La coltivazione dell’origano è piuttosto semplice da praticare; l’origano fiorisce a partire da luglio fino a ottobre; predilige zone temperato-calde e luoghi ben esposti alla luce solare; può crescere anche in condizioni diverse, ma la qualità del prodotto è sensibilmente inferiore. Il top della qualità lo si trova nell’origano che viene coltivato in condizioni ideali e nelle vicinanze di zone di mare.
Per quanto riguarda il terreno, questa pianta non ha specifiche esigenze; la cosa più importante è evitare che si formino ristagni idrici.
Coltivazione dell’origano: la semina
La moltiplicazione dell’origano può essere fatta sia per seme che per talea o divisione dei cespi.
Chi opta per la moltiplicazione per seme (che può essere fatta in vaso o in semenzaio) dovrà seminare i semi all’inizio della stagione primaverile in un substrato composto da un mix di terriccio fertile e sabbia in parti identiche. Il contenitore dovrà essere posto in un luogo all’ombra in cui la temperatura si attesti sui 12-13 °C circa.
Ci si deve assicurare che il terriccio sia sempre umido fin quando non si arriva al momento della germinazione. È opportuno ricoprire il contenitore con un foglio di plastica trasparente, foglio che quotidianamente deve essere rimosso per la verifica del grado di umidità del terriccio e per l’eliminazione dell’inevitabile condensa.
A germogliazione avvenuta (generalmente occorrono 15 giorni circa) si può togliere il foglio di plastica e porre il contenitore in una zona più luminosa, anche se non direttamente esposta al sole. Questo è anche il momento per eliminare le piantine che appaiono meno robuste; in tal modo quelle rimaste avranno più spazio per crescere.
Nel momento in cui le piantine rimaste avranno raggiunto un’altezza di circa 6 cm, è possibile effettuare l’operazione di trapianto nella zona di terreno prescelta. L’operazione di trapianto deve essere effettuata nel bimestre aprile-maggio.
Chi pianta direttamente i semi nel terreno abbia cura di lavorare quest’ultimo in modo da renderlo meno rustico e meno duro; è consigliabile anche fertilizzarlo leggermente. La semina può essere effettuata a partire dalla fine di marzo; i semi vanno posizionati in modo da far sì che la distanza fra una pianta e l’altra sia di circa mezzo metro sia sulla fila che tra le file.
Chi opta per la moltiplicazione per talea, effettuerà l’operazione nel mese di giugno. Le talee devono avere una lunghezza di circa 10 cm e devono essere piantate in un mix fatto di torba e sabbia; vanno poste in serra fresca a una temperatura di circa 10 °C; una volta che le talee avranno radicato sarà possibile effettuare l’operazione di trapianto nella sede definitiva.
La moltiplicazione dell’origano, come detto, può essere fatta anche per divisione dei cespi. Tale operazione può essere effettuata o nel mese di marzo oppure in quello di ottobre; le piantine andrebbero conservate in un luogo fresco fino al momento in cui non attecchiranno dopodiché sarà possibile trapiantarle nel luogo prescelto.
Coltivazione dell’origano: i lavori
Anche per quanto riguarda le cure colturali, l’origano non necessita di cure particolari; è però opportuno, non trattandosi di una pianta particolarmente voluminosa, verificare periodicamente l’eventuale presenza di erbe infestanti che dovranno essere rimosse accuratamente.
Le irrigazioni devono essere effettuate seguendo un criterio qualitativo, ovvero irrigazioni contenute, ma frequenti, evitando, come già detto in precedenza, la formazione di ristagni idrici.
Trattandosi di una pianta piuttosto rustica, l’origano non richiede una fertilizzazione particolare; al più, alla ripresa vegetativa, si concimi la pianta con un fertilizzante contenente azoto, fosforo e potassio.
L’origano non necessita nemmeno di potatura, basta rimuovere periodicamente le parti secche e quelle danneggiate.
Un ultimo cenno va alle avversità; come detto, l’origano è pianta piuttosto rustica e non è particolarmente soggetta a malattie o attacchi di parassiti; solo raramente si assiste ad attacchi da parte di cicaline o afidi neri, ma mai particolarmente gravi.