I vari media, in queste ultime due settimane, hanno dato ampio risalto all’app Immuni, l’applicazione che il Governo italiano ha scelto per il contact tracing (espressione inglese che sta per tracciamento dei contatti) dei soggetti che sono risultati positivi all’infezione da Coronavirus (COVID-19). L’app Immuni è stata pensata per facilitare la gestione della “fase 2” dell’emergenza Coronavirus. Ricordiamo che, più estensivamente, con contact tracing ci si riferisce a tutto l’insieme delle operazioni effettuate per
- identificare
- rintracciare
- contattare
tutte quelle persone che potrebbero venute a contatto con un soggetto affetto da Coronavirus (il cosiddetto soggetto indice) con lo scopo di provvedere nel più breve tempo possibile all’isolamento dei nuovi casi per interrompere o comunque ridimensionare la catena dei contagi.
L’app Immuni sarà disponibile per i due più diffusi sistemi operativi per smartphone, vale a dire iOS (sviluppato da Apple per iPhone, iPod touch e iPad) e Android (sistema operativo per dispositivi mobili sviluppato da Google LLC e basato sul kernel Linux).
L’app Immuni è freeware (termine che identifica i software concessi a titolo gratuito) e il download (scaricamento) è su base volontaria; non ci sarà quindi l’obbligo di installare tale applicazione sul proprio smartphone.
La speranza del Governo italiano è quella che l’applicazione sia installata il più diffusamente possibile perché il suo scopo fondamentale è quello di velocizzare e rendere più sicura la ricostruzione dei contatti fra una persona e l’altra; senza ombra di dubbio, si riducono i rischi di imprecisioni nel riportare le interazioni fisiche avute con altre persone, imprecisioni sempre possibili quando “si va a memoria”.
Quando sarà disponibile l’app Immuni?
Non è stata fornita una data precisa relativamente alla possibilità di scaricare l’applicazione; dalle notizie che circolano in questi giorni si parla genericamente del mese di maggio. È plausibile supporre che vi sia una fase di test, magari in alcune specifiche, ma niente è ancora del tutto certo al momento in cui scriviamo; vi sono infatti ancora diverse incognite tecniche (e non solo) da risolvere (il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, comunque, ha spiegato che «verrà avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota per progressivamente estendere la facoltà volontaria, ma speriamo massiccia dei nostri cittadini a sopportare e supportare questo sistema che ci serve a evitare che si possa replicare la drammatica fase precedente»).
Una volta che gli enti preposti daranno il loro nullaosta al rilascio di Immuni, gli utenti dotati di dispositivi mobili potranno scaricare l’applicazione da Google Play Store (nel caso di smartphone con sistema operativo Android) e dall’App Store di Apple (nel caso di smartphone con sistema operativo iOS).
App Immuni – Brevi cenni sul funzionamento
Il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione ha chiarito di aver optato per l’app Immuni in quanto, grazie alla tecnologia Bluetooth, è in grado di far riconoscere agli smartphone i codici identificativi di altri dispositivi in cui sia installata la medesima applicazione e che si trovino nelle vicinanze.
Una volta che l’applicazione sarà installata sullo smartphone non sono, a cose normali, richiesti particolari interventi da parte dell’utente; si dovrà invece intervenire qualora si venisse a conoscenza di essere positivi all’infezione da Coronavirus; il soggetto sarà interrogato dal medico – a sua volta dotato di una sua versione di Immuni, sulla possibilità di sbloccare – sempre su base volontaria, tramite un codice, la lista dei contatti (che, è bene precisarlo, sono anonimizzati) che l’utente ha incrociato così da far giungere loro una notifica sul possibile rischio di contagio.
Al momento attuale non è previsto il ricorso alla tecnologia GPS. È possibile che, nel prosieguo, sia fatta richiesta, dalle autorità preposte, per una tale implementazione.
L’app Immuni avrà anche una funzione “diario”; chi vorrà potrà inserire alcune informazioni come, per esempio i sintomi avvertiti (difficoltà respiratoria, febbre, anosmia ecc.), l’eventuale aggravarsi della sintomatologia ecc.
I dati anagrafici e i contatti in rubrica saranno registrati?
Una domanda che molti si pongono è se l’app Immuni registrerà i vari dati anagrafici dell’utente, il suo numero di telefono e i contatti in rubrica saranno registrati.
La risposta è no; su questo punto le indicazioni da parte del Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono state nette: i dati trattati dall’applicazione devono essere resi sufficientemente anonimi; in sostanza deve essere impedita l’identificazione del soggetto.
Anche i responsabili del progetto hanno dichiarato che Immuni individua i dispositivi mobili ricorrendo a un codice anonimo.
I dati che l’applicazione tratterà saranno, come ha dichiarato il commissario Arcuri, «salvati su server pubblici e italiani nel rispetto delle leggi nazionali e sovranazionali sulla privacy».
La gestione dei dati dovrebbe essere unica, sia per motivi di sicurezza, sia per rendere più efficace e rapida la mappatura.
Su tale gestione comunque le questioni da risolvere sono ancora numerose. Quello che sembra già certo e che i dati raccolti durante il periodo dell’emergenza dovranno poi essere cancellati una volta che questa sarà finalmente terminata.