In riferimento alla coltivazione dei porri si distinguono diverse varietà di porro; si hanno infatti porri estivi che vengono seminati nel trimestre gennaio-marzo e raccolti nel trimestre maggio-agosto, porri autunnali, con semina nel bimestre febbraio-marzo e raccolta da agosto a ottobre, porri invernali, che si possono seminare da aprile a maggio e raccogliere da novembre fino a marzo, e infine i porri “a bastoncino” che si seminano a settembre e si raccolgono da aprile a maggio.
In linea generale il porro è un ortaggio con una buona adattabilità alle diverse tipologie di clima, la sua predilezione però va ai climi temperato-caldi; non gradisce climi piovosi e quelli caratterizzati da una notevole umidità.
Il terreno ideale per la coltivazione del porro è quello a medio impasto, profondo, sciolto, drenante e con un pH che oscilla tra 6,5 e 7,5; non sono adatti invece i terreni particolarmente compatti come, per esempio, quelli argillosi, nei quali si creano facilmente i ristagni idrici.
Coltivazione dei porri: le varie operazioni
La semina del porro, il cui periodo dipende dalla varietà, può essere effettuata in semenzaio o direttamente nell’orto. Nel primo caso sono necessari circa 5 g di semi ogni metro quadrato; i semi devono essere posti a circa un cm di profondità; occorrono circa due metri quadrati di semenzaio per 100 metri quadrati di coltura; nel secondo caso, ovvero la semina in pieno campo, la quantità di semi necessari per la stessa superficie di coltura si aggira sui 70 g.
Per le semine in semenzaio, dopo la comparsa della quinta foglia (ovvero circa quattro mesi dopo la semina) si può procedere con la messa a dimora delle piante che andranno disposte su file distanti fra loro circa trenta cm; l’operazione di trapianto deve essere effettuata con una certa cautela allo scopo di evitare danneggiamenti alle piantine, ancora abbastanza delicate.
Coloro che piantano direttamente nell’orto sceglieranno le varietà di porro seminabili durante i periodi primaverile ed estivo; per questo tipo di semina è necessario scavare delle buche distanti fra loro una ventina di cm circa, in esse si metteranno i semi e si provvederà alla successiva ricopertura che sarà seguita da una leggera irrigazione, facendo bene attenzione a non smuovere troppo la terra per non danneggiare il posizionamento dei semi. Durante il periodo invernale le piante devono essere protette con teli appositi o tramite opportune pacciamature.
La coltivazione del porro non richiede concimazioni eccessive che potrebbero ridurne la sua resistenza alle temperature più basse; sarà sufficiente garantire una fertilizzazione quantificabile in quattro quintali di letame o compost maturo ogni cento metri quadrati di terreno.
Sempre per quanto riguarda le semine dei porri in piena terra è opportuno, trascorsi 30-40 giorni circa dalla nascita delle piante, effettuare un’eliminazione delle piantine che appaiono meno robuste.
Per quanto concerne le irrigazioni, da effettuarsi in modo regolare a ritmo settimanale, è bene ricordarsi di non eccedere; i porri infatti, come detto in apertura, non gradiscono i ristagni idrici.
Di tanto in tanto il terreno che ospite i porri andrà sottoposto a sarchiatura; ciò consentirà di arieggiare il terreno e rimuovere le eventuali infestanti. È opportuna anche una rincalzatura del terreno quando mancano tre o quattro settimane alla raccolta; i porri che possono essere raccolti devono avere un diametro superiore ai tre centimetri circa; per raccogliere i porri ci si deve servire di una zappa con la quale si scaverà attorno al bulbo; è opportuno procedere con molta attenzione perché si potrebbe correre il rischio di danneggiare i bulbi.
Un ultimo cenno va alle avversità che, come nel caso della cipolla, sono abbastanza numerose; fra queste si ricordano parassiti animali quali la mosca della cipolla, la criocera, il punteruolo, la tignola e l’anguillula; in quest’ultimo caso le piante vanno bruciate e la coltivazione deve essere sospesa per diversi anni (almeno 6). Tra le patologie si ricordano la muffa nera, la peronospora e la ruggine.