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La discoteca assassina

Scrivere un controcorrente su una tragedia è sempre sgradevole, ma può insegnare molto. So che molti genitori non apprezzeranno, ma a me ne basta uno che rifletta.

Ecco la dichiarazione del marito della moglie morta a Corinaldo.

Non ce la faccio a dire niente. Solo che quattro figli sono rimasti senza la loro mamma e uno di loro prende ancora il latte. Parlerò più avanti per dire quello che è successo là dentro. Non era un concerto ma una discoteca strapiena di gente e piena di alcolici. Il concerto doveva iniziare alle 22 e invece non iniziava. Porti tuo figlio là ed erano tutti ubriachi.

La discoteca assassinaAl giorno d’oggi, già fare quattro figli rende molto più difficoltosa la loro educazione e aumenta il concorso di colpa esistenziale dei genitori su ciò che accade ai figli, per fatalità o no; sì, perché anche le fatalità, se non si possono evitare, si possono rendere meno probabili con un comportamento più maturo e razionale.

Vorrei capire: ma oggi, un genitore pretende di avere la certezza che in una discoteca non giri droga e non si bevano alcolici? Forse vive fuori dal mondo.

A questo punto il genitore ha due possibilità:

  1. Educare il figlio, fra l’altro la strada giusta per farlo diventare un leader, a capire che solo gli immaturi vedono la discoteca come il massimo della vita (per questo vedasi l’articolo sulla discoteca). Quanti ragazzi avrebbero il coraggio di dire agli amici (con i quali condividono scuola, altre attività, come lo sport ecc.): “no, io non vengo, non ho bisogno di andare in discoteca per socializzare o divertirmi; e poi, in discoteca ci vanno solo gli sfigati, i ragazzini che non sono ancora maturi!”?
  2. Accompagnare il minore.

La prima strada è quella che eviterà che il figlio diventi un pecorone, sempre pronto a seguire il gregge (comportamento del gregge), anticamera dei sopravviventi.

Anche la seconda possibilità è accettabile, ma deve essere gestita in modo attivo. La figlia della donna morta aveva 11 anni! Non 15 o 16, ma 11. Il concerto era previsto per le 22, c’era in sala gente ubriaca, addirittura sembra che il divieto di fumare non fosse rispettato ecc. Una buona occasione per andarsene e spiegare alla figlia che quel posto era per persone di serie B. Perché la madre non lo ha fatto? Probabilmente perché non aveva abbastanza ascendente sulla figlia (il tempo nell’educazione dei figli serve anche per creare un vero rapporto dove la figura genitoriale non è messa in discussione e non passa in secondo piano rispetto a quella dell’amico), temeva di deluderla o, peggio, temeva una vera e propria ribellione.

Ah, tra parentesi, c’è anche una terza via. Lasciare che un adolescente vada da solo, sappia gestirsi, magari stare in ansia finché non ritorna ecc. Questa è ovviamente la soluzione più comune con gli adolescenti di oggi, ma è anche quella più inefficiente nei confronti della qualità della vita dei genitori e dei figli.

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