Anni fa lo sviluppo della Rete era visto come un segno di grande libertà e di democrazia, un mezzo per far circolare notizie senza che fossero sottoposte al vaglio di interessi politici o economici.
Come tutte le cose che non interessano ai potenti, la Rete ha potuto svilupparsi senza grandi censure e/o problemi. Negli ultimi anni le cose sono però pesantemente cambiate: quei potenti che prima se ne disinteressavano, vista la possibilità della Rete di far saltare equilibri politici ed economici, sono corsi ai ripari. Occorreva regolamentare.
Il 2018 è stato l’anno dell’autorevolezza: Google, il più potente motore di ricerca (in Italia controlla almeno il 90% del traffico di ricerca), ha deciso che i suoi algoritmi non davano abbastanza garanzie ed è ricorso al vecchio e semplice giudizio umano. È stato facilissimo ed economico: non si trattava (come pensano gli ingenui) di un grandissimo lavoro di catalogazione di tutti i siti esistenti; per le varie categorie (sport, finanza, shopping ecc., al massimo un centinaio) è bastato valutare chi c’era nei primi 100-200 posti delle ricerche e dare un voto di autorevolezza ai siti. Una vera rivoluzione che ha fatto scomparire molti siti storici. Noi abbiamo perso circa il 60% del traffico (e resistiamo solo per gli affezionati che ci leggono) perché un ingegnere che parla di salute che vuoi che ne sappia, è meglio rimpiazzarlo con articoli della Fondazione Veronesi o di qualche prestigioso ospedale con articoli scritti magari da giornalisti che non sanno nemmeno lontanamente quello di cui stanno parlando. A moltissimi altri è andata anche peggio: la Mondadori aveva acquistato due siti, my-personaltrainer e farmacoecura, con grandi investimenti, anche in risorse umane. Il primo: traffico dimezzato, il secondo è praticamente scomparso!
Per convenienza potrei censurare l’operazione di Google, ma devo ammettere che al posto del colosso americano avrei fatto anch’io lo stesso. Meglio un articolo della Fondazione Veronesi mal scritto da un giornalista, che magari ha recepito in modo non corretto le informazioni che gli sono state passate, che tanti articoli di disinformazione che spesso rasentano il ridicolo.
La Rete bugiarda
Ora però Google deve completare l’opera. Sì, perché gli amanti delle fake news, abbandonato il motore tradizionale, sono passati su YouTube che ormai è diventato YouFake (Sei falso). Nel carosello di Sky (che presto sarà sospeso perché Sky inspiegabilmente non ci paga la pubblicità) di questa settimana (lo vedete solo su desktop, non sui cellulari per evitare un’eccessiva invasività) ci sono alcuni video dell’inchiesta Sky sul dominio dei complottisti su YouTube.
Come è possibile che questi video abbiano così tante visualizzazioni? La gente è stupida? Pare proprio che la gente non sappia ragionare. Vi riassumo l’inchiesta.
- 24 milioni di persone ogni mese cercano informazioni su YouTube.
- Su una vicenda tragica come il crollo del ponte Morandi, la maggior parte dei video narra la storia di complotti, di abbattimenti volontari (il ponte sarebbe stato minato) ecc.
- Anche i video consigliati (quelli che partono in automatico dopo la chiusura del video che stiamo vedendo) vanno nella stessa direzione.
- La situazione si aggrava quando si parla di salute. I video consigliati che parlano di vaccini sono nella stragrande maggioranza favorevoli ai novax, mentre non c’è traccia di quello del Ministero della Salute. Le testimonianze sono di personaggi novax che continuano a scambiare correlazioni per cause, un erroraccio logico che anche il mio cane ormai sa evitare.
- Un altro caso è quello dei tumori. Vengono consigliati e promossi video che riguardano persone che hanno sconfitto il cancro con terapie improbabili (del resto, un tumore su 10.000 guarisce spontaneamente, per cui, se io nel frattempo faccio una dieta di babà al rhum, una volta avvenuta la “miracolosa” guarigione posso postare un video con cui proclamo di aver sconfitto il cancro con i babà). C’è anche quella del digiuno seguita da un mio conoscente runner, vegano convinto, che, colpito da tumore all’intestino (guaribile almeno al 50% con le terapie tradizionali), è ricorso al digiuno, con esito purtroppo infausto.
- Poi c’è il filone dei video dei complottisti. A prescindere dall’argomento, c’è sempre dietro un complotto, una macchinazione (la Terra è piatta, lo sbarco sula Luna è un falso ecc.).
Insomma, sovraesposizione di argomentazioni a scientificità nulla.
Ora si attende che Google, per coerenza, intervenga. Purtroppo, dovrà farlo in modo umano, semplicemente basandosi sull’autorevolezza delle fonti, fonti che non sempre sono vergini da contaminazioni di parte. Alla fine, un compromesso dove la verità resta una nebulosa lontana.
La Rete diventerà come la televisione, mezzo dove gran parte delle pubblicità sono basate sull’esagerazione e risultano improbabili a un osservatore razionale. Che la curcuma possa lenire problemi articolari e/o ortopedici è veramente ottimistico, eppure ieri sera su Rai 1 è passato uno spot da diverse decine di migliaia di euro, segno che c’è gente che ci crede e l’acquista (“tanto male non fa” è l’assurdo ragionamento).
Quasi vent’anni fa, questo sito esordiva in Rete e una delle prime pagine fu quella degli Oscar (erano i tempi in cui andava di moda Vanna Marchi, capro espiatorio di tutti quelli che vendono promesse impossibili). Da allora ben poco è cambiato, inutile girarci intorno: la gente non sa ragionare. Del resto, qual è la promessa impossibile più grande a cui milioni di persone credono senza spirito critico (fai il test) spesso solo per paura del dolore e/o della morte? La religione (per approfondire: Il paradiso non esiste; Il paradosso di Buechner).