Con l’espressione guerrieri del week-end si indicano gli sportivi che fanno sport solo al sabato e/o alla domenica. Tali sportivi sono stati recentemente oggetto di una ricerca.
Tenersi in forma: e se concentrassimo l’attività fisica solo nel weekend? Ottimo. Scienziati britannici: una o due sessione settimanali di esercizio intenso possono anche bastare per avere benefici.
Sì agli “sportivi del weekend”, l’esercizio fisico fa bene anche solo nel fine settimana. Secondo una ricerca britannica anche soltanto una o due sessioni di allenamento alla settimana sono sufficienti ad allungarci la vita, riducendo di molto il rischio di malattie di ogni genere,
Queste due “perle” di giornalismo sono de La stampa e de la Repubblica. Entrambe fanno riferimento alla ricerca pubblicata su Jama Internal Medicine dell’inglese Loughborough University.
I ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 64.000 adulti inglesi con più di 40 anni, 9.000 dei quali sono deceduti nei 18 anni considerati. Quattro gli schemi di allenamento considerati nella ricerca:
- inattività
- attività fisica insufficiente perché inferiore ai livelli minimi dell’OMS
- attività fisica concentrata in una o due sessioni settimanali con livelli uguali o compatibili con quelli dell’OMS
- attività fisica praticata per 3 o più volte a settimana.
I risultati: chi si allena regolarmente 3 o più volte a settimana abbassa del 35% il rischio di morte prematura rispetto alla popolazione sedentaria, mentre la riduzione è del 30% in chi si allena solo una o due volte.
La partigianeria dei giornalisti è a volte molto evidente. Il dato del 30% che la Repubblica riporta correttamente per chi si allena una o due volte alla settimana, su La Stampa è diventato “chi si allena solo alla domenica!”. Evidentemente il giornalista de La Stampa ha tempo di allenarsi solo alla domenica!
Oltre al fatto che, comunque, un 5% di differenza di mortalità per un periodo di 18 anni è significativo perché si traduce in anni di vita media in più per i più sportivi, prima di svelare i trucchi alla base dei risultati (si tratta di un esempio di seminformazione, dove i dati sono esatti, ma spingono a trarre conclusioni errate da parte del ricevente il messaggio), un breve commento sulla professione di giornalista.
Giornalisti veri e verosimili
Esistono due tipi di giornalisti: quelli che, per esempio, si occupano di politica, di sport, di tecnologia ecc. e quelli che si occupano di cronaca, di salute ecc. Gli insiemi non sono proprio così definiti, ma nel primo insieme troviamo una grande percentuale di giornalisti (veri) che si prendono le loro responsabilità quando raccontano un fatto. Ci aggiungono note personali, lo commentano. Un giornalista sportivo ci dirà per esempio che Higuain ha giocato male, un giornalista politico ironizzerà sull’ultimo scandalo e quello che ci parlerà dell’ultimo modello dell’Audi o della Samsung darà dei voti, esprimerà dei giudizi.
Che fanno invece i giornalisti verosimili (aggettivo volutamente dolce)? Si limitano a riportare fonti di altri o a raccontare asetticamente i fatti, a volte cercando di colorarli meglio per fare un po’ di sensazionalismo (cosa alla quale partecipano spesso anche i redattori). Morale: creatività zero, spirito critico zero. Bocciati.
I trucchi della ricerca
Molti si chiedono come mai molte ricerche vengano pubblicate su testate “scientifiche” serie. Queste testate hanno il problema di tutti i giornali. Da un lato “non possono” rifiutare contributi se arrivano da certe strutture, dall’altro devono riempire il numero.
Nel caso in questione, basta un po’ di buon senso e conoscenze statistiche di base (vedi Migliora la tua intelligenza) per capire i trucchi della ricerca.
Primo trucco – Forse non sarà voluto, ma il periodo di 18 anni è troppo breve. La mortalità delle persone s’impenna velocemente dopo i 60-65 anni. La mortalità precedente è spesso dovuta a malattie (come il cancro) che è ottimistico sperare di prevenire massivamente con lo sport. Se uno corre anche 4 volte alla settimana, ma fuma, il suo rischio tumorale è pressoché invariato. Una ricerca seria poteva concludere qualcosa quando tutti i 64.000 soggetti fossero morti.
Secondo trucco – Sicuramente più grave. Si tratta di un errore di spaziatura categoriale. In breve, a volte i risultati di una statistica si “truccano” scegliendo opportunamente le categorie. Per fare un esempio banale ed eclatante, supponiamo che io divida i giocatori di serie A in quelli di età superiore a 50 anni e in quelli di età inferiore; poiché nel secondo insieme non ne trovo concludo che “in serie A si può giocare fino a 50 anni”. Poiché tutti sanno che la probabilità di trovare giocatori diminuisce drasticamente già sopra i 40 anni, la ricerca appare a tutti assurda, ma che darebbe molte speranze a un 49-enne!
Analogamente, nella nostra ricerca i ricercatori hanno diviso l’insieme dei guerrieri del week-end fra chi segue le indicazioni dell’OMS e chi non le segue. Un trucco geniale, magari involontario, ma geniale. I primi potremmo chiamarli i debosciati della domenica, quelli che 1 o 2 volte alla settimana, nel week-end, corrono al massimo per esempio per 30′. Questi hanno una mortalità praticamente equivalente a quella dei sedentari. Nel secondo gruppo sono finiti quelli che, pur correndo una volta alla settimana, rispettano le indicazioni dell’OMS, cioè 1h15′ alla settimana. Ovvio che se corro solo alla domenica per 1h15′ probabilmente sono giovane e ho un eccellente fisico che mi consente, nonostante un allenamento scadente, di correre così a lungo. Dunque è normale che viva più lungo della media. Capito quindi il trucco: aver diviso in due categorie (debosciati e duri) i guerrieri del week-end, ha mandato i debosciati nell’insieme da condannare.
I giornalisti però diffondono la notizia solo dell’insieme dei duri, attribuendolo a tutti, debosciati e no.
Resta pertanto valida l’indicazione (vedi Low-intensity training) che l’unico modo serio di fare sport è di farlo almeno 3 volte alla settimana a medio-alta intensità.