Il Covid-19 ci ha insegnato una lezione durissima: anche i sistemi sanitari che credevamo essere i più avanzati devono, in realtà, essere potenziati – soprattutto per quanto riguarda la capacità e la flessibilità, che si sono rivelate inadeguate e insufficienti.
Insieme ai reparti di terapia intensiva, anche quelli di riabilitazione hanno accolto milioni di pazienti nell’ultimo anno e mezzo: ed è proprio a queste unità che guarda la tecnologia, con l’obiettivo di innovarle e renderle più efficienti.
Ma non finisce qui: la tecnologia sta abbracciando anche il mondo dell’health fitness e della sport performance: e non solo, come si potrebbe pensare, con app che suggeriscono allenamenti HIIT e con smartwatch e cinture che contano le calorie bruciate e monitorano il battito cardiaco.
Macchinari sempre più intelligenti
Lavorare in centri di prevenzione e miglioramento della performance sportiva oggi non significa solamente conoscere l’anatomia del corpo umano e i principi che regolano il movimento: vuole anche dire avere dimestichezza con strumenti tecnologicamente avanzati e infrastrutture innovative.
La tecnologia sta facendo enormi passi avanti, e lo sta facendo a una velocità incredibile. Sta rivoluzionando il mondo intero: è entrata nelle case, nelle scuole, nelle palestre e anche negli ospedali. Ma non potrà mai sostituire l’empatia del professionista in carne e ossa: ecco perché le figure del personal trainer e del chinesiologo non scompariranno mai, ma avranno studi attrezzati con strumenti all’avanguardia.
Ne è un esempio il centro di rieducazione alla postura Move Different di Torino, che vanta spazi ad hoc per le attività dedicate al movimento, allo stare in forma e alla sport performance. Qui il metodo di approccio al fitness e alla rieducazione è innovativo: la prima valutazione è tecnologica, grazie a macchinari di ultima generazione.
TecnoBody produce TBED, per esempio: un lettino intelligente che migliora l’interazione fra paziente e fisioterapista. Non è, dunque, un classico lettino, ma piuttosto uno strumento di comunicazione che, grazie ai sensori, coglie l’interazione fra l’operatore e la persona sdraiata e invia dati al computer collegato – sul quale è quindi possibile visualizzare istantaneamente l’efficacia del trattamento. Un altro esempio di macchinario intelligente è D-WALL Health: è in grado di personalizzare al 100% la valutazione sportiva degli atleti. Grazie a esso, i personal trainer possono monitorare le performance e i progressi, creare programmi di health fitness su misura e impostare exer-games per allenare l’agilità e l’equilibrio.
La robotica
Le applicazioni della robotica nell’industria del benessere della persona sono tantissime e continuano a crescere. Nell’ambito della riabilitazione, la tecnologia non sostituisce il professionista nelle sue mansioni, ma lo affianca, ottimizzando le prestazioni. Lo stesso vale anche per la robotica, che può supportare con valutazioni numeriche e oggettive, e con misurazioni.
In fisioterapia, poi, la robotica può aiutare l’esperto riducendo il suo carico di attività intensive e ripetitive: ciò gli consente di essere meno affaticato e di poter dedicare più tempo ed energie alle tecniche riabilitative più complesse.
La robotica, insomma, è indubbiamente una nuova frontiera per la fisioterapia, la rieducazione posturale e per la riabilitazione: aiuta a migliorare non solo le diagnosi e le valutazioni, ma anche le terapie.
Anche la realtà virtuale può essere impiegata nella riabilitazione e nella fisioterapia per rendere più efficaci i trattamenti. In che modo? Coinvolgendo i pazienti a 360°. Il fisioterapista può supervisionare una sessione durante la quale la realtà virtuale riproduce ambienti di lavoro adatti, suggerisce esercizi interattivi, imposta obiettivi precisi e dà riscontri cinestetici, visivi e uditivi.
La tecnologia sta ottimizzando e migliorando ambiti dell’industria legata alla salute umana ma, nonostante ciò, non viene meno l’importanza delle competenze dei professionisti (dai fisioterapisti ai fisiatri e ai chinesiologi): ecco perché la robotica rimane un mezzo riabilitativo, senza diventare un fine.