L’olivo (Olea europaea), noto anche come ulivo, è una pianta da frutto sempreverde appartenente alla famiglia delle Oleacee, la stessa che comprende generi quali il Ligustrum, il Fraxinus e il Syringa. Originario del Medio Oriente, l’olivo è diffuso in varie zone dell’Europa fra le quali l’Italia, la Grecia, la Francia e la Spagna.
Dell’Olea europea esistono due sottospecie, l’Olea europaea sativa (ovvero l’olivo coltivato) e l’Olea europaea oleaster, nota come oleastro.
L’olivo è una pianta particolarmente longeva (nelle giuste condizioni può arrivare tranquillamente ad avere una vita millenaria), dalla crescita piuttosto lenta e può raggiungere dimensioni di un certo rilievo. Come detto è una pianta sempreverde e la sua vita vegetativa è praticamente continua nel corso di tutto l’anno, anche se nel periodo invernale si osserva un lieve calo.
Il fusto della pianta è costituito da un legno molto duro e pesante che emana un buon profumo; la corteccia è di colore grigiastro; nel corso dei primi anni è piuttosto liscia, ma con il passare del tempo diventa nodosa e tende a scurire.
Il suo apparato radicale è superficiale, ha una chioma irregolare che ricorda vagamente la forma di un cono; ha foglie lunghe (dai 5 agli 8 cm circa) e strette la cui pagina superiore è di colore verde, mentre quella inferiore è di color grigio-argento. Ha fiori piccoli, numerosi, di colore biancastro con quattro petali ciascuno; i fiori sono riuniti in piccoli grappoli detti mignole che riuniscono circa 10-15 fiori. Le infiorescenze iniziano a svilupparsi nel mese di aprile, ma la fioritura vera e propria avviene tra la fine del mese di maggio e gli inizi del mese di giugno.
I frutti dell’olivo, le olive (o ulive), sono drupe ovoidali contenenti un nocciolo legnoso piuttosto consistente; la polpa delle olive è costituita per circa un 20-24% da olio.
Coltivazione dell’olivo
L’olivo è una pianta che predilige i climi temperato-caldi con poche precipitazioni; ama moltissimo la luce del sole; pur essendo un albero piuttosto robusto, non ama la siccità eccessiva e le temperature rigidi invernali che si protraggono troppo a lungo; tollera male anche i ristagni idrici.
Pur adattandosi a qualsiasi tipo di terreno (può crescere tranquillamente anche nei terreni calcarei), predilige un suolo sciolto o a medio impasto.
La piantagione dell’olivo può essere effettuata nel mese di marzo, poco prima della ripresa vegetativa; il terreno deve essere lavorato accuratamente e a fondo dopodiché si possono mettere a dimora i polloni con radici oppure gli astoni innestati (gli astoni sono piante di un anno o più innestate e pronte a essere trapiantate). La buca che accoglierà la pianta deve essere concimata con concime organico-minerale e letame.
Se tutto procede per il verso giusto, si potrà effettuare il primo raccolto dopo i tre anni. Come portainnesti si possono utilizzare sia gli oleastri (ma questa pratica è ormai desueta) oppure gli olivastri che provengono da cultivar rustiche e vigorose.
Per un ulteriore approfondimento si veda l’articolo Innesto dell’olivo.
Per quanto concerne le cure colturali, si fa notare che l’olivo è una pianta la cui irrigazione non ha carattere di indispensabilità, ma è comunque opportuno, soprattutto nei primi anni del’impianto e nei mesi estivi, controllare che non si verifichino carenze idriche che potrebbero essere causa di una riduzione quantitativa della produzione.
La concimazione deve essere effettuata quando inizia la ripresa vegetativa utilizzando la stessa tipologia di concime usata al momento dell’impianto.
La potatura della pianta dovrebbe essere eseguita alla fine del periodo invernale prima della ripresa vegetativa (indicativamente a marzo); la potatura è annuale, anche se in alcune zone vengono effettuate potature biennali. Non vanno sottovalutati i possibili ritorni di periodi di gelate che potrebbero compromettere la qualità del lavoro.
Il periodo di raccolta delle olive non è esattamente codificato perché esistono molte differenze fra una cultivar e l’altra; inoltre alcune varietà hanno una maturazione a scalare. In linea generale la raccolta viene effettuata nel mese di ottobre per quanto riguarda il consumo del frutto fresco e tra la metà di ottobre e il mese di gennaio nel caso della produzione di olio.
Si tenga presente che in olivicoltura vige la regola dell’alternanza, in altri termini una pianta di olivo produrrà un anno una quantità notevole di olive, mentre l’anno successivo la produzione sarà decisamente scarsa. Quello dell’alternanza della produzione degli olivi è un problema che ancora non è stato compiutamente risolto e sulle cui cause ancora si dibatte.
Le avversità principali che possono riguardare l’olivo sono legate sia a insetti che a patologie; fra le prime si ricordano la mosca dell’olivo, la tripide dell’olivo, la cocciniglia mezzo grano di pepe, la cocciniglia cotonosa dell’olivo (nota anche come Filippa) e la tignola dell’olivo; fra le seconde vi sono invece l’occhio di pavone, la lebbra delle olive e la rogna delle olive.
Olivo: varietà da tavola e varietà da olio
Le varie cultivar dell’olivo vengono generalmente suddivise a seconda della destinazione dei frutti; in base a questo criterio si distinguono varietà da tavola (anche varietà da mensa) e varietà da olio; esistono anche varietà a duplice attitudine.
Fra le cultivar da tavola si ricordano l’Ascolana Tenera, la Dolce di Cerignola, la Sant’Agostino e la Nocellara etnea; fra le cultivar da olio si possono citare la Bosana, la Canino, la Carboncella, la Casaliva, la Coratina, la Dolce Agogia, la Frantoio, la Leccino, la Moraiolo, la Pendolino, la Rosciola, la Taggiasca e tante altre.
Fra le cultivar a duplice attitudine troviamo invece la Carolea, l’Itrana e la Tonda Iblea.
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