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Top People: le mail e i commenti

Top People: la teoria.


COMMENTI E MAIL

Leggi Don’t let the sun go down on me…

Prevenire è meglio che curare

piccolo BuddhaAvrei due osservazioni.

1) Ho letto di Matthieu Ricard, monaco buddhista parigino la cui felicità è stata indagata da ricercatori del Wisconsin (gli studi comprendevano anche il monitoraggio dell’attività della corteccia pre-frontale). Quei dati -che peraltro non ho potuto leggere integralmente- non contraddicono la tua tesi secondo cui la meditazione orientale porterebbe solo alla serenità e non alla gioia, perché il monaco potrebbe essere felice di suo e non a causa del buddhismo. Tuttavia i libri che scrive mostrano che almeno lui attribuisce a quella causa la sua felicità. Del resto anche tu potresti essere felice per cause indipendenti dal Neocinismo e attribuire erroneamente ad alcune tue scelte lo stato di gioia in cui ti trovi. Questo per dire cosa? Per suggerire un’idea di cui non sono sicuro ma che mi sembra plausibile. Il Neocinismo trascura l’importanza di quello che gli psichiatri hanno chiamato “inconscio” nella determinazione dello stato mentale di gioia. L’inconscio comprende vissuti, emozioni e simboli di cui non siamo consapevoli ma che influenzano il nostro benessere. I bellissimi casi clinici di M. Erickson dimostrano che l’uomo non è solo influenzato dal proprio inconscio ma può influenzarlo attivamente in modo positivo. Alcuni tipi di preghiera, di meditazione, di training autogeno e di ipnosi potrebbero influire quindi sullo stato dell’umore in modo permanente.  La tua psicologia, con la definizione delle personalità elementari, ha un forte valore descrittivo, ma ha veramente un valore terapeutico? A un paziente non basta dire: “non devi avere paure irrazionali”. Lo sa anche lui che sono irrazionali e dannose. E può non bastare la semplice volontà di guarire. Conclusione: per curare come tu vorresti la psicologia dei soggetti che rientrano nella normalità psichiatrica pur non essendo del tutto equilibrati il Neocinismo potrebbe essere molto carente . Perché non “parla all’inconscio”.

2) Perché non fondare una vera scienza multidisciplinare della Gioia, in collaborazione con neuroscienziati, psicologi ed esperti di meditazione? Non si avrebbero dati più importanti di quelli da te raccolti? Dati che sono per lo meno inficiati da una considerazione: le tue statistiche si riferiscono a un campione che potrebbe non essere rappresentativo: chi mi dice che coloro che leggono il sito rappresentino correttamente la popolazione? Chi mi assicura che chi si dice migliorato grazie al sito sia stato veramente migliorato dal sito? Anche gli iridologi, i maghi e gli esperti di omeopatia possono contare su gruppi di persone che affermano: “Mi hai migliorato la vita”! Come controllare che i “guariti” dal Well-being siano veramente migliorati grazie a esso? La tua scienza della felicità è ancora troppo fondata sulla tua personale esperienza, e così è difficile distinguerla scientificamente da una qualsiasi altra filosofia di vita. La considerazione che ho per il tuo lavoro mi fa auspicare una svolta che renda più tangibili al mondo scientifico i tuoi risultati sul benessere della popolazione. D. C.

Chi parla di strategie per la felicità può farlo in tre modi:

  • la strategia è condizione necessaria (del tipo: se NON fai così NON sarai felice);
  • la strategia è condizione sufficiente (per essere felici basta fare così);
  • la strategia è condizione facilitante (se fai così hai molte probabilità di essere felice).

Non so in che caso ricada il monaco buddhista, ma non capisco il voler a tutti i costi attribuire a me o a lui una ricetta necessaria o sufficiente per la felicità. Non so se tu abbia letto o meno i miei testi (per esempio La felicità è possibile troppa gente esprime giudizi sul Neocinismo solo dopo aver letto sommariamente articoli qua e là nel sito, senza l’ordine di continuità di un libro), ma se lo hai fatto dovrebbe esserti chiaro che:

  1. io non ho descritto le mie scelte, ma ho descritto come, osservando la popolazione, ho fatto delle scelte che mi hanno portato a essere felice. C’è una grossa differenza. Perché non sono le “mie” scelte, ma sono quelle di un insieme della popolazione.
  2. Il Neocinismo è una condizione facilitante la felicità, una condizione che aumenta di molto le probabilità di essere felici (chi non sa ragionare in termini di probabilità può trovarsi un po’ a disagio, preferendo ragionare in una logica a due valori, sì o no, ma non è così). Personalmente non credo a chi mi vuole propinare strategie necessarie e/o sufficienti (è banale dimostrare che non lo sono mai!), tant’è che ho sempre sostenuto che il Neocinismo è una via, ma non certo l’unica possibile.

psicoanalisiIo sono una persona semplice e quando sento parlare di inconscio, permettimi, sorrido. Forse che gli psichiatri con i loro esperimenti sono riusciti a risolvere i problemi quotidiani che hanno le persone? Un caso clinico, da Freud a Erickson, è, come dice il nome, un caso di una persona che è in qualche modo patologica. Sarebbe come se volessi studiare la sessualità di tutti noi citando casi clinici di serial killer. La realtà è molto più semplice di quella dipinta nei casi clinici. Ho già spiegato questa mia posizione nella critica ai casi clinici citati nelle sue opere (peraltro notevoli) da D. Servan-Schreiber, si veda l’articolo Guarire.

Prova a spiegare al comune mortale che è stato licenziato, la cui moglie se ne è andata con il suo più grande amico, la cui figlia è perennemente drogata, il cui figlio è dentro per rapina e il cui cane ha appena sbranato un bambino che passava per strada, come possa influenzare positivamente il suo stato dell’umore con la meditazione, la preghiera o il training autogeno. Sono certo, scusa l’ironia, che alla fine concorderà con te e se ne andrà gridando “sono l’uomo più felice del mondo”. A me questi stratagemmi sembrano più farmaci che strategie di vita. Ma allora tanto vale che vada pure lui a drogarsi con la figlia.

Una vera strategia esistenziale deve PREVENIRE i problemi, non soltanto cercare di non sentirli. Se hai letto i miei libri e non hai colto questo fondamentale concetto, ho fallito la mia opera!

>Perché non fondare una vera scienza multidisciplinare della Gioia, in collaborazione con neuroscienziati, psicologi ed esperti di meditazione?

Per quanto ti ho detto al punto 2. A me non interessa comparire in prestigiose riviste, né vincere il Nobel per la medicina. Ma soprattutto non mi interessa fare teoria puramente speculativa. Inoltre, probabilmente, buon parte di questi psicologi o esperti di meditazione non li riterrei, secondo i miei canoni, idonei a vivere alla grande, come intendo io.

Sul campione non rappresentativo, nel sito sono pubblicati i risultati sul Gioco della vita e sui test. Ma, francamente, un caso clinico ti sembra un campione rappresentativo?

>chi mi dice che coloro che leggono il sito rappresentino correttamente la popolazione?

Qui trascuri il banale concetto che chi legge il sito è una percentuale irrisoria di chi ha eseguito il Gioco della vita entrando dai motori di ricerca. Abbiamo superato quota 150.000 per quanto riguarda chi ha provato il Gioco della vita. Al massimo un 10% sono nostri visitatori abituali, quindi la loro influenza sui dati generali è veramente piccola. La tua obiezione andrebbe meglio posta così: chi mi dice che coloro che navigano in Internet rappresentino correttamente la popolazione?

Questo è vero, ma la risposta è facile. Rappresenteranno sicuramente la popolazione di domani.

Alla tua ultima obiezione ripeto che non è basata sulla mia personale esperienza, ma su quella di un folto gruppo di persone che si dice felice e che ha certe caratteristiche che io ho imparato ad avere negli anni. In ogni caso parlare di scientificità per teorie psicologiche è veramente superbo; al più si può parlare di ricerche e la ricerca non è scienza. Io presento dei dati, come del resto altri. Penso che nessuno possa dire che siano “scientifici”, come accade in altri campi. Non so se giochi a scacchi; da poco ho aperto la sezione Scacchi. Ho scritto un articolo sulle regole scacchistiche. Le regole negli scacchi sono la continua ricerca di qualcosa che consenta al giocatore di orientarsi sulla scacchiera. Molte sono consolidate, altre no, ma nessuna è scientifica (pensa, in un gioco così “matematico” come gli scacchi!) tant’è che esiste anche un filone (al quale io non appartengo) che ritiene che “l’unica regola è che non ci sono regole” (Suba). Sarebbe superbo pretendere di affermare regole scientifiche, ma è da ricercatori proporle.

Concludo con un aneddoto. Da ragazzo, andai con un gruppo di amici in vacanza nel parco nazionale d’Abruzzo. Uno di loro programmò una sera all’ippodromo di Scanno (non so se esista ancora). Io accettai, ma posi come condizione che facessimo una e una sola puntata, collettiva, dopo esserci consultati. La proposta sollevò un incredibile interesse, tanto che “scientificamente” alcuni comprarono i giornali di ippica, altri, arrivati all’ippodromo, si piazzarono vicino ai botteghini e un po’ spavaldamente chiesero a chi sembrava esperto che metodi usasse per azzeccare il cavallo. Ce ne propinarono di notevoli, altre indicazioni utili arrivarono dai giornali, insomma eravamo “scientificamente” certi che nella sesta corsa Fulmine (i dati sono inventati perché li ho rimossi!) avrebbe vinto.

Quando arrivò la sesta corsa, andammo allo steccato, pronti a incitare Fulmine. Accanto a noi, un uomo di mezza età, dall’apparenza trasandata, con una dentatura segnata dal tempo e un’aria stanca. Quando sentì che avevamo puntato su Fulmine, sorrise. Uno di noi non si trattenne dal chiedergli il perché. “Fulmine? Stamattina aveva la diarrea”. Fulmine arrivò ultimo, dopo che la diarrea aveva sconfitto la scienza.

Chuck Norris può ricostruire un uovo sbattuto

Chuck NorrisPassiamo nell’immaginario. Esiste un personaggio che in qualche modo può essere definito top? Il recente interesse in Internet per le battute su Chuck Norris, l’interprete dell’inossidabile serie Walker Texas Ranger risponde facilmente alla domanda. Il ranger Walker è persona equilibrata, che usa una forza calma, ragionevole, ma incline a una profonda spiritualità, senza le caratteristiche del giustiziere, anzi con la “civile” posizione che non ci sia giustizia senza legge. Dà un’importanza notevole al benessere fisico, allo sport e alla forma generale della persona.

Sono convinto che il successo della serie dipenda proprio dalle caratteristiche top della personaggio, una specie di riferimento per tutti coloro che top vorrebbero esserlo anche se magari non ci provano nemmeno a diventarlo. Si vede il film perché, nonostante tutto, si sente dentro che un po’ si vorrebbe assomigliare al personaggio.

Vediamo alcune battute (Chuck Norris facts) che girano in rete.

  • Chuck Norris può volare. Questo perché la forza di gravità non ha il coraggio di dirgli che non può.
  • Chuck Norris non porta l’orologio. Decide lui che ora è.
  • La luce impiega circa 8 minuti per compiere il tragitto Sole-Terra. Anche Chuck Norris, ma si ferma all’autogrill a mangiare.
  • Neil Armstrong, appena arrivato sulla Luna, ha trovato un post-it con scritto “Chuck Norris è stato qui”.
  • I rubinetti in casa di Chuck Norris non perdono, vincono.
  • Chuck Norris dorme con un cuscino sotto alla pistola.
  • Chuck Norris è talmente intelligente che non ha un quoziente intellettivo, ne ha due.

Top conviene…

Uno dei motivi per cui essere top conviene è l’immutata probabilità nella vecchiaia di usufruire del massimo che la medicina può offrire. Oggi moltissime persone che superano i sessant’anni non possono essere operate o non possono ricevere cure farmacologiche perché non in grado di sopportare operazioni e/o farmaci per le pessime condizioni di salute, conseguenza di un pessimo stile di vita.

Non è il caso di un’anziana di 109 anni, operata al femore fratturato dal dott. A. Toni (Istituto Ortopedico Rizzoli, inaugurato proprio 109 anni fa) che ha dichiarato di aver deciso per l’operazione perché “…la signora era in ottime condizioni, lucida e consapevole, e soprattutto determinata a tornare a camminare come prima”.

Top People only?

Trekking mi chiede se il sito è rivolto ai Top People. La risposta è no.

Nessuno nasce top, io ci ho messo anni. Ci sono però persone che vogliono migliorare e altre che si beano della loro condizione ritenendola la migliore possibile, salvo poi lamentarsi “dei soliti problemi”. Ecco la risposta: il sito è per tutti coloro che aspirano a migliorare la propria vita secondo il motto

non è importante essere oggi come si vorrebbe essere, l’importante è essere migliori di come si era ieri.

Un ragazzo di vent’anni in sovrappeso, che si ritiene soddisfatto per aver corso una maratona, si è fermato troppo presto sulla strada del miglioramento.

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