La civetta (Athene noctua) è un uccello rapace notturno appartenente all’ordine degli Strigiformi e alla famiglia degli Strigidi, la stessa a cui appartengono anche l’allocco e l’assiolo, uccello che alla civetta è molto simile. Pur essendo un uccello prevalentemente notturno, la civetta può essere attiva anche nelle tarde ore pomeridiane e nelle prime ore del mattino; rimane comunque sempre molto vigile. È un animale longevo, in libertà la civetta può arrivare a vivere circa 16 anni.
Se ne conoscono diverse sottospecie, per la precisione ne sono state codificate 19:
- Athene noctua bactriana
- Athene noctua cantabriensis
- Athene noctua daciae
- Athene noctua glaux
- Athene noctua grueni
- Athene noctua impasta
- Athene noctua indigena
- Athene noctua lilith
- Athene noctua ludlowi
- Athene noctua noctua
- Athene noctua orientalis
- Athene noctua plumipes
- Athene noctua saharae
- Athene noctua salentina
- Athene noctua sarda
- Athene noctua solitudinis
- Athene noctua somaliensis
- Athene noctua spilogastra
- Athene noctua vidalii.
La civetta è un uccello dalle dimensioni relativamente piccole; è lunga infatti circa 23 cm e ha un’apertura alare che può raggiungere quasi 60 cm; le ali sono brevi e arrotondate; il peso oscilla dai 100 ai 200 g circa.
Ha un corpo abbastanza tozzo; la testa è larga ed appiattita; gli occhi sono di colore giallo, grandi e cerchiati di nero. Le zampe, piuttosto lunghe, sono parzialmente rivestite di peluria.
La colorazione del piumaggio è grigio-bruna con macchie di bianco nella parte superiore; la parte inferiore invece è prevalentemente bianca con screziature brunastre. Il becco può essere giallo-grigiastro o verde-oliva; ha la forma ricurva ed è piuttosto robusto.
La civetta ha una voce piuttosto caratteristica caratterizzata da un repertorio vocale piuttosto ampio; i suoni emessi variano sia da individuo a individuo che da situazione a situazione. L’emissione dei suoni è particolarmente accentuata nel periodo della riproduzione.
Cliccate qui per ascoltare il canto della civetta.
L’apparato uditivo è particolarmente sviluppato, conformato per l’attività di caccia. La civetta è anche dotata di un’ottima vista, molto acuta anche durante le ore notturne. Il campo visivo è di 110°.
La civetta è un uccello piuttosto comune e lo si può trovare in tutte le zone caratterizzate da un clima caldo-temperato dell’Europa, dell’Africa del Nord e dell’Asia.
Nel nostro Paese la civetta è il rapace notturno più diffuso e lo si può trovare praticamente dappertutto, eccezion fatta per le zone alpine; tende infatti ad evitare le zone che si trovano oltre i 1.000 m di altitudine perché le condizioni climatiche ne condizionerebbero eccessivamente il reperimento del cibo.
L’habitat naturale originale della civetta erano le zone desertiche (sia rocciose che sabbiose), le falesie e le steppe, ma l’antropizzazione ha ridotto progressivamente questi spazi e la civetta si è adattata a vivere in zone pianeggianti, collinari e premontane; la si può incontrare negli edifici urbani e in quelli rurali, nei vecchi ruderi come nelle intercapedini dei fabbricati industriali.
La civetta nidifica nel corso dei mesi primaverili; dopo l’accoppiamento, la femmina deporrà da due a sette uova a distanza di un giorno l’una dall’altra; le uova verranno covate per poco meno di un mese; in questo periodo viene aiutata dal maschio nelle operazioni di caccia. Una volta nati, i pulcini verranno imbeccati soltanto dalla madre per un periodo di circa tre settimane; saranno abili al volo dopo circa 35 giorni e diventeranno completamente indipendenti dopo circa due o tre mesi di vita.
La civetta è un uccello carnivoro; la dieta è costituita da piccoli mammiferi (in particolar modo roditori), uccelli, rettili, ma soprattutto da coleotteri e cavallette; le prede vengono catturate a terra. Come tutti gli uccelli appartenenti alla famiglia degli Strigidi, anche la civetta è in grado di ingoiare prede intere; in seguito rigurgita le parti non digeribili sotto forma piccole palline dette borre.
La civetta è un uccello di una certa utilità per l’agricoltura in quanto, nutrendosi di piccoli mammiferi e insetti contiene il numero di questi animali che rappresentano un potenziale pericolo per le colture.
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