Lo spunto per questo pezzo viene da un articolo sul Corriere titolato Correre, ecco perché è importante non superare il limite (soprattutto dopo gli anta). In genere il giornalista parte intervistando un medico (che si esprime correttamente), poi, senza avere una chiara conoscenza del problema, parte per la tangente e arricchisce il pezzo con considerazioni sue che sono al fuori della logica della materia che sta trattando.
Dopo la pagina d’introduzione, nella seconda pagina i consigli (di Gianfranco Beltrami, medico dello sport) sono sensati: ascoltare i segnali del corpo ed evitare il sovrallenamento ed evitare che lo sport faccia male:
- aumento della frequenza cardiaca a riposo
- insonnia
- eccessiva perdita di peso in poco tempo (2 o 3 chili in 15 gg)
- problemi immunitari (raffreddore frequenti fino a patologie più gravi come la polmonite)
- astenia
- depressione
- irritabilità
- diminuzione dell’appetito
- calo della libido.
Poi ecco che, interpretando altri dati, ci viene detto che è pericoloso superare il limite soprattutto per i quarantenni e veramente pericoloso per i sessantenni.
Ecco cosa dice il pezzo del Corriere: “secondo uno studio pubblicato da Scienze Advances il limite massimo di consumo energetico di un corpo umano è pari a 2,5 volte il metabolismo basale… Facciamo un esempio: se a riposo consumiamo 1.500 calorie, nell’arco delle 24 ore… non dobbiamo superare le 4mila calorie. Se lo facciamo entriamo nel campo del sovrallenamento”.
Lo studio citato è corretto, ma il giornalista sa cosa vuol dire? Per un runner di 70 kg (se è allenato non può essere certo in sovrappeso) consumare 4.000 calorie vuol dire percorrere circa 55 km al giorno! Se ha per esempio 60 anni e va a 6’/km occorrono circa 9 ore di corsa!
Purtroppo, molti runner non sanno quanto consumano e si spaventeranno solo leggendo il titolo. Per fortuna, poi il pezzo ridà la parola a Beltrami il quale dà la ricetta per evitare il sovrallenamento: “un buon punto di riferimento? Allenarsi dalle 4 alle 7 ore a settimana, in pratica un’ora al giorno. Non oltre”. Questo sia che si abbiano 30 anni o 70.
Anzi, da un punto di vista pratico è molto più facile che il sovrallenamento colpisca chi va forte ed è giovane, proprio perché, per esempio, per un professionista che va a una velocità doppia rispetto a un sessantenne, fare 4,5 ore di allenamento al giorno non è poi così raro, se sogna di vincere le olimpiadi!