Coltivare il peperoncino non è un’impresa particolarmente difficile. Il peperoncino (Capsicum frutescens) è un arbusto perenne, originario del Messico e dell’America centrale, che appartiene alla famiglia delle Solanacee. Esistono diverse varietà di questa pianta; molte sono originarie dell’Asia, dell’Egitto e dell’America meridionale. È un vegetale dello stesso genere dei peperoni dolci, dai quali si differenzia per la presenza di una sostanza, la capsicina, che determina il tipico sapore piccante di questo alimento. In commercio le diverse varietà non vengono differenziate per il consumatore; l’unica differenza è fra peperoncino piccante lungo oppure tondo.
Come coltivare il peperoncino nell’orto
Il peperoncino richiede posizioni calde e molto assolate; nelle regioni a clima freddo-temperato non cresce particolarmente bene, nemmeno nei mesi estivi, ma nel bacino del Mediterraneo i raccolti sono ottimi. Infatti, la temperatura dell’ambiente in cui è coltivato il peperoncino è fondamentale per la sua crescita e una produzione copiosa di frutti. Il livello di capsaicina è legato alla temperatura di coltivazione: tanto più sarà alta, tanto più sarà piccante il frutto che si va a raccogliere. Per la germinazione a partire dai semi la temperatura ideale è compresa tra venti e trenta gradi centigradi. Al di sotto dei dodici gradi le piante subiscono danni irreversibili; per questo si consiglia di seminare il peperoncino (o portare all’esterno le piantine) solamente quando le temperature notturne sono stabilmente al di sopra di questa soglia (all’incirca a fine marzo nell’Italia meridionale, a maggio in quella settentrionale o centrale).
Oltre alla temperatura è fondamentale che le piante di peperoncino siano messe a dimora in una zona molto luminosa, fino a dodici ore di luce al giorno nel periodo di comparsa dei fiori.
La pianta di peperoncino necessità d’irrigazioni costanti ma non troppo abbondanti. Teme molto lo stress idrico, cioè gli eccessi di quantità elevate di acqua oppure, viceversa, una quantità insufficiente protratta nel tempo. La concimazione non è fondamentale durante il processo vegetativo; è sufficiente una buona concimazione organica all’inizio della stagione primaverile. Non è necessario un terreno particolare per coltivare i peperoncini nell’orto: è sufficiente che non sia troppo compatto e argilloso, per evitare pericolosi ristagni idrici. Volendo ottimizzare le condizioni di crescita, il terreno ideale è quello leggermente acido con un pH compreso tra 4,5 e 6,5.
La raccolta avviene ad agosto: i peperoncini di colore rosso sono quelli raccolti a maturazione, mentre quelli verdi sono raccolti prima; successivamente i frutti vengono essiccati a una temperatura che non deve oltrepassare i 35 °C.
Nel nostro Paese le varietà di peperoncino più comuni sono il Capsicum chinense, il Capsicum annuum e il Capsicum frutescens.
Come potare la pianta di peperoncino
A differenza del pomodoro, il peperoncino non necessita di potature costanti durante tutta la fase di vegetazione. Si consiglia però di eliminare i rametti che crescono alla base facendoli assumere una forma ad alberello (a Y). In questo modo la pianta si alleggerisce e concentrerà le sue energie sui rami apicali per la crescita dei frutti.
Come coltivare il peperoncino in vaso
I peperoncini possono essere anche coltivati in vaso: una volta germinata, quando la piantina avrà raggiunto i dieci centimetri di altezza sarà possibile trasferirla, invece che in piena terra, anche in un vaso più grande. Per gli esemplari più grandi che arrivano a circa mezzo metro di altezza è sufficiente un vaso di trenta centimetri di diametro. Per facilitare il drenaggio ed evitare ristagni idrici occorre porre sul fondo del vaso ghiaia o argilla. La piantina dovrebbe essere inserita nel vaso facendo attenzione a non danneggiare le radici. Naturalmente lo stesso procedimento può essere seguito acquistando già le piantine sviluppate.
Principali avversità e malattie
I principali problemi che possono incorrere nella coltivazione del peperoncino sono l’attacco di funghi e parassiti animali, come il ragnetto rosso e gli afidi. Il fungo più pericoloso è il Phytophthora capsici, il cui attacco può essere devastante al punto di compromettere la crescita della pianta e provocare la putrefazione dei frutti.