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Come Google ti insegna a scrivere

17 gennaio 2020 di Roberto Albanesi

Come Google ti insegna a scrivere

L’indagine internazionale dell’OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha bocciato senza mezzi termini la scuola italiana. Il rapporto ci dice che gli studenti italiani di 15 anni hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori a quelle che avevano i loro coetanei dieci anni fa. Per la lettura e le scienze il “voto” italiano è significativamente “inferiore” alla media OCSE.

La cosa buffa è che tutti continuano a bocciare gli studenti mentre da questi dati i veri bocciati sono la scuola e le famiglie. La scuola perché ha perso ogni caratteristica meritocratica (a che serve un esame di maturità dove oltre il 99% degli studenti viene promosso?) anche perché gli insegnanti veramente coscienziosi e capaci di valutare le reali possibilità dello studente sono frenati sia dalle istituzioni (che hanno fatto del buonismo scolastico una bandiera) sia dalle famiglie che insorgono ogni volta che la scuola tenta di far capire loro che hanno partorito un ormai non più raro esemplare di asino a due zampe.

Leggendo il titolo, vi chiederete cosa c’entri Google in tutto questo. Basta andare in Rete e vedere come scrive la gente (soprattutto giovane, vista la piattaforma) nei forum, nelle pagine Facebook e persino sui propri siti. Errori linguistici, errori logici, errori numerici (innumerismo) ecc.

Google non può correggere l’ignorante che continua a scrivere qual’è (si scrive senza apostrofo!) o d’avvero (ovviamente, la grafia corretta è “davvero”); per questo ci sarebbero già i non usati correttori ortografici (ognuno pensa di essere un genio, soprattutto quando vende sui social la sua illuminata visione del mondo), ma i suoi algoritmi diventano sempre più critici nel valutare se lo scrivente lo fa in maniera chiara oppure no. Così la pagina di un sito può essere bocciata anche se le informazioni che riporta sono abbastanza buone. Vediamo di capire il meccanismo che porta a ciò.

Anni fa, chi cercava su Google qualcosa lo faceva in maniera molto spartana (“alzheimer”, se voleva informazioni sul morbo di Alzheimer); poi l’utente si è evoluto e magari cerca qualcosa di più specifico: “alzheimer cause”.

Secondo i guru del Web, negli USA fra uno o due anni il 50% della ricerca sarà vocale e si chiederà: “quali sono le cause dell’Alzheimer?”. In sostanza, Google vuole insegnare a chi scrive a dare risposte alla gente e quindi a esprimersi nel miglior modo possibile, dove migliore si intende comprensibile!

A sorpresa, sono pertanto bocciati certi articoli specialistici che si rivolgono alla gente in modo troppo criptico; per esempio, “l’eziologia dell’Alzheimer” è decisamente peggiore che “le cause dell’Alzheimer”; sono bocciati la prolissità, le informazioni inutili, i tecnicismi (un pezzo del tipo “AI e occupazione” non scalerà mai le classifiche visto che la gente cerca “intelligenza artificiale occupazione”) o voli pindarici che si allontanano da quello che il visitatore vuole in modo veloce e chiaro.

Come sapere se la pagina del proprio blog/sito è scritta bene? Google premia le pagine di cui ha capito immediatamente il contenuto relativamente a un argomento mettendole come snippet, cioè in testa alle altre come risposte alla domanda che probabilmente il visitatore pone. Ovviamente i siti con migliaia di pagine hanno più possibilità di avere posizioni zero, cioè come snippet. Ne consegue immediatamente che il rapporto fra volume del sito e snippet indica l’efficienza con cui sono scritte le pagine di un sito.

Sia il volume sia il numero di pagine snippet possono essere dedotti da strumenti come SeoZoom o Ubersuggest ed è abbastanza facile ricavare un indice di bontà dividendo il volume per il numero di snippet premiati da Google: per esempio 1.000 vuol dire che, suddividendo il volume mensile di ricerche Google per il numero di snippet, si ottiene 1.000.

Un indice di bontà sotto al 1.000 è eccellente, fra 1.000 e 3.000 buono, sopra appena discreto fino all’assolutamente insufficiente.

Per esempio, in Italia moltissimi siti anche molto visitati hanno un indice di bontà scadente; analizzando il settore della qualità della vita (salute, benessere ecc.) si scopre che, fra i siti che superano il milione di visitatori mensili, sono pochi i siti con indice di bontà sotto al valore 1.000: guida la classifica ideegreen.it, seguito da albanesi.it e nostrofiglio.it.

Quindi: se volete usare la Rete per parlare al mondo, prima imparate a scrivere!

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