Il betametasone (più precisamente betametasone fosfato disodico) è un principio attivo che appartiene alla classe dei corticosteroidi (farmaci antinfiammatori steroidei). Nel nostro Paese viene commercializzato da diverse case farmaceutiche con vari nomi commerciali il più noto dei quali è Bentelan.
Indicazioni principali
Le terapie corticosteroidee (e quindi anche la terapia con Bentelan) trovano indicazione in una vasta gamma di patologie; fra queste si possono principalmente ricordare le seguenti:
- asma bronchiale
- allergopatie di grave entità
- artrite reumatoide
- collagenopatie
- dermatosi infiammatorie
- neoplasie, specialmente quelle a carico del tessuto linfatico (emolinfopatie maligne acute e croniche, linfoma di Hodgkin).
Altre indicazioni del betametasone fosfato disodico sono: sindrome nefrosica, colite ulcerosa, malattia di Crohn, pemfigo, sarcoidosi (in particolar modo quella ipercalcemica), cardite reumatica, spondilite anchilosante e diverse emopatie discrasiche (quali certi casi di anemia emolitica, agranulocitosi e porpora trombocitopenica).
Modalità di utilizzo
Il betametasone fosfato disodico (Bentelan) è disponibile sotto forma di compresse effervescenti (0,5 mg-1 mg).
I dosaggi dei corticosteroidi, betametasone compreso, devono essere formulati dal medico curante dopo un’attenta valutazione dello stato generale del paziente e del suo quadro clinico.
In linea generale, i dosaggi consigliati sono i seguenti.
Adulti: terapie di breve durata – 4-6 compresse al giorno di betametasone (Bentelan) 0,5 mg compresse effervescenti o 2-3 compresse al giorno di betametasone (Bentelan) 1 mg compresse effervescenti (pari a 2-3 mg), riducendo gradualmente tale dose in base all’evoluzione clinica.
Adulti: terapie di lunga durata – Nel trattamento di forme morbose croniche o subacute (collagenopatie, anemie emolitiche, asma bronchiale cronico, sindrome nefrosica, colite ulcerosa, pemfigo), dopo una terapia d’attacco in genere di 6-8 compresse al giorno di betametasone (Bentelan) 0,5 mg compresse effervescenti o 2-3 compresse al giorno di betametasone (Bentelan)1 mg compresse effervescenti (pari a 3-4 mg) si deve ridurre la posologia in modo graduale fino alla dose di mantenimento minima capace di tenere sotto controllo la sintomatologia.
La dose di mantenimento oscilla nell’adulto di peso medio fra 1-2 compresse al giorno.
Soggetti in età pediatrica – I soggetti in età pediatrica tollerano generalmente dosi proporzionalmente superiori a quelle stabilite per gli adulti; si consigliano solitamente 0,1-0,2 mg/kg di peso corporeo al giorno.
Le compresse di Bentelan sono divisibili a metà per rendere più semplice l’aggiustamento del dosaggio; la solubilità in acqua permette una pratica e comoda somministrazione del farmaco.
Aerosolterapia: 0,5-1 mg sciolti al momento dell’uso in 1-2 ml di acqua.
Avvertenze e controindicazioni
Il betametasone fosfato disodico (Bentelan) deve essere usato sotto controllo medico.
I corticosteroidi, betametasone (Bentelan) compreso, possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro utilizzo potrebbero verificarsi infezioni intercorrenti a causa della riduzione delle difese immunitarie. In questi casi si deve sempre valutare l’opportunità di istituire un’adeguata terapia antibiotica.
I soggetti trattati con dosaggi immunosoppressivi di corticosteroidi devono evitare l’esposizione a varicella e morbillo e, se esposti, devono consultare quanto prima il proprio medico. Ciò è di particolare importanza nella popolazione pediatrica.
L’uso nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il farmaco va usato con appropriata terapia antitubercolare.
Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare una riattivazione della malattia. Nella terapia prolungata questi soggetti devono ricevere una chemioprofilassi.
Dal momento che la secrezione mineralcorticoide può essere compromessa, si dovrebbero somministrare in concomitanza cloruro sodico e/o mineralcorticoide.
A causa della possibilità di una ritenzione di liquidi, si deve porre una notevole cautela nella somministrazione di betametasone (Bentelan) a pazienti con insufficienza cardiaca congestizia.
In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, è opportuno adeguare l’apporto di sodio e di potassio.
Tutti i glicocorticoidi aumentano l’escrezione di calcio.
Nei pazienti in trattamento con glicocorticoidi, sottoposti a particolari stress, è indispensabile un adattamento della dose in rapporto alla entità della condizione stressante.
Durante la terapia con betametasone (Bentelan) possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario tipo (euforia, insonnia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi).
Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dall’assunzione di betametasone (Bentelan).
I bambini e gli adolescenti sottoposti a trattamenti prolungati con Bentelan devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.
Il trattamento dovrebbe essere limitato alle dosi minime e al periodo di tempo più breve possibile. Al fine di ridurre al minimo la soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e i ritardi della crescita dovrebbe essere valutata la possibilità di effettuare una somministrazione singola a giorni alterni.
I bambini sono particolarmente a rischio di aumento della pressione intracranica.
Nei pazienti anziani la terapia, in particolare se prolungata, deve essere pianificata tenendo presente la maggiore incidenza di effetti collaterali quali osteoporosi, peggioramento del diabete mellito, dell’ipertensione, maggiore suscettibilità alle infezioni, assottigliamento cutaneo.
La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima in grado di controllare la sintomatologia; una riduzione del dosaggio deve essere sempre fatta in modo graduale durante un periodo di alcune settimane o mesi in rapporto alla dose precedentemente assunta e alla durata della tera pia.
Il betametasone (Bentelan) deve essere somministrato con cautela nei seguenti casi perché può indurre un peggioramento: epilessia, diabete mellito, glaucoma, colite ulcerosa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, ulcera peptica attiva o latente, insufficienza renale, pressione alta (in pazienti predisposti a causa di variazioni del bilancio elettrolitico), osteoporosi, miastenia grave.
La stessa attenzione deve essere posta nei casi di precedente miopatia indotta da steroidi.
Nei pazienti con insufficienza epatica, i livelli ematici dei corticosteroidi possono essere aumentati, così come avviene con gli altri farmaci che vengono metabolizzati nel fegato.
Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai glicocorticoidi può essere aumentata. Si consiglia cautela nei pazienti con herpes simplex oculare, perché è possibile una perforazione corneale.
Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia prudenza nell’associare l’acido acetilsalicilico ai corticosteroidi.
Si possono presentare effetti sistemici con i corticosteroidi inalatori, in particolare quando prescritti ad alte dosi per periodi prolungati. Tali effetti si verificano con meno probabilità rispetto al trattamento con corticosteroidi orali. I possibili effetti sistemici includono la sindrome di Cushing, aspetto Cushingoide, soppressione surrenalica, ritardo della crescita in bambini e adolescenti, riduzione della densità minerale ossea, cataratta, glaucoma e, più raramente una serie di effetti psicologici o comportamentali che includono iperattività psicomotoria, disturbi del sonno, ansietà, depressione o aggressività (particolarmente nei bambini). È importante, quindi che la dose di betametasone (Bentelan) per inalazione sia la più bassa dose possibile con cui viene mantenuto il controllo effettivo dell’asma.
Attualmente i dati relativi all’utilizzo di betametasone (Bentelan) in gravidanza sono contradditori, viste le potenziali alterazioni del quadro ormonale correlate all’assunzione di questo principio attivo.
Di conseguenza la somministrazione di Bentelan nelle donne in stato interessante o che allattano dovrebbe essere effettuata solamente in caso di reale necessità e sotto stretta supervisione medica.
Sospensione della terapia corticosteroidea – L’insufficienza surrenalica secondaria indotta da glucocorticoidi può essere minimizzata da una riduzione graduale della dose. Nel sospendere la terapia con corticosteroidi, l’ampiezza e la velocità di diminuzione dei dosaggi dovrebbero essere determinate caso per caso tenendo conto della condizione di base che viene trattata e dei fattori individuali del paziente, come la probabilità di recidiva e la durata del trattamento con corticosteroidi. Questo tipo di insufficienza relativa può durare fino a un anno dopo l’interruzione della terapia. Pertanto, in caso di qualsiasi condizione di stress durante questo periodo, la terapia ormonale deve essere ripresa.
Betametasone e attività sportiva – L’uso di Bentelan senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test antidoping.
Per quanto concerne le controindicazioni, il betametasone (Bentelan) è controindicato in caso di:
- ipersensibilità al principio attivo, ai corticosteroidi o a uno qualsiasi degli eccipienti presenti nel farmaco;
- infezioni sistemiche, qualora non venga attuata specifica terapia antiinfettiva.
- immunizzazione con virus attenuati.
Interazioni del betametasone (Bentelan) con altre sostanze
Il betametasone (Bentelan) può interagire con varie sostanze.
Il farmaco può ridurre gli effetti delle anticolinesterasi nella miastenia grave, dei mezzi di contrasto radiografici nella colecistografia, dei salicilati e dei FANS.
L’utilizzo concomitante di corticosteroidi con diuretici che inducono deplezione di potassio (come i tiazidici e la furosemide) può essere causa di un’eccessiva perdita di potassio.
Vi è anche un aumento del rischio di ipopotassiemia con l’utilizzo concomitante di corticosteroidi e amfotericina o xantine (teofillina).
Il betametasone (Bentelan) può anche ridurre gli effetti dei salicilati, dei farmaci antidiabetici e dell’insulina. Ci può essere un’aumentata incidenza di emorragie gastrointestinali e di ulcere se il Bentelan somministrato con FANS.
L’uso concomitante di betametasone (Bentelan) e di ciclosporina aumenta la concentrazione plasmatica di entrambi i farmaci.
L’effetto degli steroidi può essere aumentato dall’uso concomitante di ritonavir e ketoconazolo.
Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia prudenza nell’associare l’acido acetilsalicilico al betametasone (Bentelan).
L’effetto del betametasone (Bentelan) può essere ridotto da fenitoina, fenobarbitone, efedrina e rifampicina.
Può rendersi necessaria una modifica, usualmente in diminuzione, del dosaggio degli anticoagulanti somministrati in concomitanza.
Effetti avversi del betametasone (Bentelan)
Durante la terapia a lungo termine con il betametasone (Bentelan) possono verificarsi disturbi vari e diffusi ai livelli:
- cardiovascolare (comparsa di edemi, ipertensione arteriosa e scompenso cardiaco);
- centrale (cefalea, vertigini, ansia, euforia, insonnia, alterazioni della personalità e sindromi depressive);
- dermatologico (acne, rash cutanei, orticaria, ipertricosi, dermatite ecc.);
- endocrino (amenorrea, insufficienza adrenocorticale, disturbi nella crescita e alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi);
- gastrointestinale (vomito, diarrea, ulcera, costipazione e dolori addominali);
- muscolare e scheletrico (artropatia, osteoporosi, fragilità ossea, mialgia, ipotrofia e danni tendinei e articolari);
- oculare (cataratta e ipertensione oculare);
- nutrizionale-metabolico (incremento significativo delle concentrazioni glicemiche a fronte di una negativizzazione del bilancio azotato).
Per ulteriori approfondimenti: Banca Dati AIFA.
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