondo neutro si traduce in egoismo (ingratitudine) quando, rispetto al suo mondo dell’amore, il soggetto dà meno di quanto riceva (secondo un principio “francescano” però soggettivo), cioè, pur percependo di ricevere molto, volutamente dà di meno. Da osservare che il metro non è oggettivo, ma soggettivo; per esempio, un figlio che si è staccato dai genitori che per lui ora sono meno “importanti” per la sua qualità della vita non è tenuto a dar loro massime attenzioni, solo per il fatto che sono “vecchi” o che “gli hanno donato la vita”.

3 – L’indifferenza nei confronti di condizionamenti non deve portare, con una cattiva applicazione dello spirito critico a essere un bastian contrario. Se per esempio si è consci che “matrimonio/convivenza non sono sempre positivi” non si deve concludere che non lo sono mai!

3 – Non si deve confondere il buonismo (un generico e impossibile amore verso tutto il mondo: l’amore di manifesta con le azioni, per questo non si può “amare tutto il mondo”) con la bontà del cinico per il suo mondo dell’amore.

4 – L’autosufficienza non deve impedire di aiutare gli altri, soprattutto se questi a loro volta con dignità si mostrano autosufficienti. L’aiuto deve essere spontaneo, non deve essere un “obbligo sociale”.

4 – La forza di volontà anevrotica non deve essere confusa con una generica forza di volontà finalizzata a uno scopo ben preciso.

6 – Il buon stile di vita non deve trasformarsi in un salutismo maniacale.

6 – Il rispetto della legge non deve essere confuso con l’azione del giustiziere, né con chi la applica sempre e comunque (rispettare la legge significa anche infrangerla, se non la si condivide, purché si sia disposti ad accettarne la pena, principio della disobbedienza gandhiana).

6 – Non si deve confondere la semplicità con l’umiltà; si veda l’articolo sull’umiltà per capire la differenza.

L’invidia di chi critica il Neocinismo

In realtà, non esistono chiari esponenti del Neocinismo. Il termine è stato utilizzato da tanti soprattutto per criticare le degenerazioni attuali del cinismo, spesso con grossolana ignoranza.

In alcuni casi (soprattutto riferiti a psicologi) il termine è stato goffamente deformato. Per Marrone sarebbe sorto un “tipo umano neo-cinico, il quale ha trovato le sue motivazioni nel narcisismo e nella ricerca spasmodica del piacere”, senza capire che l’eudemonismo nulla c’entra con il piacere (edonismo). Marrone conclude “da qui per il neo-cinico la sua sconfitta, la perenne insoddisfazione e l’enigmatica neo-melanconia”. Un vero neocinico è distante dalla melanconia come un premio Nobel è lontano dall’ignoranza!

Molti altri autori danno del Neocinismo una definizione totalmente personale, con il fine di associare a un termine negativo (cinismo) qualcosa che essi vogliono colpire (per esempio il narcisismo che con il cinismo nulla ha a che fare, nessuno può definire Diogene un narcisista!).

Le analisi più serie e interessanti del fenomeno neocinico le riporto a K. Heinrich (Gli antichi cinici e il cinismo presente) e a P. Sloterdijk (Critica della ragion cinica). Queste opere sono profonde e interessanti, ma hanno in comune un difetto: non prendono in esame un pensatore, ma dipingono il neocinico come esce dalla popolazione, con tutte le degenerazioni del caso, degenerazioni che abbiamo appena esaminato. Un po’ come se si volesse giudicare il Cristianesimo non dal Vangelo o dalla Bibbia, ma dal comportamento di chi, a torto o a ragione, si professa cristiano.

Neocinismo: unica strada alla felicità?

Quest’articolo inizia descrivendo il Neocinismo come una strada per la felicità, raggiunta con il solo affiancamento della salute che, come detto sopra, in gran parte comunque dipende dalle nostre scelte.

In realtà, l’attacco del pezzo è troppo modesto. Infatti, spesso non ci sono altre strade: in presenza di personalità critiche, la felicità si raggiunge se e solo se esistono condizioni molto facilitanti. Alcuni esempi.

Il romantico che crede nell’amore a prima vista, nel colpo di fulmine ecc. potrà essere felice solo se, per caso, la persona scelta è “quella giusta”. Se non lo fosse, potrà forse convincersi che lo sia, ma per farlo dovrà diventare succube di quella persona (ammesso che la relazione duri) oppure riconoscere il proprio sbaglio.

Così un apparente potrà avere una vita felice avendo ingenti disponibilità economiche.

Un debole potrà essere felice se, per le vicende della vita, non dovrà mai tirare fuori gli artigli.

Sintetizzando, chi ha personalità critiche potrà avere una vita notevole solo se, in presenza di comunque una buona energia vitale che gli farà trovare passioni da vivere piacevolmente per riempire la propria vita, riuscirà a evitare, spesso per condizioni veramente molto facilitanti, “ciò che rende critica la sua personalità”. Un po’ come colui che soffre di claustrofobia se riuscirà a evitare di sottoporsi prima o poi a una risonanza magnetica alla testa!

Comunque, l’esperienza ci insegna che queste persone fortunate sono veramente poche; per esempio, pochi sono gli apparenti così ricchi da non volere di più dalla loro vita!

Concludendo, essere neocinici è un’ottima scelta di vita.

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