La coltivazione del cavolo è pratica comune nel nostro Paese. Come già evidenziato nel paragrafo iniziale dell’articolo che tratta della pianta in questione, le varietà di cavolo sono numerose. Non è possibile trattarle tutte e quindi ci occuperemo di una delle varietà più note, quella del cavolo cappuccio (Brassica oleracea var. capitata) di cui esistono diverse sottovarietà; fra le più note si ricordano il Cuor di bue grosso, l’Express precocissimo e il Napoletano. Di questa pianta si consumano le foglie che si presentano una sovrapposta all’altra fino a formare una specie di sfera; le foglie più interne sono sempre più chiare di quelle che si trovano più esternamente perché non esposte alla luce.
Le foglie di cavolo sono croccanti e possono avere dimensioni molto variabili, il diametro va dai 10 ai 25 cm mentre il peso oscilla da 1,5 a 3 kg circa. Facendo riferimento ai periodi raccolta si può operare una distinzione di tipo stagionali, si hanno infatti varietà invernali, primaverili, estive e autunnali.
Per quanto riguarda le condizioni climatiche, il cavolo ha una predilezione per i climi freddi e alquanto umidi, ma è in grado di adattarsi abbastanza bene anche a climi temperati; teme molto la siccità, anche se predilige l’esposizione in pieno sole.
Relativamente al terreno di coltivazione, quello migliore per un ottimo sviluppo dei cavoli è un terreno dotato di un buon drenaggio, fertile e ben aerato; il cavolo comunque sa adattarsi a ogni tipo di terreno, anche se le rese possono non essere qualitativamente allo stesso livello.
È sempre opportuno, a prescindere dalla tipologia di terreno, mettere in atto, qualche mese prima, una concimazione pre-semina per arricchire il terreno; a tale scopo si possono utilizzare stallatico maturo o letame fermentato o essiccato; non sono necessarie quantità particolarmente elevate, saranno sufficienti infatti 2 kg di prodotto per metro quadrato di terreno. Il fertilizzante andrà posto a una profondità di circa 35 cm.
Dal momento che per procedere con la concimazione si deve effettuare la vangatura del terreno, se lo si ritiene opportuno, si possono aumentarne le capacità drenanti aggiungendo ghiaia e sabbia. È altrettanto possibile aggiungere della torba, ciò aumenterà la capacità del terreno a trattenere l’umidità.
Coltivazione del cavolo: la semina
Per quanto riguarda la semina non c’è un periodo particolare, il cavolo cappuccio infatti può essere seminato in qualsiasi periodo dell’anno; generalmente la semina viene fatta in semenzaio. Ogni metro quadrato di semenzaio richiede circa 2 g di semi; questi vanno distribuiti a spaglio e successivamente ricoperti da uno strato di terreno di qualche cm. Effettuata la semina si inumidisca lievemente il terreno.
Trascorso un mese dalla semina, si potrà procedere con la messa a dimora. Le piantine vanno poste in file distanti l’una dall’altra circa mezzo metro; la distanza fra una pianta e l’altra invece deve essere di circa 40 cm. La semina dei cavoli cappucci può essere fatta in semenzaio in ambiente riscaldato nel mese di febbraio. Nei mesi di marzo, aprile maggio, giugno, luglio, agosto e settembre la semina può essere fatta in semenzaio aperto oppure tramite trapianto.
Nel mese di ottobre la semina può essere fatta tramite trapianto. Negli orti amatoriali la soluzione più semplice adottata è il trapianto delle piantine già pronte acquistate nei negozi specializzati.
Per quanto riguarda le consociazioni, sono consigliabili quelle con lattuga, pomodori, rosmarino, salvia, sedano e spinaci. Gli avvicendamenti opportuni sono quelli con fagioli, fave e piselli.
Coltivazione del cavolo: i lavori
Per quanto riguarda la concimazione, oltre a quella pre-semina, in genere ne viene consigliata un’altra al massimo entro un mese dalla raccolta.
Le irrigazioni del cavolo cappuccio devono essere effettuate con una certa regolarità, cercando di non far mancare mai il giusto grado di umidità al terreno. Si faccia però attenzione a non esagerare in quanto il cavolo teme molto i ristagni idrici.
Periodicamente vanno effettuati anche interventi di sarchiatura e rincalzatura grazie ai quali si terrà il terreno libero dalle infestanti e nel contempo lo si arieggerà adeguatamente.
Per quanto concerne la raccolta, questa deve essere effettuata quando i cavoli avranno raggiunto la giusta grandezza relativa alla sottovarietà coltivata; i cappucci devono risultare ben chiusi e compatti. La maturazione dei cavoli avviene generalmente trascorsi 4-5 mesi dal momento in cui sono stati seminati. Dopo la raccolta i cavoli vanno consumati nel giro di pochi giorni, 4-5 al massimo. La conservazione in frigorifero può durare una decina di giorni circa.
Le avversità che possono danneggiare il cavolo sono diverse; fra le patologie si ricordano l’ernia del cavolo, l’alternariosi, il disseccamento fogliare, la peronospora, la ruggine bianca e il marciume secco. I parassiti che più frequentemente danneggiano il cavolo sono l’altica, il maggiolino, la cavolaia e la mosca del cavolo.