Roberto Saviano è un giornalista, scrittore e saggista italiano; è nato a Napoli il 22 settembre del 1979; è figlio di Luigi e di Miriam Haftar. Dopo aver conseguito la maturità scientifica a Caserta si laurea in filosofia all’università “Federico II” di Napoli.
Inizia la sua carriera giornalistica all’età di 23 anni e scrive per Diario, Il Manifesto, Pulp, il Corriere del Mezzogiorno e Nazione Indiana.
Il grande successo come scrittore arriva nel 2006 grazie alla pubblicazione del libro Gomorra – Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra, un romanzo realistico pubblicato per la collana Strade Blu2 di Mondadori. Il romanzo ha venduto quasi 3 milioni di copie nel nostro Paese e 10 milioni nel mondo ed è stato tradotto in 52 lingue.
Il testo fu portato al cinema con Gomorra di M. Garrone (2008). In seguito alle minacce di morte ricevute per la pubblicazione del libro, Saviano è stato costretto a vivere sotto scorta.
Meno fortunate le sue opere successive, fra le quali La parola contro la camorra (2010), Zerozerozero (2013), La paranza dei bambini (2016). Quest’ultimo romanzo fu portato al cinema nel 2019 da C. Giovannesi, con la sceneggiatura di Saviano; il film nello stesso anno al Festival di Berlino ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
Condusse con F. Fazio nel 2011 il programma Quello che (non ho), in onda su La7, e nel 2012 su Rai Tre, ancora insieme a Fazio, il programma Che tempo che fa del lunedì.
Roberto Saviano: il giudizio del sito
Non entro nel merito del giudizio di Saviano come scrittore (anche se ricordiamo una sterile polemica dove s’incaponì a difendere un suo erroraccio, un qual’è scritto con l’apostrofo), ma solo come opinion leader.
Personalmente non mi piace. Diversi sono stati i suoi scivoloni, dall’aver firmato una lettera di solidarietà per l’ex-terrorista Cesare Battisti (firma poi ritirata, ma il gesto iniziale resta incomprensibile) all’aver inventato presunti collegamenti mafiosi nell’omicidio di Yara Gambirasio, facendo intendere che il padre della ragazza fosse in contatto con individui “sospetti”.
Il motivo per cui il personaggio non mi è gradito è che, se uno vuole combattere la mafia, fa il magistrato o il poliziotto. Se fa il giornalista e vuole dire la sua, dovrebbe non semplicemente raccontare fatti che sanno tutti, ma scoprire qualcosa di nuovo (come Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata per le sue denunce). E, contrariamente a quanto pensa la gente, le denunce di Saviano sono state tutte riprese da fatti già noti (non a caso è stato condannato per plagio per aver ripreso per Gomorra alcuni pezzi scritti da altri giornalisti). Per accusare la mafia ci vuole coraggio, ma spesso è anche un modo per uscire dall’anonimato: metto a repentaglio la mia vita, ma divento famoso (e ricco). Saviano è stato invitato a scrivere di mafia, dal suo mentore Goffredo Fofi che gli fece capire che con altri temi, pur scrivendo bene, non sarebbe andato da nessuna parte. Altri giornalisti hanno seguito il suo esempio: denunciano cose che si sanno già, passano per eroi e la gente applaude.
Proprio il fatto di non aver scoperto nulla, e aver al più lanciato sospetti, ha fatto pensare a molti che la sua scorta fosse ingiustificata (il primo fu nel 2009 il capo della squadra mobile di Napoli, Pisani). Anche il comportamento di Saviano sembra confermare che lui stesso non crede ad attentati alla sua vita. Nel 2008 il regista Pasquale Squitieri criticò Saviano per essersi recato al festival di Cannes “probabilmente per fare un po’ di show” e chiarì che “chi è veramente preso di mira gira con la scorta, certo, ma ha il veto assoluto di prendere aerei e di frequentare luoghi pubblici perché potrebbe rappresentare pericolo per sé e per gli altri”. Pensate veramente che per un killer della mafia sia difficile colpire chi ha una vita così poco riservata? Invece Saviano ha continuato a monetizzare la sua celebrità con comparsate televisive che francamente con la mafia nulla c’entrano, di fatto avvalorando il sospetto che per lui la mafia sia stata una gallina dalle uova d’oro. Avete mai visto un magistrato o un capo della polizia andare in un talk show?