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Melo – Coltivazione

Il melo (Malus communis o Malus domestica) è una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee, la stessa alla quale appartengono tante altre piante da frutto molto conosciute come, per esempio, l’albicocco, il ciliegio, il cotogno, il mandorlo, il nespolo, il susino, il sorbo ecc.

L’albero del melo è una pianta vigorosa di dimensioni medio-grandi che può raggiungere anche i 10 m di altezza; ha un apparato radicale superficiale; lo caratterizzano la sua forma eretta, la chioma a forma di globo e la corteccia liscia; le foglie sono verdi, hanno forma ovale e il margine seghettato, i fiori sono composti da 5 petali di colore bianco-rosato. La fioritura avviene nel mese di aprile.

La mela, un pomo dalla forma rotondeggiante, è comunemente considerata il frutto del melo, in realtà è un falso frutto che si forma in seguito all’accrescimento del talamo fiorale insieme all’ovario (il vero frutto è il torsolo che rispetto alla polpa ha una consistenza maggiore). Ha una buccia che può essere “rugginosa”; o liscia, di colore giallo, rosso o verde con macchie e striature. La polpa, bianca o giallognola, è soda e succosa, talvolta farinosa, ha sapore dolce o acidulo. La mela può essere consumata sia cruda che cotta e da essa si possono estrarre vari succhi. A differenza di molti altri frutti, la mela non ha contenuto particolarmente elevato di vitamina C (7 mg circa per 100 g).

Nel nostro Paese la produzione delle mele è concentrata nelle regioni settentrionali; la stragrande maggioranza (80% circa) del raccolto è infatti relativa a tre regioni: Trentino Alto Adige (46% circa), Emilia Romagna (17% circa) e Veneto (14% circa); altre regioni italiane con produzioni relativamente considerevoli sono il Piemonte, la Lombardia e la Campania.

La coltivazione del melo

Il melo è una pianta che sa adattarsi molto bene a una gran varietà di terreni, quelli più adatti alla sua coltivazione sono i terreni profondi, dotati di buon drenaggio e non eccessivamente calcarei. È consigliare evitare quei terreni la cui profondità utile all’apparato radicale sia inferiore ai 40 cm. Il pH ideale va da 6,5 a 7,5; vanno evitati i suoli con pH inferiore a 5,4 e quelli con pH superiore a 8,8.

Il melo è una pianta che tollera benissimo il freddo e, con l’eccezione di qualche varietà, può sopportare temperature fino a -25 °C, ma le gelate tardive possono procurare seri danni alla coltivazione; la sensibilità alle gelate dipende dall’epoca di fioritura delle diverse cultivar.

Il melo può essere coltivato ovunque, ma preferisce un clima fresco e le zone che si trovano tra i 600 e i 1.000 metri sopra il livello del mare. La pianta teme la siccità e i ristagni idrici.

Per ottenere i migliori risultati gli astoni innestati devono essere messi a dimora nella stagione invernale o in quella primaverile; il terreno va preparato con un certo anticipo utilizzando un buon quantitativo di concime organico. Le piante vanno distanziate di 3 o 4 metri l’una dall’altra in una zona con una buona esposizione alla luce solare.

coltivazione del melo

Le irrigazioni (è consigliabile predisporre un impianto a goccia) non devono essere particolarmente abbondanti, ma è necessario che siano frequenti, in particolar modo se la stagione è particolarmente siccitosa. Le irrigazioni devono comunque essere sospese quando manca un mese alla raccolta.

Per quanto riguarda la concimazione, oltre a quella effettuata al momento della preparazione del terreno, è opportuno, a partire dal terzo anno d’impianto, concimare il melo nel periodo post-fioritura e nella stagione autunnale. Non è facilissimo fornire consigli sulla concimazione del melo perché ogni cultivar e ogni portainnesto avrebbero bisogno di particolari combinazioni di elementi nutritivi; in linea generale non devono assolutamente mancare azoto e potassio, mentre la somministrazione di fosforo è meno importante; è inoltre opportuno fornire alle piante un certo quantitativo di magnesio e di calcio.

Per quanto riguarda le potature è necessario distinguere fra quella di allevamento (potatura di formazione) e quella di produzione. La prima, che segue la pianta nei suoi primi anni di crescita, serve a impostarne la struttura; in genere la si effettua alla fine del mese di agosto e si esegue eliminando i succhioni e i polloni nonché i rami secchi e quelli più deboli; si deve poi procedere con un diradamento dei rami laterali e un accorciamento dei rami a legno a tre o quattro gemme.

In seguito a quest’ultimo intervento, la pianta emetterà, nel corso della stagione vegetativa seguente, una nuova vegetazione e diversi altri rami; di questi ultimi si lasceranno, accorciandoli in modo opportuno, soltanto quelli che serviranno a dare all’albero la forma desiderata; gli altri devono essere recisi alla base. Questo schema deve essere seguito fino a che non si giunge al completamento della sagoma voluta.

La potatura di produzione serve invece a gestire in modo ottimale l’equilibrio tra produzione e vegetazione; di norma il melo non ha particolari esigenze in fatto di potatura ed è sufficiente eseguire una potatura di mantenimento nel corso dell’inverno, meglio se verso il termine del riposo vegetativo. Il melo è una pianta che fruttifica sui rami vecchi e la potatura di produzione deve essere piuttosto contenuta.

Si toglieranno i rami secchi e quelli spezzati e anche quelli che sono stati eventualmente interessati da qualche patologia; è opportuno eliminare anche i rami che hanno un andamento irregolare. Se è il caso, si potrà procedere in seguito con interventi molto soft per svecchiare la pianta eliminando i rami fruttiferi troppo invecchiati o che sono in sovrappiù. Nei mesi estivi in genere non si fanno interventi, ma se la vegetazione è eccessivamente rigogliosa si potrà intervenire anche nel corso dell’estate per ristabilire un corretto equilibrio fra produzione e vegetazione eliminando i cosiddetti succhioni.

La raccolta delle mele si effettua a partire dalla seconda metà di luglio fino a ottobre a seconda delle varietà; le varietà estive (gruppo Gala, melo - coltivazione del meloOzark Gold, Gravenstein, Summerfree ecc.) si raccolgono fra luglio e settembre, mentre le varietà autunno-vernine (Granny Smith, gruppo Renette, Annurca, Red delicious, Golden delicious, Gold Rush, Rome Beauty, Imperatore, Jonathan, Gloster, Elstar, Idared, Crimson Crisp, Fuji ecc.) si raccolgono fra settembre e ottobre.

Molte delle mele raccolte possono essere conservate per lunghi periodi di tempo; alcune varietà, fra cui la Gold Rush, la Summerfree e la Crimson Crisp, sono resistenti alla ticchiolatura (una patologia che nel melo è causata dal fungo Venturia inaequalis) e sono fra le più adatte alla coltivazione in un orto domestico. Si trovano poi anche varietà ornamentali che possono essere coltivate in vaso; hanno fioritura abbondante e i frutti, molto piccoli, arrivano a maturità nel mese di ottobre.

La pianta del melo può essere interessata da varie avversità, fra le principali si ricordano la già citata ticchiolatura, l’oidio, il cancro rameale, il marciume del colletto, la cocciniglia di San José, il ragno rosso dei fruttiferi, la carpocapsa, gli afidi, il rodilegno giallo, il rodilegno rosso, la mosca mediterranea della frutta, i fillominatori e i tortricidi ricamatori.

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