Ogni anno il Ministero della Salute pubblica i dati sui risultati dei controlli antidoping effettuati nello sport amatoriale, nell’ambito dell’attività di prevenzione della diffusione del fenomeno del doping, specialmente riguardante la popolazione giovanile; infatti, l’età media degli atleti controllati nel settore amatoriale è stata di circa 25 anni. Il rapporto pubblicato la fine del giugno 2019 riguarda l’attività di controllo effettuata durante tutto il 2018.
Gli sport coinvolti sono parecchi, da quelli di squadra, come pallacanestro, calcio, pallavolo, rugby, a quelli individuali di atletica leggera, ciclismo e pesistica, solo per citarne alcuni. Scorrendo i dati, si scoprono aspetti interessanti: sono state coinvolte 141 manifestazioni sportive, dove i test antidoping sono stati effettuati al termine delle gare. A differenza del settore professionistico, nel 2018 non sono stati previsti controlli al di fuori delle gare (controlli a sorpresa). Sono stati sottoposti a controllo antidoping 594 atleti, dei quali 65,3% uomini e 34,7% donne.
Dal report si legge che il 2,2 % degli atleti è stato trovato positivo alla presenza di sostanze vietate (13 atleti in tutto, quattro donne e nove uomini). I principali agenti trovati sono stati cannabinoidi (33,3%), agenti anabolizzanti (26,7%) e stimolanti (26,7%). La fascia d’età in cui è stato maggiore il rapporto tra il numero di atleti controllati e la percentuale di atleti positivi rilevata è la fascia relativa ad atleti con età maggiore di 44, con quasi il 9% dei casi.
La sostanza vietata più rilevata è stata il THC (33,3%), principio attivo della cannabis, seguito dal tibolone (13.3%) e dall’efedrina, cocaina e metadone (6,7%).
Riportiamo questi dati per amore di cronaca, ma purtroppo, i piccoli numeri in gioco e la relativa rilevanza di queste percentuali (parlare del 9% su 13 casi, significa 1 caso!) rende veramente poco interessanti questi dati. Non solo, rischia di renderli molto fuorvianti. Per due motivi:
- le sostanze scoperte sono quasi sempre da attribuirsi a consumo di droghe extrasportivo (cannabis, metadone, tibolone, un estrogeno usato nella menopausa!). Anni fa fece scalpore il caso di una signora arrivata ultimissima ai campionati italiani, risultata positiva all’antidoping perché assumeva diuretici per dimagrire (strategia di per sé non salutistica e inutile) senza sapere che fossero nella lista delle sostanze dopanti.
- Senza i controlli a sorpresa, si rischiano di prendere abbagli perché anche nel mondo amatoriale si sa come mascherare l’uso di certe sostanze. Non a caso, nell’ambiente si pensa che il numero di positivi sia decisamente superiore, anche perché molti amatori assumono, senza dolo, farmaci dopanti per curare banali patologie (per esempio uno spray al cortisone per una rinite allergica).