La coltivazione dei mirtilli può essere effettuata con diverse cultivar. Se i mirtilli selvatici hanno il loro habitat naturale nel sottobosco alpino e in quello montano, quelli coltivati possono dare buone produzioni anche in collina o in pianura; l’importante è trovarsi in zone fresche e ventilate con terreni profondi e fertili.
Recentemente nei vivai si trovano anche le piante di mirtillo gigante americano, il cui cespuglio può arrivare anche a 4 m di altezza e di cui esistono diverse varietà. Avendo bacche più grandi e quindi essendo più appetibili sul mercato, il gigante americano è diventata la specie più coltivata rispetto a quello nero
Il mirtillo è una pianta molto rustica e resistente e presenta una buona resistenza ai rigidi freddi invernali; teme però le gelate e inoltre neve e grandine possono danneggiarlo seriamente; è quindi sempre consigliabile coltivarlo in luoghi che possano offrire un certo riparo dagli agenti atmosferici più pesanti. Teme molto la siccità e non è quindi opportuno posizionare le piante di mirtillo in pieno sole.
Varietà di mirtilli
Quelle che rivestono il maggiore interesse in ambito agricolo (leggasi commerciale) sono le seguenti:
- mirtillo nero
- mirtillo rosso
- mirtillo blu
- mirtillo gigante americano.
Il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) cresce in modo spontaneo in Europa, l’altezza della pianta può raggiungere i 40 cm; la fioritura avviene in maggio e i frutti possono essere raccolti nei mesi di luglio e agosto. In Italia lo si trova nelle Alpi e negli Appennini fino a un’altezza di circa 2.300 m; le sue bacche possono essere utilizzate sia per il consumo diretto sia per la trasformazione in gelatine o marmellate.
Anche il mirtillo rosso (Vaccinium vitis idaea) è diffuso nelle Alpi e nell’Appennino settentrionale; la sua altezza varia dai 10 ai 40 cm circa; le sue bacche sono rosse e hanno un sapore amarognolo.
Il mirtillo blu (Vaccinium uliginosum) cresce in modo spontaneo in Europa, l’altezza della pianta può raggiungere i 25 cm; le sue bacche sono di colore nero-bluastro e sono molto più insipide rispetto alle specie soprariportate.
Il mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum) è una pianta che cresce spontanea nei territori nordamericani; può raggiungere altezze considerevoli (fino a 4 m); le bacche hanno un colore nero-azzurrastro e sono molto profumate. Rispetto ad altre specie di mirtillo, quello gigante americano ha una maggiore resistenza al freddo; riesce infatti a sopportare temperature che scendono fino a -30 °C.
Il mirtillo gigante americano è la tipologia di pianta che maggiormente si presta alla coltivazione; in commercio se ne trovano molte varietà, sia precoci (Atlantic, Bluehaven, Blueray, Bluetta, O’Neal, Spartan), medio-precoci (Concord, Cooper), medio-tardive (Berkley) e tardive (Brigitta, Burlingstone, Elisabeth, Emblue, Goldraube, Jersey, Lateblue, Pemberton).
I più importanti produttori di mirtilli a livello mondiale sono gli Stati Uniti d’America (con una produzione che supera abbondantemente le 200.000 tonnellate) e il Canada (circa 120.000 tonnellate); seguono a notevole distanza alcuni Paesi europei come Polonia, Germania e Francia.
Coltivazione dei mirtilli: i vari interventi
Per quanto riguarda il terreno di coltivazione, quello ideale ha un pH molto acido (da 4,5 a 5), è sciolto e dotato di buon drenaggio (come tutte le piante, anche quella del mirtillo non ama ristagni idrici). Vanno evitati i terreni argillosi e calcarei che possono nuocere pesantemente allo sviluppo della pianta.
È inoltre opportuno tenere le piante di mirtillo libere dalle fastidiose erbe infestanti; a tale scopo si consigliano periodiche sarchiature che avranno anche lo scopo di arieggiare il terreno.
Per quanto concerne la tecnica di impianto, come nel caso di lamponi e ribes, non è consigliabile ricorrere a quella per semi; molto più semplice ricorrere alla talea oppure procurarsi delle piccole piantine presso un vivaio che potranno essere trapiantate in vaso o direttamente nell’orto.
Se si opta per l’impianto a mezzo talea, che peraltro, a onor del vero, non ha buonissime percentuali di attecchimento, dovrà preparare con una certa cura il letto caldo utilizzando come base fertilizzante dell’humus di foglie boschive; l’acidità del substrato può essere innalzata ponendovi sopra un leggero strato di torba. Le talee, che dovranno essere numerose vista la loro difficoltà nell’attecchire, vanno fatte radicare alla fine dell’estate e la messa a dimora potrà avvenire nel corso della primavera successiva.
L’impianto dovrebbe essere fatto a filari; al contrario di quanto avviene con i lamponi, non è necessario sostenere i rami fruttiferi con dei pali con il filo. La distanza fra le file deve essere di circa 2,5-3 metri, mentre quella sulla fila deve essere di circa un metro e mezzo. Le buche devono avere una profondità di circa mezzo metro e una larghezza di circa 80 cm.
Se invece di utilizzare la tecnica della talea si opta per l’acquisto di piantine, lo si faccia nella stagione primaverile.
Nel periodo della fruttificazione, peraltro molto lungo dal momento che va da marzo a ottobre, le piante di mirtillo vanno curate con una certa attenzione. Le irrigazioni dovranno essere regolari, tese ad assicurare una costante umidità del terreno; sono consigliate anche periodiche pacciamature. Di quando in quando è opportuno procedere con fertilizzazioni del terreno con concimi a base azotata.
Alla fine della stagione invernale è consigliata una concimazione con un fertilizzante ricco in ferro. Annualmente è necessaria una potatura dei rami non più produttivi; si utilizzino a questo scopo forbici affilate e disinfettante tagliando orizzontalmente e in modo netto i rami alla loro base.
La raccolta dei mirtilli, operazione da svolgere con una certa delicatezza in modo da evitare danni, può essere effettuata nel corso di tutta l’estate a seconda delle varietà; le bacche mature si riconoscono dal loro colore blu intenso o rosso. Si consideri che le piante di mirtillo raggiungono gli apici della loro produzione a partire dal quarto anno dall’impianto.
Un ultimo cenno va alle avversità; fortunatamente il mirtillo non ha bisogno di interventi contro i parassiti; la pianta però può essere danneggiata da terreni eccessivamente azotati o fortemente calcarei; nel primo caso c’è il rischio di tumori ai germogli, mentre nel secondo caso è possibile che le radici soffrano di marciumi.
Si tenga infine presente che gli uccelli sono estremamente golosi di mirtilli ed è quindi opportuno proteggere adeguatamente le bacche durante il periodo della loro maturazione.