Il senso logico è la capacità del soggetto di rilevare contraddizioni nella realtà che ha intorno ed è la dimensione pratica della logica raziologica, il fine di essa. L’assenza di senso logico è alla base dell’errore di autoverifica.
Si tratta quindi di usare la logica non al positivo, nell’assurdo tentativo di arrivare alla certezza del vero, ma al negativo, per trovare facilmente ciò che non è vero perché contraddittorio. Un compito forse per molti limitato, ma fattibile e concreto.
Nella vita quotidiana dominata dagli scenari incerti la logica genericamente intesa va cioè sostituita con il senso logico.
Il senso logico si basa su un metodo (Ma se…) che non è altro che una sintesi fra la maieutica socratica e il ragionamento per assurdo dei matematici. Il metodo funziona così:
1) si ascolta attentamente il proprio interlocutore, fissando l’attenzione su una sua proposizione (in modo similare a quanto proposto dalla maieutica socratica).
2) Si dà per scontato che la sua proposizione sia corretta.
3) Ci si sforza di trovare una conseguenza palesemente inaccettabile. Del tipo “ma se quello che dici è vero allora…”.
4) Se ci si riesce la proposizione di cui al punto 2 deve essere rigettata.
Il nome del metodo indica:
- la contestazione a una proposizione che diventa oggetto d’indagine;
- la deduzione inaccettabile che consegue (se) dall’accettazione della proposizione.
Una forma più completa di esprimerlo è Ma se… allora…
Classicamente il ragionamento per assurdo è un’argomentazione logica in cui si assume temporaneamente un’ipotesi, si giunge a una conclusione assurda e si conclude quindi che l’assunzione originale deve essere errata. Una piccola, ma fondamentale, differenza con il Ma se… è che il ragionamento per assurdo si basa sul principio del tertium non datur, cioè del principio del terzo escluso: un enunciato o è vero o è falso, non esiste una terza possibilità. Tale principio non è accettato per esempio dai matematici intuizionisti.Nel caso del Ma se… si parla di inaccettabilità, un concetto meno forte. Se l’interlocutore segue il Ma se…, deve accettare la conseguenza; se non lo fa, deve ritirare la sua proposizione iniziale.
Vediamo un esempio tratto da un titolo di un quotidiano, titolo razionalmente sbagliato.
Fare l’amore almeno tre volte alla settimana allunga la vita.
Ma se fosse vero, l’insieme delle prostitute sarebbe estremamente longevo e quello dei santi che hanno vissuto in castità avrebbe vita media molto bassa. Fare l’amore almeno tre volte alla settimana potrebbe essere una concausa (magari di rilevanza minima) oppure solo un indicatore di longevità (come indicano molte statistiche).
Se invece analizziamo la frase (anch’essa confermata da statistiche sulla popolazione):
Non fumare allunga la vita.
Si scopre effettivamente che non esistono insiemi di fumatori longevi (per insiemi di fumatori si intendono “categorie di fumatori” che possano opporsi ai dati statistici: ovvio che il “singolo” fumatore che fuma 40 sigarette al giorno e campa 100 anni, se esiste, non è statisticamente rilevante). Non fumare è causa di longevità.
Come ogni strumento logico anche il Ma se… può essere usato male e originare errori.
Errore di esclusione – Il Ma se… serve per smontare delle proposizioni, non per dedurne altre. Chi dal Ma se… deduce proposizioni, implicitamente dà già per scontato che siano vere solo perché quella confutata è falsa. Si tratta di un vero e proprio errore logico (errore di esclusione) perché, a priori, non si può escludere che ci possano essere, oltre a quella falsa, appena rigettata, altre possibilità.
Errore di ipotesi – Un altro errore comune consiste nell’utilizzare come proposizione di partenza (ipotesi) non la proposizione P oggetto d’indagine, ma una proposizione X supposta vera; si deduce il contrario della proposizione P e si conclude che P è falsa. Ovvio che questo modo di strutturare il Ma se… non ha niente a che vedere con la sua formulazione corretta e che spesso denota un’incapacità di maneggiare logicamente il linguaggio.
Vediamo alcuni esempi in cui lo scorretto uso del Ma se… per errore di ipotesi sottintende comunque una volontà eristica, cioè l’impiego della parola e della logica con il solo fine di confutare.
1) Prendere troppo sole fa male -> Ma se la natura è buona, come può il sole far male?
Il fatto che la natura sia buona è un’affermazione che andrebbe prima dimostrata, cosa che, data la generalità della proposizione, è impresa veramente ardua.
2) L’acquisto di quella casa è conveniente -> Ma se c’è la possibilità che ne trovi una a prezzo più basso, come può essere conveniente?
C’è confusione sul concetto di conveniente che non è sinonimo di “a minor prezzo”.
3) Il pollo è un ottimo alimento -> Ma se nel pollo può esserci la diossina, come può essere un ottimo alimento?
La proposizione “il pollo è un ottimo alimento” è una di quelle che la raziologica classifica come affermazione statistica; non è possibile confutare un’affermazione statistica con un caso particolare proprio per la natura stessa dell’affermazione.
Errore nel conseguente – I detrattori del Ma se… non comprendono che è necessario che ci sia accordo sul conseguente. Per esempio: se tutti gli uomini hanno 4 gambe, allora Paolo non è un uomo. Tutti siamo d’accordo sul fatto che Paolo è un uomo, quindi la proposizione P (tutti gli uomini hanno 4 gambe) è scorretta.
Supponiamo che Tizio e Caio stiano discutendo e Tizio dica: “se la televisione fosse formativa, allora chi la guarda sarebbe intelligente”. Caio contesta (giustamente) il Ma se… perché ritiene che il conseguente sia arbitrario perché molte persone che guardano la televisione per lui non sarebbero comunque intelligenti, a prescindere dal fatto che la televisione sia formativa. L’errore di Tizio sta nel dare per scontato che il conseguente sia accettato da tutti! Il problema non è il Ma se…, quanto un errore nell’uso di un “conseguente” arbitrario. Prima di usare il Ma se…, Tizio deve accertarsi che Caio accetti la sua visione del conseguente.
Esempi
Dimagranti – Un esempio sui dimagranti. Ma se funzionano perché c’è bisogno di associarvi una dieta ipocalorica
(è sempre scritto in piccolo o nel foglietto illustrativo!)?
Creme antirughe – Un esempio sulle tanto blasonate creme antirughe. Ma se funzionano perché non si vedono in giro cinquantenni che le usano con la pelle da ventenne?
Un esempio più complesso.
Latte e formaggi – Consideriamo la demonizzazione del latte e dei formaggi fatta da certe scuole dietologiche. Per esempio, citando alcune ricerche molto limitate, tali scuole sostengono che l’eccesso di calcio contenuto nei latticini non serve per proteggere dall’osteoporosi, ma va ad accumularsi sulle pareti dei vasi sanguigni con gravi danni per la salute. Qui l’errore consiste proprio nell’incapacità di ragionare per assurdo. Una frase per essere accettabile non deve portare a deduzioni assurde. Se si accetta una frase occorre chiedersi: okay, sembra vera, ma se è vera allora… Se l’allora è assurdo, si deve essere molto dubbiosi sulla veridicità della frase di partenza. Nel nostro caso, se i danni vascolari del calcio contenuto nei latticini fossero veri, ci sarebbe nella popolazione una gran quantità di infarti e di ictus nella popolazione dei trentenni perché chi consuma molti formaggi e beve molto latte avrebbe a 30-40 anni i vasi ridotti come quelli di chi è arrivato a 60-70 anni non consumando latticini. Tale differenza nel numero di ictus e di infarti non si verifica. Quindi dubitiamo… E dubitiamo bene perché è proprio del 2001 una grande indagine europea condotta su 5.700 soggetti (ricordiamo che le indagini serie non si fanno su dieci individui, magari predisposti, ma su centinaia o migliaia di soggetti; vedasi l’analoga ricerca sul tè verde) che ha mostrato che non solo il latte e i latticini non ostruiscono le arterie, ma anzi le proteggono dai grassi saturi!
Sempre su latte e formaggi che farebbero malissimo, gli esempi dell’uso del Ma se… si sprecano: ma se il latte e i formaggi fanno così male, perché moltissimi atleti che se ne cibano riescono lo stesso a ottenere i record mondiali nei loro sport? Per approfondire la disinformazione su latte e formaggi.
11 settembre – In questi ultimi anni diversi amici mi hanno chiesto un parere sui dubbi riportati soprattutto da siti Internet riguardanti la versione ufficiale dei fatti dell’11 settembre 2001. Sono usciti diversi libri che affermano che un’analisi attenta evidenzia che la versione ufficiale sull’11 settembre non è solo lacunosa in decine di punti, ma in altre decine di punti è dimostrabilmente falsa.
Una critica di tali libri è al di fuori degli scopi di questo commento che mette invece in guardia da un “errore certo” dei libri in oggetto. E possiamo farlo perché di questa materia siamo esperti.
Nei testi si usa innumerevoli volte il Ma se… per evidenziare incoerenze: se fosse veramente così, allora sarebbe stato cosà, ma poiché cosà non è successo, anche così è falso. Fin qui nulla da eccepire, sarà il lettore a giudicare se il Ma se… è usato bene oppure no.
Una cosa che ogni logico dovrebbe sapere è però che
il Ma se… serve per smontare proposizioni, ma non per stabilire la verità di altre.
In parole povere, la versione ufficiale è falsa? Okay, ma allora non si può dedurre che l’ipotesi del complotto neoconservatore sia vera. Praticamente gli intellettuali (evidentemente gente che è abituata a lavorare nei loro studi, senza un contatto diretto con la realtà) periscono dello stesso male che volevano colpire: non hanno nessuna prova del complotto, se non quella delle incoerenze trovate nel racconto ufficiale e, arbitrariamente deducono fatti, a loro piacimento. Un po’ come se di fronte a una guarigione, l’aver dimostrato che le medicine date al malato non potevano essere molto efficaci, autorizzi a parlare di miracolo. Ovvio che si fa prima a vendere un libro che a cercare prove concrete di quanto si sostiene.
Cancro e psicologia – Da una mail che ci chiedeva un parere sulla teoria della Nuova Medicina:
Caro Roberto,
ti scrivo per chiederti un parere sul dott. Geerd Ryke Hamer e la sua teoria della Nuova Medicina che fa risalire la causa del cancro a conflitti psichici. Non so se ne hai mai parlato sul sito. La cosa mi sarebbe passata inosservata se la mia ex moglie, attualmente affetta da Sclerosi Multipla, non stesse in questo momento rifiutando qualsiasi cura “ufficiale” a favore di (costosi) viaggi all’estero dove viene curata in una clinica che si ricollega a queste teorie.
Inoltre, essendo il conflitto psichico individuato come causa della sua malattia, a parere della mia ex moglie e di quanti la stanno “curando”, proprio il nostro precedente e fallimentare rapporto matrimoniale, ora sto iniziando a sentirmi in colpa, come tu puoi ben immaginare.
Rispondere a queste mail è sempre molto difficile perché mi tocca mediare ogni parola per evitare di risultare troppo pesante.
Come premessa generale, è opportuno evitare di fare pubblicità a persone che vivono sul dolore degli altri senza apportare nessun beneficio, anzi. Il meccanismo della loro azione è molto semplice e si basa su alcune constatazioni:
- uno stato psichico negativo può peggiorare la cura di una patologia mentre uno positivo può aiutarla;
- di fronte a malattie incurabili, individuare la causa della patologia in un problema psicologico permette al paziente di illudersi di guarire definitivamente, eliminando il problema.
Riunendo i punti a) e b) si ottiene che in malattie gravi, ma non a prognosi infausta a breve, è possibile provocare uno pseudorallentamento della malattia. Sicuramente non è possibile guarirla. Sclerosi multipla oppure cancro alla prostata (che è un tumore così lento che si ammala un uomo su sei, ma solo uno su 32 muore di tale forma di cancro, perché gli altri muoiono prima per altre cause) sono esempi di patologie dove è possibile spacciare “guarigioni psicologiche” (in genere si migliora anche lo stile di vita del paziente per cui si ha un ulteriore miglioramento che nulla ha a che vedere con il miglioramento della patologia).
Agli inizi degli anni ’80 del XX secolo c’erano molti medici che erano affascinati dall’idea che il cancro (e altre gravi patologie) potessero avere un’origine psicosomatica. Erano in buona fede. Purtroppo le loro considerazioni sono state spazzate via dai recenti progressi della medicina (basti ricordare il banale caso dell’ulcera gastrica, supposta spesso di natura psicologica, prima della scoperta dell’Helicobacter pylori) e, nel caso del cancro, le cause psicologiche hanno assunto una valenza minima, soppiantate da cause genetiche e da cause ambientali.
Del resto perché non applicare il principio del Ma se… (da notare: per Hamer la sola causa del cancro è quella psichica; l’aggettivo sola è fondamentale per applicare correttamente il Ma se…).
- Se il cancro avesse come causa un problema psicologico, perché anche persone felici o serene se ne ammalano?
- Se il cancro avesse come causa un problema psicologico, perché moltissime persone che hanno lutti, separazioni, licenziamenti non se ne ammalano?
- Se il cancro avesse come causa un problema psicologico, perché la causa del cancro al polmone è nell’85% dei casi il fumo?
- Se il cancro avesse come causa un problema psicologico, perché i medici che lo sostengono non si sottopongono a un’esposizione prolungata di raggi gamma o di amianto?
Notare la finezza: alcuni sostengono che uno stato psichico negativo rende il soggetto più fragile; implicitamente ammettono che la vera causa sia un’altra (nella loro teoria può agire con più forza). Come possono poi ristabilendo il benessere psichico guarire? È come se si lasciasse aperta la porta (conflitto psichico facilitante), un ladro ci ruba tutto e si pretenda di riavere le propriecose semplicemente chiudendo la porta (cioè risolvendo il conflitto)!
Perché ci si deve sentire in colpa: al senso di colpa si può sostituirei un superiore sorriso di circostanza se non fosse per il rispetto che va comunque portato a chi soffre. Con un’analogia, se una donna che abbiamo amato minaccia di uccidersi perché ci siamo lasciati, che si fa? Si accetta il ricatto morale? Meglio dirle: “Se non sai vivere, ammazzati pure…”. Sorprendentemente si scopre che la persona inizialmente impara a odiarci, poi metabolizza la separazione e si fa un’altra vita.
Quindi ogni senso di colpa è assurdo. Prima di tutto perché la causa psicologica della malattia è risibile (conosco personalmente una ragazza che ha mostrato i primi sintomi della sclerosi multipla in adolescenza e ti assicuro che era il ritratto della serenità); in secondo luogo perché sviluppare una malattia per un conflitto psicologico, ammesso che sia possibile, rivela l’incapacità della persona di affrontare i problemi.
NOTA – Alcuni seguaci di Hamer credono di essere guariti dalla leucemia solo perché, a fronte di una sintomatologia dubbia, era stato loro prospettato il caso che potesse trattarsi di leucemia. Come se si andasse da un medico con un forte mal di testa, il medico ci dice che è meglio fare una TAC perché potrebbe trattarsi di un tumore al cervello. Noi rinunciamo, andiamo da un alternativo che ci dà una polverina, io guarisco ed ecco che trionfante affermiamo: la polverina ci ha guarito dal cancro al cervello!